Sembra che sia non troppo lontano l’addio alle carte di credito e di debito come le conosciamo oggi, visto che si parla dell’anno 2030.
Da tale anno saranno in vigore nuovi metodi di pagamento virtuali, che rivoluzioneranno le nostre abitudini di pagamento.
Negli ultimi anni i metodi di pagamento si sono evoluti grazie al progresso tecnologico, con la notevole riduzione dell’uso del contante a favore dei pagamenti con carte, fisiche o digitali.
Ma prima di affrontare l’argomento della rivoluzione dei sistemi di pagamento, chiariamo cosa si intende per carte di debito e carte di credito, termini che spesso vengono usati impropriamente.
La doverosa premessa è che entrambe si “appoggiano” a un conto corrente bancario o postale, e che entrambe sono, insieme ad altri (bonifici bancari, etc.), strumenti di pagamento elettronici che sostituiscono il contante.
C’è anche da precisare che, per il titolare di un conto corrente, oggi è indispensabile avere una carta di debito, usualmente chiamata “bancomat”, in quanto le banche tendono a far scomparire gli sportelli presidiati da dipendenti, sostituiti dagli “ATM – Automated Teller Machine”, sportelli automatici collegati a reti telematiche che permettono lo svolgimento di quasi tutte le operazioni (prelievi e versamenti di contante, bonifici, ricariche telefoniche, ecc.) 24 ore su 24.
Tra breve gli sporteli bancari presidiati dai dipendenti saranno drasticamente ridotti e verranno utilizzati solo per operazioni non consentite tramite gli ATM.
Ma non è indispensabile che un correntista abbia pure una “carta di credito” e vedremo in seguito perché.
La carta di debito, quindi, è uno strumento di pagamento elettronico, e ogni titolare di conto corrente deve possederne una: sul fronte è possibile leggere i dati del titolare (ma non tutte le banche li stampano), una sequenza di numeri identificativi e c’è un chip con i dati identificativi del cliente e del conto; sul retro un codice di tre cifre, da utilizzare in talune circostanze, e altri codici identificativi e di servizio.
A differenza della “carta di credito”, la “carta di debito” è lo strumento che consente di acquistare, senza l’utilizzo dei contanti ma con il denaro in possesso del correntista al momento sul conto, anche se il saldo dello stesso è negativo a fronte di una autorizzazione (affidamento) che la banca ha concesso; il pagamento è immediato.
E’ uno strumento molto utile e al tempo stesso delicato, quindi deve essere gestito nel modo giusto per evitare di incorrere in problemi finanziari e mala-gestione.
La “carta di debito” viene utilizzata anche per pagare beni e servizi presso negozi che hanno il “POS – Point of Sale”, (ormai dovrebbero averlo tutti in quanto obbligatorio per legge, anche edicole, bar, tabaccherie, ecc.).
L’importo speso viene addebitato istantaneamente sul conto corrente collegato. Questo significa che il saldo del conto viene ridotto immediatamente ogni volta che si utilizza la carta.
Queste sono comunemente utilizzate in tutto il mondo, dato che rappresentano lo strumento principale dei pagamenti elettronici.
Spesso divengono addirittura «digitali», come ad esempio l’evoluzione del “Bancomat Pay”.
Ma oltre agli acquisti nei negozi fisici tramite POS, la carta di debito può essere impiegata per effettuare pagamenti online, trasferimenti di denaro, ricariche telefoniche o pagamenti di bollette.
Oggi, molte carte di debito sono dotate di “tecnologia contactless”, che, per importi ridotti, permette di effettuare pagamenti semplicemente avvicinando la carta al terminale di pagamento, senza la necessità di inserire il PIN .
Questa funzionalità, unita alla sicurezza offerta da sistemi di protezione come il PIN e l’autenticazione a due fattori per i pagamenti online, rende la carta di debito uno strumento sicuro e pratico.
Un altro aspetto importante da considerare è che le carte di debito emesse oggi possono appartenere a circuiti internazionali come “VISA o Mastercard”, il che le rende utilizzabili in tutto il mondo per acquisti e prelievi in valuta estera, a fronte del pagamento di commissioni, che possono variare in base alla banca e al tipo di carta.
Quando si utilizza una carta di debito per effettuare un pagamento presso un negozio fisico, il terminale “POS – Point of Sale” stabilisce una connessione con il circuito bancario associato alla carta (ad esempio, Maestro, VISA o Mastercard).
Una volta che la transazione viene autorizzata tramite l’inserimento del PIN o la funzionalità “contactless”, l’importo viene sottratto direttamente dal saldo disponibile del conto.
Uno degli aspetti più importanti del funzionamento della “carta di debito” è la presenza di limiti giornalieri di spesa e prelievo, stabiliti dalla banca emittente, che variano in base al tipo di carta e alle preferenze del cliente.
Ad esempio, alcune carte possono permettere un massimo di 1.000 euro al giorno in pagamenti o prelievi, mentre altre possono avere soglie inferiori o superiori.
Questi limiti servono sia come misura di sicurezza sia per evitare spese eccessive.
Negli ultimi anni, l’utilizzo delle carte di debito per “acquisti online” è cresciuto esponenzialmente. Grazie alla connessione a circuiti internazionali come VISA-Debit o Mastercard-Debit, è possibile utilizzare la carta di debito per pagare su qualsiasi piattaforma di “e-commerce”, sia a livello nazionale che internazionale. Ma non tutte le carte di debito hanno questa possibilità.
Quando si utilizza la carta di debito per acquisti online, vengono richiesti alcuni dati chiave, come il numero della carta, la data di scadenza e il codice di sicurezza CVV. Inoltre, molte banche adottano sistemi di autenticazione avanzata, come il 3D Secure (ad esempio, Verified by VISA o Mastercard Secure Code), che aggiunge un ulteriore livello di sicurezza tramite una password temporanea o un’autenticazione a due fattori.
Ma l’utilizzo più comune della “carta di debito” è il prelievo di contante dagli sportelli automatici (ATM).
Anche in questo caso, il funzionamento è molto semplice: inserendo la carta nell’ATM e digitando il PIN, è possibile prelevare denaro fino al limite giornaliero imposto dalla banca.
Per le “carte di credito” rinviamo ad un prossimo articolo per non stancare i lettori.
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