Il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti è arrivato a Washington per partecipare ai lavori del Fondo Monetario Internazionale (FMI), portando con sé la manovra economica del governo. Il suo viaggio si inserisce in una fitta agenda internazionale che include appuntamenti chiave come il G20 e il G7, quest’ultimo sotto la presidenza italiana.
Venerdì pomeriggio è prevista una riunione cruciale tra i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dei Paesi del G7. Tra i temi più importanti sul tavolo c’è il prestito di 50 miliardi di dollari all’Ucraina, ormai prossimo alla finalizzazione, come dichiarato dal segretario al Tesoro americano Janet Yellen. Questo prestito vedrà un contributo di 18,11 miliardi di euro dall’Unione Europea e 17,97 miliardi di euro dagli Stati Uniti. Secondo quanto precisato dalla presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, gli interessi maturati sugli asset russi congelati potranno essere utilizzati per ripagare il prestito. “Non si tratta di una confisca”, ha sottolineato Lagarde, distinguendo questa operazione dalla semplice requisizione dei beni.
L’incontro a Washington arriva in un momento in cui l’FMI ha dipinto un quadro complesso per l’Italia: crescita contenuta allo 0,7% per quest’anno e allo 0,8% per il 2024, con un deficit che dovrebbe rimanere sopra il 3,1% fino al 2029. Il debito pubblico, sebbene in calo rispetto ai picchi del 2020, resta un punto critico. Helge Berger, vice direttore del Dipartimento europeo dell’FMI, ha esortato l’Italia a fare di più. “Invitiamo Paesi come l’Italia, con un alto debito, a essere più ambiziosi nel ridurre i deficit“, ha dichiarato Berger, pur lodando l’accordo tra il governo italiano e l’Unione Europea per l’aggiustamento di bilancio.
Il contesto economico italiano si colloca all’interno di una ripresa europea che, sebbene in corso, rimane fragile. Tra i fattori che rallentano la crescita c’è la bassa produttività, un problema strutturale che potrebbe essere risolto eliminando le barriere all’interno del mercato unico. Alfred Kammer, capo del Dipartimento europeo del FMI, ha evidenziato l’importanza di un’unione bancaria e di mercati dei capitali più integrati in Europa, sottolineando come queste misure favorirebbero le startup e le banche paneuropee. Sebbene non siano stati menzionati istituti specifici, le sue parole sembrano riferirsi a fusioni di grandi gruppi bancari come Unicredit e Commerzbank.
Giorgetti, quindi, si trova a gestire una partita complessa sia sul fronte interno che internazionale, con la necessità di bilanciare le esigenze di crescita economica e la sostenibilità del debito.
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