A giorni in radio e tv la pubblicità del governo contro l’evasione
Un po’ preoccupato perché pochi lavoratori autonomi stanno accettando il nuovo patto con il fisco sulle tasse da pagare, il governo Meloni passa alle maniere forti. A giorni inizierà a circolare sulle reti radio e tv pubbliche uno spot contro l’evasione fiscale. Molto ben fatto ed efficace, annuncia guai per chi, come il protagonista del video, sbafa ai danni della collettività.
«La bella vita è finita, l’evasione si paga», garantiscono i due finanzieri all’evasore. «Beccato», sentenza un timbro sulla foto del malcapitato.
Carota e bastone
«Da oggi ancora più controlli e sempre meno evasori», assicura il governo. Una minaccia esplicita, che arriva dopo l’altro spot di pochi giorni fa con l’invito ad aderire al concordato biennale, «che conviene al governo e conviene a te». Carota e bastone, dunque. Chi non accetta il patto con il fisco, stabiliscono le norme sul concordato, sarà inserito in «liste selettive» su cui si concentreranno gli accertamenti fiscali, che sono invece quasi esclusi per i contribuenti che aderiscono.
Chi ha aderito al concordato
Finora sembra che lo abbiano fatto in pochi. Praticamente solo quelli che, ad anno ormai finito, già sanno che è più conveniente pagare l’imposta sostitutiva del concordato, nel ’24 e nel ’25, piuttosto che la normale Irpef. A una settimana dalla scadenza del termine del concordato, il 31 ottobre, gli altri ancora non si sarebbero convinti. Ora, per lo meno, sono avvertiti. E tra poco si vedrà se è davvero un cambio di passo nella lotta all’evasione, o solo uno spot.
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