Questa mattina, presso il Tribunale di Trapani, l’ex senatore Nino Papania ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, Massimo Corleo, nel corso del suo interrogatorio di garanzia. Papania, figura centrale dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, si è avvalso della facoltà di non rispondere, insieme ai coindagati Mario Castelli e Filippo Tilotta. I tre sono accusati di far parte di uno schema fraudolento legato ai finanziamenti europei per la formazione professionale.
Le indagini ruotano attorno al presunto utilizzo illecito di fondi europei da parte di enti di formazione controllati direttamente o indirettamente da Papania, già deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e fondatore del movimento politico “Via”. Secondo quanto emerso, l’ex senatore avrebbe promesso posti di lavoro, nomine e promozioni in cambio di appoggi politici da parte di esponenti locali, consolidando così la sua influenza politica.
Tra coloro che avrebbero beneficiato di queste promesse emergono nomi noti della politica locale. Tra i favoriti vi sono Sara Accardi, figlia del consigliere comunale di Marsala Michele Accardi; Antonio Licari, nipote del consigliere comunale di Marsala Pino Ferrantelli; e Antonio Parrinello, figlio dell’esponente Vanessa Titone. Questi ultimi avrebbero ottenuto incarichi in enti di formazione legati al CE.SI.FO.P., un ente che, secondo gli inquirenti, era parte dell’operazione di truffa.
Come conseguenza diretta delle indagini, tre consiglieri comunali coinvolti nello scandalo, Vasessa Titone, Michele Accardi e Pino Ferrantelli, sono stati sospesi dalle loro cariche.
Per il momento, Nino Papania e i suoi coindagati hanno scelto di non fornire chiarimenti, lasciando ancora molte domande senza risposta. Tuttavia, l’inchiesta prosegue.
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