Tassi in calo e rate sui mutui più leggere per comprare casa ma anche rendimenti in diminuzione sui conti deposito. Il progressivo allentamento del costo del denaro avviato dalla Banca centrale europea a giugno rappresenta dunque una buona notizia per chi ha un mutuo variabile o per chi si appresta a chidere un prestito, ma meno buona per chi vuole investire i risparmi sui conti deposito offerti dalle banche.
La diminuzione
Secondo una analisi di Facile.it, dopo il taglio dei tassi di settembre, i rendimenti offerti dalle banche italiane per i nuovi conti deposito vincolati sono diminuiti, in media, di 25 punti base, mentre per quelli svincolati il calo è stato di 15 punti base. Con successivo taglio deciso dalla Bce nei giorni scorsi è in vista quindi una ulteriore calo dei tassi. E se fino a pochi mesi fa era possibile trovare depositi vincolati con rendimenti lordi che arrivano fino al 5%, oggi i migliori tassi si fermano al 4% annuo lordo.
Il confronto
Questa la situazione in Italia, ma cosa accade nel resto d’Europa? Facile.it ha analizzato i rendimenti in alcuni dei principali Stati del vecchio continente evidenziando come il nostro Paese sia una delle aree dove le banche sono più generose. In base ai dati rilevati da Eurostat, aggiornati ad agosto 2024, e relativi ai rendimenti dei conti deposito con vincolo superiore a due anni l’Italia, con un tasso medio annuo pari al 3,31%, conquista la seconda posizione nella graduatoria. Fa meglio di noi solo la Lituania dove l’indice medio è arrivato addirittura al 3,84%. Alle nostre spalle si posiziona l’Estonia, con un tasso medio pari al 3,24%; quarto posto per la Francia, dove le banche hanno corrisposto ai risparmiatori un tasso medio pari al 2,96%.
I tassi offerti in Italia per i conti deposito vincolati sono notevolmente più alti rispetto ad altri Paesi. In Austria, ad esempio, il rendimento è stato pari al 2,77%, in Germania si è fermato al 2,31%, mentre in Irlanda al 2,13%. Tra le banche meno generose del continente ci sono quelle spagnole: qui il rendimento è stato pari ad appena 1,24%, meno della metà rispetto a quello italiano.
I conti correnti
Lo scenario cambia se si guarda ai tassi sui conti correnti. Analizzando sempre i dati di Eurostat aggiornati ad agosto 2024 l’Italia scivola al quinto posto, con un tasso annuale pari allo 0,37%, di poco inferiore rispetto alla media europea (0,38%).
Al primo posto della graduatoria, in questo caso, si posiziona il Lussemburgo, paese dove i correntisti privati hanno potuto godere di un tasso medio pari a 1,54%, vale a dire quattro volte quello italiano. Seguono i correntisti austriaci, che hanno beneficiato di un tasso dell’1,04% e quelli tedeschi, che si sono dovuti accontentare di un rendimento annuale pari allo 0,62%, comunque quasi doppio rispetto a quello italiano.
Va detto, però, che in numerosi Paesi è andata addirittura peggio: in Spagna, ad esempio, i correntisti hanno ottenuto un tasso medio pari a 0,17%, mentre in Francia i valori hanno rasentato lo zero (0,06%).
«Va ricordato che il conto corrente non deve avere una funzione di investimento, ma va utilizzato come strumento per gestire la liquidità e le spese correnti», ricordano gli esperti di Facile.it.
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