Edicole funerarie: il contenzioso tra i concessionari e il Comune sulla restituzione del ribasso a base d’asta arriva dinanzi ai giudici della Corte di Cassazione. Il Comune continua a negare ai concessionari la richiesta di restituzione del 35% del costo delle Cappelle autofinanziate. Dopo centinaia di ricorsi giudiziari e centinaia di transazioni ex art. 185 bis cpc, cambia l’indirizzo politico dell’esecutivo e della dirigenza dell’ufficio legale. L’apparato si dice forte di una sola sentenza della Corte d’Appello (impugnata in Cassazione), che ha sancito la momentanea inesigibilitĂ del credito vantato da un cittadino poichĂ© bisognerebbe attendere il completamento di tutte le cappelle per poi capire cosa sia rimasto nelle casse del Comune e calcolare la percentuale da rimborsargli. Una sentenza (quella della Corte di Appello), comunque, che non ha tenuto conto che si tratta di un’opera autofinanziata dai cittadini e non dall’ente pubblico e che è stato stipulato un contratto di natura privatistica tra le parti. Orbene, nulla puĂ² incidere sui rapporti e le inadempienze contrattuali tra il Comune e le imprese esecutrici dei lavori. Nel frattempo, molti avvocati hanno annunciato che, in mancanza di un accordo transattivo, procederanno per la richiesta di risarcimento danni per la mancata consegna della Cappella entro il termine stabilito in contratto (769 giorni). L’opera fu appaltata nel 2012 e dopo 12 anni i lavori non sono ancora ultimati. Una decisione che potrebbe moltiplicare i contenziosi comunali con ulteriori spese ai danni proprio del Comune. La Giunta aveva prima deliberato di riconoscere, con accordi transattivi, la restituzione del 21,65% anzichĂ© del 35%, per poi rimanagiarsi il tutto. Per la cronaca, a fronte dei 23.100  euro versati per la concessione di una Cappella a 5 posti, il Comune deve restituire il ribasso d’asta (il 35%) con cui è stata appaltata e realizzata l’opera, corrispondente alla somma di Euro 8.000. Mentre per l’Edicola funeraria di 10 posti, costata 40.100 euro, il Comune dovrebbe restituire al titolare 14mila euro, corrispondente sempre al 35% in meno della spesa realmente sborsata da chi l’ha realizzata.
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