Anche i dipendenti dell’Autorità in sciopero. I sindacati: «Continui problemi di salute tra i lavoratori. La gestione del personale è diventata intollerabile»
La «guerra» sul lavoro a chiamata stava per avviarsi verso una soluzione, dopo che domenica sera alle 20 lui stesso aveva iniziato alcune modifiche al tanto contestato bando? Sul presidente dell’Autorità di sistema portuale veneziana, Fulvio Lino Di Blasio, scoppia la «grana» di un secondo sciopero con tanto di richiesta di dimissioni. Da un lato ci sono i 108 lavoratori della Nuova Clp (compagnia dei lavoratori portuali), che da mercoledì sono fermi «a oltranza» contro il bando, dall’altro i dipendenti della sede di San Basilio, che venerdì incroceranno le braccia per un giorno, non a caso nella data in cui è fissata la prossima riunione del comitato di gestione, il soggetto di cui fanno parte i rappresentanti di Regione, Comune di Venezia e delle Capitanerie di Venezia e Chioggia.
L’assemblea
Lunedì mattina alle 11 c’è stata un’infuocata assemblea dei dipendenti dell’Autorità, durata oltre due ore e conclusasi con un verdetto che non lascia troppi dubbi: 46 voti favorevoli allo sciopero con una richiesta di dimissioni rivolta non solo contro Di Blasio, ma anche contro il segretario generale Antonella Scardino, mentre 17 lavoratori hanno votato contro e alcuni si sono astenuti. «L’assemblea, considerato il persistere della situazione di disagio lavorativo, culminata nel grave episodio dello scorso venerdì, ha deciso lo sciopero per l’intera turnazione – spiega una nota delle sigle sindacali – per rappresentare la sfiducia dei dipendenti nei confronti dei vertici dell’amministrazione e per ribadire il diritto a lavorare in un ambiente in salute e sicurezza». Venerdì, infatti, una dipendente che si occupa della gestione dei social sarebbe stata «aggredita» verbalmente da Di Blasio per delle contestazioni su alcuni post, al punto da avere un attacco di ansia che ha costretto a chiamare una idroambulanza. A quel punto però anche il presidente avrebbe avuto un malore, tanto da andare pure lui all’ospedale Civile e saltare la riunione sulla Nuova Clp con i sindacati nazionali.
I problemi di salute
«Non si tratta del primo caso, è la quinta volta che un dipendente dell’Autorità nelle ultime settimane ha avuto problemi di salute in seguito ad alterchi sul lavoro – spiega Federica Vedova, segretaria veneziana della Filt Cgil -. La gestione del personale è diventata intollerabile e la conseguenza è la richiesta di dimissioni». «Chiediamo di avere un altro interlocutore – dice Andrea D’Addio, segretario regionale Uilt – perché l’attuale dirigenza da mesi dice che va tutto bene, a differenza di quanto sostenuto dai lavoratori». Nel corso dell’assemblea sono state ricordate anche le 12 cause di lavoro aperte al Porto. Qualcuno ha detto di essersi «vergognato» a vedere finire sui giornali e in tv la notizia dell’arrivo dell’ambulanza a San Basilio, qualcun altro ha ironizzato sul fatto che se l’origine dell’alterco riguardava l’immagine del Porto sui social, quello che ne è sorto dopo ha dato una «mazzata» incredibile a quello che si voleva migliorare.
Il lavoro a chiamata
Sull’immagine poi pesa anche la guerra sul lavoro a chiamata. Mercoledì è iniziato lo sciopero a oltranza contro alcuni punti del bando da 35 milioni per il prossimo quadriennio, che dovrebbe scadere lunedì (ma in caso di modifiche i termini saranno riaperti). Di Blasio sosteneva di aver accolto già buona parte delle richieste, ma ora vengono contestati la chiamata «nominale», il lavoro orario (quando dovrebbe essere per turno), l’assenza di una clausola sociale (che per il presidente invece c’è). L’apertura di domenica sera potrebbe essere positiva, anche se i sindacalisti e i lavoratori stanno analizzando il testo. C’è poi un giallo sul nuovo incontro con le sigle nazionali, anche perché gli stessi sindacati sono divisi tra chi punta su questo passaggio romano e chi sostiene invece che la questione vada mantenuta a livello locale: per questo qualcuno dice che oggi ci sarà il vertice, qualcun altro no. Intanto comunque lo sciopero resta.
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