Strisce blu e parcheggiatori abusivi: l’incubo di un parcheggio a Lecce. E così fatto il pieno di carburante nell’auto e messe le monetine in tasca il nostro giro in città a caccia di uno spazio per la sosta ha inizio. Un tour da mattina a sera, in cerca di un parcheggio non tanto distante dal centro che consenta al bisogno di raggiungere il posto di lavoro, piuttosto che un ufficio per il disbrigo di pratiche, o ancora pranzare e infine trascorrere qualche ora di spensieratezza nelle zone della movida.
Le zone sensibili
Il nostro viaggio si concentra dunque su viale Gallipoli, tra l’area sosta della Camera di Commercio, la stazione e le strade limitrofe, viale degli studenti, via Marconi e il centro, via San Nicola e via Valesio (tra locali e università) e l’ex foro Boario all’ingresso della città per chi arriva dalla tangenziale o dalla superstrada per Brindisi.
Lecce, e il suo borgo antico, sono certamente un gioiello architettonico, belli da visitare se non c’è la fretta della quotidianità, altrimenti il rischio di restare bloccato nel traffico veicolare o girare a vuoto in cerca di un parcheggio, tra cantieri e strisce blu sold-out, è talmente alta che la giornata finisce in macchina così come era iniziata. Occorre dunque pazienza alla guida e anche una buona dose di fortuna per non incappare come Lino e Mirko, nel video del 2018 di Giampaolo Catalano Morelli e Pasquale Zonno, che si danno un appuntamento nel centro città per un caffè. Il loro incontro, nel cortometraggio, avverrà 50 anni dopo perché il parcheggio a Lecce è irreperibile.
La sosta nelle zone del centro è quindi un incubo, ma non da oggi. Il capoluogo è sempre più assediato dalle auto (che a Lecce, rispetto a 10 anni fa, sono quasi cinquemila in più) mentre i parcheggi diminuiscono: nell’ultimo decennio si sono persi oltre 1.700 posti auto. Un paradosso che, nella vita di tutti i giorni, si traduce in una città invivibile per gli automobilisti. Anche perché – dato tutt’altro che irrilevante – ai leccesi si aggiungono poi i circa 108mila ingressi giornalieri di gente proveniente dalla provincia o di turisti. Una situazione ormai al limite, con la città paralizzata dalle code e dai girotondi infiniti di automobilisti alla ricerca di un parcheggio che non c’è: questione di numeri e matematica e non di punti di vista.
La consapevolezza dei dati è un buon punto di partenza, ma questo non può fermare la ricerca di uno stallo in città quando il lavoro attende o c’è un appuntamento da rispettare.
Le alternative però sono ben poche, e spesso quindi si finisce per imbattersi nelle soste “selvagge” organizzate dai parcheggiatori abusivi. Presidiano le zone della sosta h24, sbucano quasi dal nulla con una torcia accesa e sono pronti a ricavare dal nulla spazi che diventano parcheggi per le auto. Quasi mai aggressivi e spesso cordiali, sfuggono ai controlli ma riempono spazi e luoghi lasciati all’autodisciplina dei cittadini.
Nell’area della Camera di commercio se ne contano almeno tre in attività tutto il giorno, borsello in spalla o marsupio alla cinta, vanno avanti e indietro, danno indicazioni e incoraggiano gli spazientiti automobilisti a fermarsi in sosta. In cambio attendono qualche monetina, tra i 50 centesimi e l’euro. Una semplice offerta (senza ricevuta), che grazie al turnover delle vetture può alimentare un bel gruzzoletto, che giornalmente può superare anche le 150 euro. Mensilmente quindi, con una media di 100 euro al giorno, “lo stipendio” da parcheggiatore abusivo si aggira sui 3mila euro.
Stessa scena si registra anche in pieno centro cittadino e nell’area attorno al cimitero. Qui però i parcheggiatori compaiono a fasce orarie: nella pausa pranzo (dalle 14 alle 16), la sera dopo le 21 e la domenica. Seguono la movida e attendono i giovani che dalla provincia si riversano in città per divertimento. Entrano in azione, quindi, quando la sosta oraria non si paga al parcometro e i controlli calano. Altri punti sensibili sono poi il parcheggio dell’ex Foro Boario nei weekend, piazza Palio nelle giornate del mercato, e la zona stadio quando il Lecce gioca in casa le gare di campionato.
Il numero di affari in città non è quantificato, ma può raggiungere quote elevate soprattutto a ridosso delle festività. E i guadagni chiaramente non si sa che fine facciano.
I controlli
Una prima stretta delle forze dell’ordine c’è già stata. Polizia, carabinieri e polizia locale hanno messo a segno i primi interventi e degli altri sono in programma nelle prossime settimane.
A conti fatti però la sosta in città, quasi introvabile, ai fortunati rischia di costare il doppio, una prima volta al Comune attraverso i parcometri e poi ai parcheggiatori non autorizzati. Un’odissea dunque per i tanti automobilisti leccesi che sempre più spesso ci rimettono tempo e monetine a caccia di uno stallo per la sosta, e parafrasando una battuta del cortometraggio dei “Lesionati”, vedono nel parcheggio in città “un apostrofo rosa tra le strisce blu” e i parcheggiatori abusivi.
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