Coloro che hanno aderito al Superbonus dovranno fare i conti con una nuova tassa obbligatoria: ripercussioni importanti per chi la omette.
Il Superbonus, che tanto ha fatto parlare di sé per i vantaggi fiscali, ora si ritorce contro molti proprietari che ne hanno usufruito con l’obiettivo di risparmiare migliaia di euro. A fare scalpore è la tassa poco conosciuta che potrebbe gravare pesantemente sulle tasche di chi ha ristrutturato casa sfruttando questa agevolazione.
Non si tratta di un errore burocratico o di un’imposta nascosta, ma se non si procede a regolarizzare la situazione, il rischio è quello di ritrovarsi con multe salate e migliaia di euro da pagare in un colpo solo. Ma cosa significa tutto questo, e chi dovrà affrontare questa nuova tassa?
La tassa obbligatoria per chi ristruttura casa nel 2024/2025
Chi ha aderito al Superbonus si trova oggi di fronte a un obbligo che in molti ignorano: la dichiarazione di variazione catastale. Questa procedura, apparentemente tecnica e poco conosciuta, diventa indispensabile quando i lavori di ristrutturazione hanno portato a un aumento del valore dell’immobile di almeno il 15%. Secondo la normativa, il termine per inviare la dichiarazione è di 30 giorni dalla fine dei lavori, e il mancato rispetto di questa scadenza può comportare sanzioni.
A tal proposito è bene sapere che tale obbligo non riguarda solo chi ha ampliato la volumetria dell’immobile o modificato la pianta, ma anche chi ha semplicemente migliorato le prestazioni energetiche o effettuato interventi di rinnovamento che, indirettamente, hanno aumentato il pregio della casa.
Quindi, il rifacimento della facciata, l’installazione di un cappotto termico o la sostituzione di vecchi infissi con modelli più performanti potrebbero far scattare l’obbligo di rivalutare la rendita catastale. Ma vediamo nel dettaglio.
Come si calcola l’incremento del valore di un immobile
Purtroppo, il calcolo dell’aumento del valore dell’immobile non è così immediato. Si parte dal costo totale degli interventi innovativi, come ad esempio l’installazione del cappotto termico, e si aggiunge il 50% del costo degli interventi di sostituzione di elementi già esistenti, come caldaie o infissi. Questa somma va poi rapportata ai valori catastali del 1988/89, il periodo in cui sono stati calcolati i valori attuali. Se il valore delle opere effettuate supera il 15% della rendita catastale attuale, diventa obbligatorio aggiornare la rendita stessa. Ma cosa succede se non si presenta la dichiarazione?
Se i lavori hanno comportato un aumento del valore dell’immobile e non si procede alla dichiarazione catastale, in primis si rischia di incorrere in multe e sanzioni, che possono arrivare a migliaia di euro. Inoltre, non effettuare la variazione catastale potrebbe far scattare controlli successivi, soprattutto da parte dell’Agenzia delle Entrate, con il rischio di trovarsi a dover pagare somme elevate in una sola volta.
Inoltre, è bene sottolineare che anche chi ha usufruito di altri bonus edilizi potrebbe essere soggetto a questo obbligo, qualora i lavori effettuati abbiano incrementato il valore dell’immobile. Tuttavia, le soglie di aumento del valore potrebbero essere inferiori e, in alcuni casi, basta una semplice comunicazione in cui si dichiara che non si è superato il limite del 15%.
Il consiglio è sempre quello di affidarsi a un professionista per verificare se l’aggiornamento della rendita sia necessario, evitando così spiacevoli sorprese.
Se i lavori di ristrutturazione non sono ancora conclusi, conviene affrettarsi e fare la dichiarazione entro i termini. Tuttavia, se i lavori sono già terminati da più di 30 giorni, potrebbe essere saggio attendere l’evoluzione normativa. In molti casi, è infatti possibile che le regole vengano modificate o chiarite meglio con la prossima Legge di Bilancio 2025.
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