Nel 2024 sono cambiati i limiti e gli importi entro cui è possibile avviare il pignoramento. Questi i dati aggiornati da tenere sotto controllo.
Il pignoramento è uno dei metodi più efficaci che il fisco ha a disposizione per recuperare i debiti che i cittadini hanno nei confronti della Stato. Certo si tratta dell’atto finale di un lungo processo a cui si arriva quando proprio non ci sono altre alternative possibili.
Ma proprio perché il creditore è il Fisco italiano, la riscossione dei debiti ha dei paletti ben precisi che non possono essere oltrepassati. Regole ferree come l’impossibilità di pignorare la casa se si tratta dell’immobile di residenza del debitore e se non rientra nella categoria degli immobili di lusso -cosa questa che invece può non frenare i creditori qualora questi siano privati- e così via.
Il più importante dei limiti da rispettare per l’Agenzia delle Entrate e Riscossione è quello di garantire il minimo vitale del lavoratore o pensionato che è in debito. Per questo motivo, ogni anno, cambiano i limiti numerici, in termini di euro, che impediscono all’Ente di avviare la fase di pignoramento.
I limiti 2024 sotto i quali il pignoramento è impossibile
Attenzione il pignoramento può essere avviato per un debito di qualsiasi entità, il principio del minimo vitale è una regola che l’Ente deve seguire e che gli impedisce, per esempio, di pignorare l’intero stipendio di un lavoratore.
A ben vedere, quindi, la definizione più esatta è: qual è il minimo vitale impignorabile? Cioè qual è la somma limite al di sotto della quale l’Agenzia delle Entrate non può avviare la procedura? Il concetto è semplice è cioè quello, anche in caso di forti debiti, di permettere al cittadino una vita dignitosa.
È bene quindi fare una piccola distinzione a seconda che il debitore sia un pensionato o un lavoratore. Nel primo caso sono impignorabili quelle somme che non supera di un terzo l’assegno sociale. Quest’anno l’assegno è fissato a 534,41 euro; questo vuol dire che un pensionato che riceve fino a 1.603,23 euro al mese non si vedrà pignorata la pensione.
Quando, invece, il debitore è un lavoratore il discorso cambia leggermente. Secondo la legge si può arrivare a pignorare fino ad 1/5 dello stipendio netto. Si parla di stipendio netto non a caso, in quanto il calcolo è fatto a seguito delle trattenute fiscali e dei contributi previdenziali a carico del lavoratore. Attenzione poi anche alle somme accreditate dopo o nella data del pignoramento; anche queste, secondo quanto previsto dall’ordinamento possono essere pignorate di un quinto.
Infine, qualora l’Agenzia delle Entrate opti per il pignoramento immobiliare dovrà rispettare il limite dei 120mila euro; questo vuol dire che questa pratica potrà essere avviata solo nel caso in cui il debito superi questa somma.
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