Per le banche arriva il rinvio delle deduzioni
Per le banche arriva il rinvio delle deduzioni delle quote delle svalutazioni e perdite dei crediti e dell’avviamento correlate alle Dta. Lo prevede la legge di bilancio. La deduzione della quota dell’11% dei componenti negativi ai fini Ires e dell’Irap del 2025, è differita «in quote costanti, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026 e ai tre successivi». Quella del 4,7% per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026, «è differita, in quote costanti, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2027 e ai due successivi». Quelle del 13% e del 10% per i periodi d’imposta 2025 e 2026 sono differite «in quote costanti, rispettivamente» al 2026 e ai tre anni successivi e al 2027 e ai due anni successivi.
Cuneo cambia: bonus fino a 20mila, poi più detrazioni lavoro
Cambia il meccanismo che consente di rafforzare le busta paga dei lavoratori dipendenti fino a 40mila euro, estendendo gli effetti previsti prima fino a 35mila euro con il taglio del cuneo contributivo. Il primo articolo normativo della legge di bilancio conferma le attuali aliquote Irpef e alza la base delle detrazioni sul lavoro da 1.880 a 1.955 euro. Poi prevede, fino a 20.000 euro di reddito, il riconoscimento di un bonus non tassabile che varia in funzione del guadagno: 7,1% fino a 8.500 euro, 5,3 per cento tra 8.500 e 15.000 euro, 4,8 per cento tra 15.000 e 20 mila euro. Superato questo importo si passa ad un meccanismo di detrazioni aggiuntive che vanno riconosciute in busta paga: 1.000 euro tra 20mila e 32mila euro, e poi un decalage fino a 40mila euro.
Pensioni minime su di 3 euro nel 2025 a 617,9 euro
Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Lo si legge nella manovra di Bilancio. Quest’ano scadeva l’aumento del 2,7% previsto con la legge di Bilancio per il 2024. Le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.
Bonus Maroni agevolato per chi esce con Quota 103
Agevolazione in arrivo per chi volesse avvalersi del cosiddetto bonus Maroni. I lavoratori con i requisiti per l’accesso a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi oltre al periodo di finestra mobile) che decidessero di restare al lavoro «possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico» e riceverli in busta paga. Il datore di lavoro li verserà nella retribuzione e sarà esonerato dal versamento di questa quota all’Inps. La manovra di bilancio chiarisce come questi contributi (pari al 9,19% della retribuzione) non concorrano alla formazione del reddito.
Nella pubblica amministrazione fino a 70 anni se accordo con amministrazione
Le amministrazioni pubbliche «anche per lo svolgimento di attività di tutoraggio e di affiancamento ai neoassunti e per esigenze funzionali non diversamente assolvibili, possono trattenere in servizio, previa disponibilità dell’interessato, nei limiti del dieci per cento delle facoltà assunzionali il personale dipendente con esclusione del personale delle magistrature e degli avvocati e procuratori dello Stato, di cui ritengono necessario continuare ad avvalersi». Il personale, non può permanere in servizio oltre il compimento del settantesimo anno di età.
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