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Alluvioni, appello di Legambiente: «Basta ritardi, il Governo trovi i soldi per il Piano sul clima del 2023» #finsubito prestito immediato


di
Redazione Buone Notizie

Il «Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici» è stato approvato nel 2023 ma «in dieci mesi il Governo non ha ancora stanziato le ritorse per attuare gli interventi previsti: è ora di cambiare passo». Così il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, nell’appello lanciato in concomitanza con le alluvioni che si abbattono sull’Italia.

«Basta ritardi. Si stanzino le risorse necessarie per attuare il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e si acceleri il passo verso una transizione ecologica incentrata su lotta alla crisi climatica, economia circolare, mobilità sostenibile e innovazione produttiva,
che ha già prodotto 3,2 milioni di posti di lavoro». È questa la sintesi dell’appello che Legambiente lancia al governo di Giorgia Meloni nelle stesse ore in cui migliaia di famiglie – soprattutto in Emilia Romagna ma non solo – stanno lottando contro l’acqua che sembra esplodere dal cielo, dalla terra, dai fiumi: e che non è però l’esplosione di un fato imprevedibile, bensì l’esito di una crisi climatica subìta senza alcuna prevenzione malgrado fosse ampiamente annunciata.

«Gli eventi meteo estremi che in queste ore hanno colpito nuovamente il Paese ci ricordano che l’Italia non deve perdere altro tempo. Il Paese paga lo scotto di troppi ritardi su lotta alla crisi climatica, strategie di adattamento e mitigazione, transizione ecologica». Le parole con cui l’appello ha inizio sono quelle sottoscritte dai rappresentanti di Legambiente a  Rispescia, nella Maremma grossetana, in occasione della giornata conclusiva della XXIII Assemblea nazionale dei circoli che ha visto riuniti dal 18 al 20 ottobre oltre 500 volontari e volontarie di circoli e regionali provenienti da tutta Italia. E il testo prosegue: «Si stanzino subito le risorse economiche necessarie per attuare il Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il Pnacc approvato nel dicembre 2023, che permetterebbero la realizzazione delle 361 azioni previste dal documento. Inoltre, il Paese deve accelerare il passo verso una transizione, incentrata su lotta alla crisi climatica, economia circolare, mobilità sostenibile e innovazione produttiva, che ha già prodotto oltre 3 milioni di posti di lavoro. È questa la direzione che l’Italia deve seguire con coraggio e determinazione, abbattendo al tempo stesso quegli ostacoli che oggi ne frenano lo sviluppo e contrastando le tante fake news che portano solo disinformazione e altri ritardi».




















































«A dieci mesi dall’approvazione del Pnacc – sottolinea  Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – devono essere ancora stanziate le risorse economiche per attuare gli interventi previsti. Un ritardo inspiegabile mentre l’Italia continua ad andare “sott’acqua” e dove a rimetterci in termini di danni economici e anche perdite di vite umane sono persone, comunità e imprese. Al Governo Meloni chiediamo che vengano stanziate subito le risorse necessarie e che il Paese prenda la giusta rotta per colmare i grandi ritardi che riguardano, in primis, la lotta alla crisi climatica e l’accelerazione della transizione ecologica. Il Paese deve abbandonare ogni visione miope e distorta legata a fonti inquinanti e obsolete come gas, petrolio e nucleare. Gli oltre 100 cantieri, tra storie e buone pratiche, che abbiamo visitato e mappato in un anno e mezzo sono la testimonianza che si tratta di una rivoluzione possibile. E che è già in atto».

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Sono i racconti contenuti nella campagna itinerante dedicata a «I cantieri della transizione ecologica»: storie di chi punta sull’economia circolare e chi è in prima linea per decarbonizzare i grandi impianti industriali energivori, chi punta su agrivoltaico e rinnovabili, chi lavora per la rigenerazione urbana, solo per citarne qualcuna. «È questa – insiste Ciafani – l’Italia che va nella giusta direzione».

E dallo stesso luogo Legambiente lancia anche un secondo messaggio, riassunto nello striscione «Ambiente è lavoro» per ricordare i 3,2 milioni (dati di Fondazione Symbola e Unioncamere) di posti di lavoro «verdi» attivi in Italia. Temi su cui le volontarie e i volontari di Legambiente si sono confrontati in questi tre giorni, parlando anche dell’importanza del ruolo del volontariato e dell’attivismo anche in vista del secondo Congresso dell’Alliance of European Voluntary Service Organisations in programma fino al 27 ottobre sempre a Rispescia, subito dopo l’Assemblea dei Circoli.

20 ottobre 2024

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