Cesetti ha presentato una mozione sulla crisi del settore moda: “Occorre affrontare la questione in un’ottica di sistema. Occorre un progetto condiviso per definire una strategia unitaria di rilancio dei territori”.
“La crisi del settore moda, uno dei simboli dell’eccellenza Made in Italy, è una questione molto seria, perché mette a rischio un comparto formato da oltre 4 mila imprese che danno lavoro a più di 35 mila lavoratori. Per questo motivo, lo scorso 10 ottobre, ho depositato in consiglio regionale una mozione che impegna la giunta Acquaroli ad affrontare in un’ottica di sistema la crisi del settore moda attraverso quattro azioni: la proroga della validità temporale dell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2020 riguardante l’Area di crisi industriale complessa del distretto delle pelli-calzature Fermano-Maceratese, dove si concentra più del 70% delle imprese; la rimodulazione dello stesso Accordo in base alle mutate esigenze per l’utilizzo delle risorse previste e per reperirne altre necessarie; la richiesta al governo e al Parlamento affinché nella prossima legge di stabilità vengano estesi i benefici della misura decontributiva anche alle aziende localizzate nel cratere del sisma 2016 e in tutte le aree di crisi industriale complessa delle Marche; la costruzione di un’intesa con il governo nazionale, le Province di Fermo e Macerata, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria per definire una strategia unitaria e complessiva di rilancio dei territori”.
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti.
“In particolare – spiega Cesetti – su quest’ultimo punto dovrebbe rientrare un’azione forte del governo regionale per estendere anche alle Marche i benefici della Zona Economica Speciale, da cui siamo restati esclusi in occasione del decreto-legge approvato il 7 settembre del 2023 dal governo Meloni. Uno strumento indispensabile perché prevede semplificazioni amministrative, finanziamenti infrastrutturali e misure di agevolazione fiscale a sostegno delle imprese. Purtroppo la giunta Acquaroli è stata spettatrice passiva di questa assurda decisione, nonostante il consiglio regionale avesse approvato una risoluzione che impegnava il presidente ad attivarsi nei confronti del governo nazionale per chiedere l’inclusione delle Marche all’interno della Zes. Non averlo fatto costituisce un imperdonabile errore e un grave danno al nostro sistema economico e produttivo. Non è certo un caso, quindi, che oggi i consiglieri regionali di maggioranza esaltino la semplice deroga di 8 settimane degli ammortizzatori sociali destinati alle aziende del settore, peraltro un atto dovuto. Farebbero bene, invece, a prestare più attenzione alle dure parole del presidente di Confindustria Fermo circa il mancato mantenimento delle promesse da parte del governo nazionale sulle coperture inerenti il credito d’imposta. Le difese d’ufficio riguardanti l’operato del governo nazionale e regionale non porteranno a nulla di buono, visto che i problemi strutturali rimangono insoluti. Di sicuro non serviranno a individuare le urgenti e necessarie strategie di rilancio del settore moda”.
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