Processo bis per lo ‘specialista’ nel ripulire le farmacie, Pasquale Cocchiaro, 43enne di Santa Maria Capua Vetere, in merito alla richiesta del vincolo della continuazione tra più sentenze.
E’ quanto disposto dalla prima sezione della Corte di Cassazione, in merito all’istanza presentata da Cocchiaro , per mezzo del suo legale, l’avvocato Giuseppe De Lucia, avverso la pronuncia del gip Rosetta Stravino del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Con tale pronucia il gip ha rigettato il riconoscimento del vincolo della continuità tra due sentenze che hanno a oggetto rapine, anche a mano armata, compiute ai danni di framcie nel circondario sammaritano.
A Cocchiaro è stata infatti riconosciuta la responsabilità in merito a sette rapine compiute tra il 2024 e 2015 a studi medici come quello del dottor Piccirillo a Santa Maria Capua Vetere e nelle farmacie Farmalaia a Capua, Giffoni a Curti, Mottola a Casagiove. I colpi sono stati messi a segno con l’uso delle armi e la finalità era l’acquisto di sostanze stupefacenti. Per tali vicende Cocchiaro è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione in primo grado e 4 anni e 8 mesi di reclusione in secondo grado.
Il legale ha lamentato, nella sua istanza, vizi di legge per “non aver il gip messo in relazione le due sentenze di condanna per i medesimi reati”. Per l’avvocato quindi c’è “l’unicità del disegno criminoso anche in virtù della reiteratezza delle condotte, in nesso spazio temporale e le città prescelte per la commissione dei reati tutte distanti pochi chilometri le une dalle altre”. Tesi accolta dalla Suprema Corte che ha disposto l’annullamento della pronuncia impugnata con rinvio ad altro gip per una nuova valutazione della richiesta del vincolo della continuazione.
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