Sassari «Quando dovevamo decidere dove proiettare l’anteprima nazionale del film non abbiamo avuto dubbi: doveva essere Sassari. Perché è la città natale di Berlinguer, perché a Sassari ci siamo fatti guidare da diversi compagni alla ricerca dei luoghi ma anche della cultura, delle atmosfere di questo territorio per portarli poi sullo schermo»: Il regista di “Berlinguer La Grande Ambizione” Andrea Segre ha spiegato così la scelta della prima visione assoluta del suo film che ha come protagonista Elio Germano.
A Sassari c’era il tutto esaurito in ognuna delle proiezioni ospitate al Cityplex Moderno. Tanti politici, di oggi e di ieri, dal sindaco Giuseppe Mascia con una folta rappresentanza della sua giunta e dei consiglieri comunali. Ma anche quei compagni, che prima di iniziare le riprese hanno portato il regista e l’attore protagonista nelle vie del centro storico di Sassari. «Il progetto di questo film – ha detto Segre – è nato circa quattro anni fa, dalla semplice voglia di colmare un vuoto nella cinematografia italiana, un film su una figura politica così importante che ha attraversato la vita di tantissime persone». Un ruolo importante è stato giocato anche dalla famiglia Berlinguer con cui la collaborazione è stata utilissima. «È stato un rapporto chiaro sin dall’inizio. Ci hanno chiesto di studiare e di capire a fondo le vicende trattate nella pellicola. Non c’è stata una semplice apertura ma un percorso di comprensione reciproca». “Berlinguer – La grande ambizione” non è un vero e proprio biopic. Le vicende narrate riguardano gli anni dal 1973 al 1978, dal golpe in Cile e dal viaggio a Sofia, alla morte di Aldo Moro. La messa in scena cinematografica, intrecciata anche con materiale di archivio, in alcuni casi inedito. «La preparazione è stata la parte fondante di questo film – ha detto Elio Germano – Sassari è stata molto ospitale, ripenso alle persone che ci hanno accompagnato e si sono aperte nei loro ricordi e ci hanno messo ancora di più a nostro agio. È stata una esperienza profonda dal punto di vista personale. Per me anche un’occasione per immergermi in un pezzo della storia del nostro Paese».
Dal pubblico arrivano i complimenti per l’interpretazione ma anche per come ha riprodotto l’accento e la gestualità di Berlinguer. «Se me lo dite qua vado a casa contento – ha risposto Germano – ho fatto qui un lavoro sul posto, ho chiesto registrazioni dei suoi comizi. Nel dialetto, nella cadenza di ogni persona c’è qualcosa di meraviglioso. Berlinguer aveva un sassarese romanizzato e italianizzato. Certe volte nei comizi diceva delle cose in romano e mi faceva molto ridere. Io ho cercato di restituire con attenzione un’idea e un ricordo». Ad accompagnare la troupe per le vie di Sassari c’erano tra gli altri Billia Pes, Tore Cherveddu, Gabriele Satta, Francesco Bicchiri. «Con Andrea Segre ed Elio Germano – ha detto Billia Pes – siamo andati da Piazza Università a Vicolo San Sisto dove c’era la prima sezione del partito e dove Berlinguer aveva organizzato l’assalto ai forni nel 1944. Germano voleva rivivere un po’ come lui, gesticolava, le movenze, il sorriso». Caterina Corbi, la nipote di Enrico Berlinguer: «La Sardegna per mio nonno e per tutti noi è il luogo dell’anima, della libertà. C’è ancora tanto dolore nella mia famiglia ma questo film ha creato altra bellezza e mi auguro che arrivi anche a voi. Quando penserò alla figura di mio nonno avrò altri occhi da aggiungere a questa storia».
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