Pistoia, 23 ottobre 2024 – La scadenza è fissata per il 25 ottobre. Entro quella data bisognerà presentare le richieste per partecipare ai bandi indetti dalle Asl della Toscana con cui verranno assegnati i servizi sanitari che attualmente vengono erogati in regime di convenzione. Senza distinzione tra realtà nuove o storiche, ma sopratutto senza distinzione tra le strutture private, le onlus e gli enti del terzo settore. La denuncia viene proprio da una onlus radicata a Pistoia, la Fondazione Turati, che rischia di vedersi ridurre la convenzione per tutte quelle prestazioni sanitarie che attengono al campo della riabilitazione, con taglio di servizi e personale, nelle due sedi di Gavinana e nel centro di Terapia Fisica e riabilitazione di viale Adua. A mettere nero su bianco la situazione è stato lo stesso presidente Giancarlo Magni, con una lettera molto dettagliata, inviata ai consiglieri regionali della Toscana e alle segreterie regionali delle organizzazioni sindacali.
“Nel disinteresse generale – scrive il presidente della Fondazione Turati Giancarlo Magni – le tre Asl toscane stanno procedendo, per le strutture private, le Onlus e gli enti del terzo settore che operano in sanità, alle manifestazioni di interesse per assegnare attraverso bandi quei servizi che attualmente vengono erogati in regime di convenzione. La Toscana, per ora unica regione insieme alla Lombardia, sta in pratica applicando la norma del governo che recepisce la direttiva europea sulla concorrenza conosciuta come Bolkestein. Non si capisce questa fretta a meno che non si punti a una riduzione del budget fino ad oggi riservato al settore. In questo modo – si legge ancora nella lettera – viene adottato un criterio paritario per l’assegnazione dei servizi senza alcun riferimento a criteri oggettivi per valutare la qualità delle prestazioni offerte. E si mettono sullo stesso piano gli enti profit e no-profit applicando in maniera selvaggia il principio della ’concorrenza’”.
Le conseguenze di tutte queste anomalie saranno, secondo Magni, soprattutto due: “Nel breve periodo, difficoltà di applicazione, ricorsi e disagi nella fruizione dei servizi, nel medio, la ristrutturazione selvaggia dell’assistenza che non viene erogata direttamente dal pubblico, con la scomparsa di tutte quelle realtà che sono il frutto della ricca rete capillare di vicinanza e di solidarietà della Toscana a tutto vantaggio delle multinazionali private”.
Ma che cosa accadrà concretamente alle strutture che erogano servizi a Pistoia? Ne parliamo con il direttore della Fondazione Turati, Maurizio De Scalzi.
“Nel concreto, sono a rischio servizi e posti di lavoro. Di norma le convenzioni vengono rinnovate ogni tre anni: un lasso di tempo che ci consente anche di fare una programmazione e di procedere con investimenti che migliorano l’offerta dei servizi. Da quanto ne sappiamo, se si procederà con questo nuovo modello, ci verrà garantito per il primo anno (al rinnovo della convenzione) il mantenimento del 70 per cento del budget iniziale, mentre il restante 30 per cento sarà messo a somma e redistribuito tra le realtà private convenzionate su base di Area vasta, quindi includendo anche Firenze ed Empoli. Una scelta che non tiene conto né del fabbisogno dell’area in cui si opera né delle reali potenzialità delle varie strutture. Basti pensare che a Gavinana noi disponiamo di 48 posti letto nel Reparto di Riabilitazione, di cui annualmente restano liberi e non occupati circa 22. Questo significa che non solo riusciamo a soddisfare la richiesta locale ma che potremmo, potenzialmente, assorbirne di più”.
Martina Vacca
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