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Carbone in mare a Fiume Santo, la difesa: “Mai contestazioni” #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Il processo sul caso della centrale di carbone di Fiume Santo.

Alcuni dipendenti della centrale elettrica di Fiume Santo sono stati chiamati a processo, presso il Tribunale di Sassari, per accuse riguardo allo sversamento non autorizzato di carbone in mare. Uno dei sei dipendenti imputati, Antonio Sanna, accusati di aver versato 1.350 metri cubi di carbone tra il 2003 e il 2018, ha dichiarato che non ci sono mai state contestazioni da parte della Capitaneria di porto, dell’Ispra o di altre autorità competenti.

LEGGI ANCHE: Niente più carbone, la centrale di Fiume Santo chiuderà

Sanna, imputato insieme ai colleghi Daniele Derosas, Salvatore Fois, Franco Angioni, Ruggero Lai e Piero Gianfranco Soggia, tutti difesi dagli avvocati Luigi e Giuseppe Conti, ha testimoniato in aula rispondendo alle domande dei suoi legali, del pm Antonio Piras, dell’avvocato di parte civile Stefano Bionda e della giudice Monia Adami.

Durante la sua deposizione, Sanna ha descritto in dettaglio le operazioni di scarico del carbone dalle navi al nastro trasportatore che trasferiva il materiale fino al carbonile dell’impianto. Ha spiegato le misure adottate per contenere le polveri di carbone e limitare eventuali dispersioni, come l’uso di benne semi ermetiche e paratie. Sanna ha dichiarato di non aver mai assistito a situazioni in cui il carbone fosse finito in mare, sottolineando che l’Ispra effettuava regolarmente controlli, senza mai riscontrare irregolarità.

L’episodio che ha portato all’apertura del processo risale al 2017, quando alcuni sommozzatori, impegnati in un controllo della banchina, notarono la presenza di carbone sul fondale. I gestori della centrale informarono le autorità e si impegnarono a recuperare il materiale, classificato in seguito dal ministero dell’Ambiente come rifiuto speciale. La Capitaneria di porto emise poi un’ordinanza che prescriveva l’uso di zatterine attorno alle navi carboniere per evitare ulteriori sversamenti. Il carbone fu successivamente recuperato completamente dal fondale marino. La prossima udienza è stata fissata per il 18 febbraio, durante la quale saranno ascoltati alcuni testimoni della difesa.

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