Sassari «Io il canalone non lo faccio». Forse basterebbe questa frase sbottata da Giuseppe Mascia a dare conto del lungo incontro di ieri pomeriggio nella sala conferenze di Palazzo Ducale tra sindaco, assessori e dirigenti e i rappresentati dei comitati e delle associazioni che più duramente contestano il progetto di mitigazione del rischio idrogeologico al Fosso della Noce.
Ma il confronto, arrivato dopo una preoccupata lettera indirizzata al primo cittadino, nel quale si contestava la sua presa d’atto dell’aggiudicazione dell’appalto integrato, ereditato dall’amministrazione Campus, è stato anche l’occasione per chiarire come l’attuale amministrazione ha intenzione di portare avanti la pratica, senza perdere i fondi e senza imbarcarsi in un probabile quanto scivoloso contenzioso con l’impresa che si è aggiudicata il lavoro da 8 milioni.
La soluzione? «Uno stralcio funzionale – ha detto Mascia – che consenta di realizzare dei passaggi per il deflusso dell’acqua attraverso i terrapieni, così da mitigare il rischio idraulico effettivamente esistente e ipotizzare di poter riclassificare l’area all’interno del Pai, il Piano di assetto idrogeologico». Parole ascoltate dal presidente del Comitato di quartiere di Cappuccini, Uccio Virdis, i rappresentanti locali di Italia Nostra, Piero Sanna e Mauro Gargiulo, la presidente di Heart Gardeners, Anna Lacci, e il presidente del Comitato Ambiente Sassari, Giuseppe Porcellana, che hanno trovato ad accoglierli anche il vicesindaco e assessore alla Transizione ecologica e Verde pubblico, Tore Dau, l’assessore alle Infrastrutture della mobilità e Difesa del suolo, Massimo Rizzu, il presidente del consiglio comunale, Mario Pingerna, e i consiglieri di maggioranza Melania Delogu, Rossana Serratrice, Noemi Piga, Antonella Fois, Eugenio Arru, Antonio Paoni, Nicola Ribichesu, Giovanni Dessole, Antonio Planetta e Stefano Manai.
Accanto al primo cittadino, al fine di sciogliere alcuni dubbi legittimamente posti dai comitati ambientalisti, anche il dirigente del settore competente in tema di Difesa del suolo, c’era poi anche l’ingegnere Fabio Spurio. Il tutto per sottolineare che il percorso va avanti col pieno sostegno della giunta e della maggioranza consiliare, e che le idee sulla dorsale verde che attraversa il centro cittadino e costituisce quel sistema di valli che, negli auspici dell’attuale amministrazione, dovrebbe diventare un parco urbano, sono chiare. «Il progetto di chi ci ha preceduto non è compatibile con la nostra aspettativa di preservare le specificità ambientali dell’area, di tutelarne le biodiversità e di favorirne la valorizzazione e la fruizione da parte della comunità», ha sottolineato Giuseppe Mascia.
«Per ottenere questo risultato abbiamo in mente un grande processo partecipativo, un concorso di idee, per decidere tutti assieme come tornare in possesso delle nostre valli e connetterle al contesto urbano», ha aggiunto. Ma prima di tutto, «occorre rivedere l’intervento di mitigazione al fine di renderlo compatibile con la duplice esigenza – ha rimarcato – di prevenire il rischio idraulico e di riqualificare l’area nel suo insieme». E quando il percorso individuato sarà tecnicamente formalizzato, «intendo condividerlo con l’intero consiglio comunale e con la cittadinanza», ha aggiunto.
Come è emerso nel corso dell’incontro, al termine del quale i rappresentanti della galassia ambientalista che avevano chiesto l’incontro sono parsi soddisfatti delle risposte ottenute, il fatto che il Piano di fattibilità tecnica ed economica debba ancora essere sottoposto a procedura di Valutazione di impatto ambientale consente di cambiare radicalmente rotta. «Intendiamo realizzare le sole opere necessarie a mettere in sicurezza la valle – ha concluso Giuseppe Mascia – e proseguire nell’obiettivo di fare di Sassari una città dei parchi, come abbiamo previsto nelle nostre linee programmatiche».
«Confermiamo la volontà di collaborare con obiettivo di cancellare il Canalone», hanno sottolineato le associazioni, annunciando che oggi a Palazzo Ducale arriverà «una lettera collaborativa», dall’avvocata Veronica Dini di Milano, la stessa che per i comitati ha curato le osservazioni “deflagrate” in Regione che hanno contribuito alla scelta di assoggettare il progetto alla valutazione di impatto ambientale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link