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«Ha agito per legittima difesa» La Nuova Sardegna #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Olbia «Davide Iannelli si è dovuto difendere da Tony Cozzolino, non c’è stata nessuna premeditazione, né crudeltà. Aveva la bottiglietta con la benzina in mano perché quello era l’unico strumento che aveva in quel momento a disposizione per difendersi». Al termine dell’arringa difensiva, durante la quale per tre ore e mezzo hanno cercato di smontare l’impianto accusatorio, gli avvocati Abele e Cristina Cherchi hanno chiesto l’assoluzione per Davide Iannelli, accusato di aver cosparso di benzina e dato fuoco al suo vicino di casa, all’esterno delle case popolari di via Salvatore Petta, nel quartiere San Nicola. «Non è punibile perché ha agito in stato di legittima difesa», ha detto l’avvocato Cristina Cherchi.

I difensori dell’imputato – a processo in Corte d’Assise, a Sassari, per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà – hanno chiesto in subordine la riqualificazione del reato in omicidio preteritenzionale, senza le aggravanti e col riconoscimento delle attenuanti generiche, e in caso di condanna hanno chiesto l’applicazione delle attenuanti generiche. «Davide Iannelli si è dovuto difendere da una colluttazione che ha voluto Cozzolino. Lui non voleva la sua morte. Iannelli ha sempre detto la verità, e tutto ciò che ha detto trova riscontro negli atti», hanno rimarcato i difensori.

  «Non c’è stato nessun silenzio assordante da parte dell’imputato, come ha sostenuto la pubblica accusa: lui ha parlato da subito, immediatamente dopo il fatto è andato in commissariato e ha raccontato cos’era successo». Nelle udienze precedenti il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, e la sostituta Claudia Manconi avevano chiesto la condanna all’ergastolo. Il processo proseguirà il 5 novembre con le repliche e per quella data è attesa la sentenza. (t.s.)



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