Crescono le case vacanza e il costo delle locazioni. E il centro in 10 anni ha perso il 38% dei residenti, che hanno indetto gli Stati generali contro l’iperturismo
Un centro con sempre meno abitanti, completamente invaso dai turisti. Per questo i residenti hanno deciso di indire gli «Stati generali contro l’iperturismo», di far parlare i numeri e di chiedere a gran voce al Campidoglio nuove regole, soprattutto nei confronti dei bus turistici e dei bed & breakfast.
E se, secondo l’ultimo dossier dell’Istat (luglio di quest’anno) la popolazione residente nel I Municipio in dieci anni è scesa del 38 per cento, con punte del 45 per cento a Trastevere, e continuano a perdere abitanti quartieri come Trevi (-39 per cento) e Monti (-35 per cento), le cose non vanno meglio perfino in quartieri periferici come il Pigneto e Centocelle.
Invasione di case vacanza
Partendo proprio dalle locazioni lampo Maria Luisa Mirabile, di «GRoRAB» (Gruppo romano regolamentazione affitti brevi), ha ricordato che «a Roma vi sono ufficialmente 35mila offerte di questo tipo sulle piattaforme, ma si stimano duemila abusivi e gli “irregolari” nella città potrebbero arrivare a oltre 15 mila».
Così alla fine tra abusivismo e regole contorte i b&b in senso stretto e regolari «in città sono circa mille. Anche perché – aggiunge – in quasi tutti questi mini appartamenti ormai si entra digitando un codice e non è più presente il padrone di casa, che invece vi dovrebbe risiedere secondo le norme». Un’invasione di case vacanza e ospitalità alternativa agli alberghi che è arrivata in zone come il Pigneto o Centocelle.
Quartieri nei quali, spiega Sara Fiordaliso dell’associazione Nonna Roma, «a chi scade l’affitto non resta che andare altrove, perché i proprietari passano a queste locazioni più remunerative. Oggi nella zona per un piccolo appartamento ci vogliono 1.200-1.500 euro quando prima erano a 700-800 euro al mese. Andando poi a vedere l’offerta – aggiunge – ci sono solo 70 appartamenti contro 1.050 b&b».
La lotta ai bus turistici
E se nella convention di comitati e associazioni (oltre quindici gli interventi) si è puntato il dito anche contro i dehors e contro il progetto di un grande porto per le navi da crociera a Fiumicino, nel mirino ci sono stati in particolare i bus turistici.
«L’aumento della tariffa proposto dal dipartimento Mobilità del Comune è inutile – sostiene Antonia Tomassini di Motus -. Deve passare il principio che all’interno del centro i torpedoni non possono entrare. Il loro impatto peggiora a dismisura il problema degli spazi per la mobilità, già gigantesco, e provoca un’occupazione di suolo pubblico che abbiamo contato arrivare a 14 stadi di calcio, ritenendo vera la cifra ufficiale di 900 ingressi al giorno mentre in realtà sono molti di più». «Occorre che la loro presenza – ha detto Paolo Gelsomini di Carteinregola – sia preclusa oltre che in centro (zona A) anche nella zona semicentrale (zona B), con parcheggi di scambio attrezzati all’ingresso della città».
No al turismo da selfie
Per Mario Tozzi, il noto divulgatore scientifico, «occorre superare la cultura di un turismo da selfie per affermare regole di fruizione più compatibili con la bellezza dei luoghi. C’è chi pensa che dopo un giro sui bus a due piani abbia visto Roma, ma questo non è vero, né è educativo». E non è mancata una puntata sul ticket a Fontana di Trevi, con Massimo Marnetto di Civico 17: «Far pagare un biglietto non allevia la pressione dei turisti – ha detto – che pagheranno senza problemi pochi euro per farsi il selfie. Tra l’altro il biglietto creerebbe un “effetto bordo” con l’intasamento delle strette vie limitrofe. Occorre ragionare per tutto su un modello di programmazione dei flussi turistici».
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