L’Italia prova a fare da capofila in Europa sul fair share, ossia un contributo economico che piattaforme e motori di ricerca online dovrebbero riconoscere agli operatori per lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni, a cominciare da Fibercop (l’ex rete Tim) utilizzate in larga parte dalle stesse big tech. Il tema è affrontato in più emendamenti presentati da esponenti della maggioranza al ddl Concorrenza la cui bozza è stata visionata da MF-Milano Finanza. Un’idea già benedetta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «Credo che sia assolutamente necessario un intervento di questa natura».
La richiesta di un contributo delle big della tecnologia americana è stato un mantra dei grandi operatori europei negli ultimi anni, alla ricerca di fondi per sostenere la massiccia mole di investimenti necessari a sviluppare fibra ottica e 5G. Secondo le bozze visionate da questo giornale, compaiono più emendamenti a firma di esponenti dei tre partiti principali della maggioranza che vanno nella direzione di un contributo agli operatori di rete. In un emendamento a prima firma Andrea Dara (Lega) agli operatori è «riconosciuto il diritto a ricevere una contribuzione per l’utilizzo delle reti» da parte di «piattaforme online e motori di ricerca online di dimensioni molto grandi» e «gatekeepers» come individuati dall’Ue.
Secondo il testo in 90 giorni l’Agcom dovrebbe avviare «un procedimento per l’individuazione dei criteri di riferimento per la determinazione» del contributo tenendo conto «delle previsioni di traffico, dei costi sostenuti per investimenti tecnologici e infrastrutturali da entrambe le parti e dei benefici economici derivanti dalla fornitura dei servizi dei soggetti utilizzatori».
Stando alla bozza, toccherebbe poi alle parti – operatori e big tech – negoziare direttamente il contributo per l’utilizzo delle reti, fermo restando che in caso di mancata collaborazione l’Agcom potrebbe applicare una sanzione fino all’1% del fatturato. I contributi sarebbero destinati all’adeguamento delle reti tlc e alle infrastrutture di nuova generazione, oltre a garantirne la sicurezza. La vigilanza sull’utilizzo corretto delle risorse toccherebbe al Mimit.
Contenuti simili anche in altri emendamenti, a firma Luca Squeri (Forza Italia) e Massimo Milani (Fratelli d’Italia). Secondo l’emendamento forzista, dovrebbero contribuire i soggetti responsabili «di almeno il 5% del traffico dati» secondo le rilevazione di Agcom.
Una piattaforma per comparare i servizi di pagamento
Sempre tra gli emendamenti al ddl Concorrenza e dalle fila di Forza Italia (con l’appoggio del gruppo misto e del Pd) si ipotizza una sorta di preventivatore pubblico per permettere alle imprese di «comparare in modo trasparente le iniziative commerciali promosse dai prestatori di servizi di pagamento e dai gestori di circuiti e schemi di pagamento destinate alle imprese che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare pari ad almeno un milione di euro». La decisione del soggetto pubblico incaricato di istituire e gestire il portale unico spetta al Tesoro. (riproduzione riservata)
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