Il confronto fra istituzioni e Qf Spa (in liquidazione) sul futuro della ex Gkn di Campi Bisenzio, e sull’ipotesi di reindustrializzazione dello stabilimento, fissato per il 22 ottobre al tavolo della Regione Toscana, arriva con un giallo. Il sito di via Fratelli Cervi, infatti, risulta già venduto dalla società fondata da Francesco Borgomeo, senza che sindacati e istituzioni ne fossero stati informati: una notizia inattesa, quella comunicata dalla Rsu dopo alcune visure camerali, che coglie di sorpresa il Comune di Campi, e diventa occasione per un nuovo scontro fra la proprietà e i lavoratori – circa 140 quelli rimasti a carico della società in liquidazione, contro gli oltre 400 di luglio 2021.
Operazione a marzo 2024, anche il Comune non lo sapeva
Lo stabilimento ex Gkn è stato venduto il 12 marzo scorso da Qf Spa in liquidazione a due società, Tuscany Industry Srl (Ti) e Sviluppo Immobiliare Toscana Srl (Sit), per le quali “numerose evidenze suggeriscono una potenziale commistione tra questi soggetti e la stessa proprietà di Qf”, sostiene la Rsu. “Stesso amministratore delegato – osserva -, in alcuni casi stessa sede legale, in alcuni casi controllanti di controllanti che controllano la stessa Qf/ex Gkn. E poi il tutto controllato da società fiduciarie (una del Monte dei Paschi di Siena) che quindi schermano qualcun altro ancora”.
Secondo quanto ricostruito nell’ottobre 2023 dalla Rsu, Ti era stata fondata nel settembre dello stesso anno, e aveva già acquisito il 50% delle quote di Pvar, società controllante di Qf dall’ottobre del 2022. L’amministratore unico di Ti e Pvar era Mirko Polito, che aveva lo stesso ruolo in Sit. Toscana Industry risultava a sua volta controllata al 100% da una società fiduciaria di Mps. Questo, dopo che il valore dello stabilimento in pancia a Qf era stato rivalutato dal 2020 al 2021, passando da 2 milioni di euro a 29 milioni di euro. In conclusione, afferma adesso la Rsu, “la società, Qf, che apparirà domani di fronte alla Regione Toscana non è più proprietaria dello stabile”, oltre ad aver spostato la sede legale a Roma.
Diffusa la notizia della vendita dello stabilimento ex Gkn, il Comune di Campi appare colto alla sprovvista (“Non eravamo a conoscenza di questa transazione, e ciò solleva seri dubbi sul futuro dell’azienda e, soprattutto, sul destino dei lavoratori e delle lavoratrici”, afferma il sindaco Andrea Tagliaferri), mentre per la Rsu questa è la prova che “la partita è stata probabilmente sin dall’inizio immobiliare ed è per questo che non comincia mai la discussione sulla reindustrializzazione”, per cui “si paghino immediatamente gli stipendi e Comune e Regione intervengano per sottrarre l’area a potenziali logiche speculative”.
Botta e risposta tra Qf e i legali dei lavoratori
La replica di Qf arriva dopo qualche ora, ed è anch’essa una sorpresa: “L’operazione stigmatizzata dalla Rsu nel comunicato stampa odierno – afferma la nota della società – è stata eseguita, con atto pubblico e in una logica ‘infragruppo’, al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie per permettere alla Qf di far fronte al pagamento integrale degli emolumenti maturati e maturandi dai lavoratori dipendenti”. Il ricavato di tale operazione, secondo Qf, “ha già consentito e sta consentendo il pagamento di emolumenti scaduti nella misura di circa 4 milioni di euro”, ed è l’unica via per farlo “stante lo stato di occupazione” dello stabilimento ex Gkn “che impedisce alla società di essere finanziata dal sistema bancario”.
Sembrerebbe una nuova svolta inattesa, ma tre avvocati la pensano altrimenti. “Il datore di lavoro da gennaio 2024 non solo ha cessato i versamenti retributivi e contributivi, ma non ha nemmeno proceduto a richiedere ammortizzatori sociali per il periodo di inattività”, ribattono in una nota Danilo Conte, Silvia Ventura e Anita Marafioti, che assistono circa 200 lavoratori ex Gkn. “La vendita dello stabilimento di Campi Bisenzio – sostengono – non ha avuto quindi come conseguenza il pagamento dei crediti vantati dai lavoratori, ma un’oggettiva diminuzione delle garanzie per i crediti vantati da questi”.
L’ammontare complessivo dei crediti vantati dai lavoratori assistiti dai tre avvocati nei confronti di Qf Spa “supera i 2 milioni di euro”, crediti “tutt’altro che saldati ‘grazie alla vendita’, ed anzi in continua crescita”, affermano i legali. La vendita dello stabilimento, per giunta, “è attualmente oggetto – aggiungono – di un giudizio di revocatoria”, azione “che si è resa necessaria per evitare che i lavoratori da noi assistiti restino, ancora una volta, senza tutele e senza soddisfazione dei loro crediti”.
La Regione è chiamata a trovare la quadra
Si arriva dunque al tavolo voluto dalla Regione con una situazione caotica: Qf conferma la disponibilità “a fornire un sito produttivo” alla cooperativa Gff per il suo piano industriale, appoggiato anche dal Comune di Firenze con un ordine del giorno Spc-Pd passato in Consiglio comunale grazie al voto di una maggioranza ampia ed eterogenea. Sito produttivo che però non può essere, secondo Qf, lo stabilimento ex Gkn di via Fratelli Cervi, di cui anzi si chiede lo sgombero da parte dell’assemblea permanente gestita dal Collettivo di fabbrica.
La Rsu non si è espressa esplicitamente sulla proposta, ma paventa un nulla di fatto da parte di Qf. La Regione è possibilista. Il Gruppo Lavoratori Qf, composto dai dipendenti che non si riconoscono nella linea del Collettivo di fabbrica, chiede alla Regione “di rappresentare e tutelare noi lavoratori Qf, facendo leva sulla proprietà Qf per i pagamenti degli stipendi quanto prima”; e solo dopo questo, afferma il Gruppo, “la Regione può fare da garante alla trattativa tra Qf ed alla cooperativa Gff, tale cooperativa che da visura camerale ci risulta che ha al suo interno ha solo quattro dipendenti attualmente in forza Qf”.
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