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Stai per comprare la tua prima casa, hai ereditato un immobile, vorresti fare un investimento. Ma nei fatti, quanto costa mantenere una casa e quali spese sono da tenere in considerazione? Scopri con noi tutti i costi da sostenere, per poter pianificare e non rimanere impreparato rispetto a variabili impreviste

Le utenze e le spese condominiali

La prima voce nel mantenere un immobile sono le utenze e le eventuali spese condominiali. Queste dipendono dal tipo di immobile, dalle dimensioni, dalla zona climatica e dall’utilizzo che se ne fa.

Le voci da considerare sono energia elettrica, gas, acqua e TARI (mettiamo la TARI tra le utenze perché è possibile disattivarla, qualora l’immobile non sia utilizzato e tutte le utenze siano staccate).

Considerate un costo FISSO di circa 60 euro/mese semplicemente per avere le utenze collegate, ai quali vanno aggiunti i consumi (Secondo l’Istat in media una famiglia italiana spende circa € 2500,00 anno di utenze!). Il costo delle utenze è sensibilmente ridotto qualora l’intestatario sia residente nell’immobile, e variano in base alle dimensioni dell’immobile, a quante persone lo vivono, alla classe energetica e alla zona climatica.

La manutenzione

Manutenzione ordinaria

Un immobile va mantenuto in ordine, con piccoli e regolari interventi perché non decada e si deteriori. Questi interventi vanno fatti sia che l’immobile sia abitato sia che sia vuoto.

Per esperienza un immobile vuoto e non utilizzato si deteriora molto più velocemente che un immobile abitato!! In questi interventi vanno considerati la pulizia annuale della caldaia, la sostituzione e manutenzione dell’esterno, delle veneziane, di elettrodomestici ed elementi interni ed esterno. Secondo una stima di Confedilizia, la spesa media annuale per la manutenzione ordinaria di una casa è di circa 600-1.200 euro annue.

Manutenzione straordinaria

Non sarà un intervento annuale, ma prima o poi i grandi lavori, magari rimandati nel tempo, saranno da fare. In questo caso si parla di sostituire una caldaia, riprendere il tetto, rifare la facciata, mettere a norma gli impianti, cambiare gli infissi. Questa spesa può variare notevolmente, ma consigliamo di accantonare una quota ogni anno, per non farsi trovare sorpresi da spese importanti ma prevedibili e che prima o poi arriveranno!

Le tasse

Le tasse sulla casa sono tra le più basse in Europa, e nonostante il messaggio contrario, in realtà incidono relativamente poco rispetto agli altri costi.

Ci sono tre tasse in particolare: l’IMU, la Tasi e la Tari.

L’IMU (Imposta municipale Unica) è l’imposta sulla proprietà. È completamene azzerata per le prime case, e ridotta per le seconde case concesse in affitto (con ulteriori riduzioni se l’immobile è affittato seguendo i criteri del canone concordato). Si paga pienamente per gli immobili non utilizzati.

La TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili). La TASI, invece, copre servizi come l’illuminazione pubblica e la manutenzione stradale. Le aliquote variano da comune a comune e vi sono aree (ad esempio a Ravenna) dove la TASI è completamente azzerata.

La TARI (Tassa sui Rifiuti) è un’altra imposta importante (Citata anche tra le utenze). È calcolata in base alla superficie dell’immobile e al numero di occupanti. In media, una famiglia italiana paga circa 300-400 euro all’anno per la TARI. La TARI ha tariffe ridotte per i residenti e in caso di immobile non abitato (e con tutte le utenze staccate) si può non pagare.

Quanto costa mantenere una casa vuota

Una casa vuota è un costo, in quanto tutte le voci precedentemente elencate sono da prendere in considerazione. Le uniche spese che possono essere ridotte sono le utenze e la TARI, disattivandone l’allaccio, ma rendendo l’immobile inutilizzabile.

Spese fisse, manutenzione e tasse

Dunque tenere una casa è vuota è impegno importante: ci sono spese fisse e costanti nel tempo. L’IMU come seconda casa, le spese condominiali, e tutti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria (a meno che non decida di lasciare andare in malora l’immobile!). Infatti una casa non abitata può deteriorarsi più rapidamente a causa della mancanza di ventilazione, di manutenzione regolare o con impianto mai utilizzato e che possono bloccarsi. Questo può portare a costi di riparazione molto più elevati nel lungo termine.

Le utenze minime generano comunque costi, date le spese fisse che comporta essere collegate alla rete.

Il capitale bloccato

C’è un’altra voce che spesso viene sottovalutata o non presa in considerazione. Il capitale investito in una casa non è immediatamente liquido, il che significa che non può essere facilmente convertito in denaro contante. Questo può influenzare le finanze personali, soprattutto in caso di emergenze finanziarie. Tenere un capitale fermo e non produttivo, ne fa perdere il valore nel tempo, per mancate opportunità.

Se si ha una casa ferma, dovrebbero esserci solo due alternative possibile (a meno di piani a lungo termine!). Un immobile perché sia un investimento deve essere messo a reddito, dunque locato, o venduto per reinvestire in altri asset che possano essere produttivi.

In una casa affittata sarà l’inquilino a dovere sostenere le spese delle utenze, le piccole spese di manutenzione, e buona parte delle spese condominiali. Vi troverete un IMU ridotta, e una casa custodita e vissuta. Inoltre con il canone incassato potrete pagare e raccogliere le risorse per le tasse e accantonare un fondo per le spese straordinarie, oltre ad avere una parte di liquidità per la vostra quotidianità. L’importante è una scelta di un inquilino regolare e solvibile.

Se invece non è vostra intenzione affittare per timore di eventi negativi, l’immobile va venduto, a meno di non essere disposti a pagarne i costi che sommati negli anni possono arrivare a cifre importanti, mangiandosi buona parte del capitale che costituisce la vostra casa.

Il valore della casa come investimento

Dunque conviene comprare casa o investire in un immobile considerando tutti questi costi? La risposta resta senz’altro SI. Ma l’immobile non crea ricchezza solo per il fatto di essere posseduto.

In caso di prima casa la scelta è netta: l’alternativa è pagare il mutuo di qualcun altro!

In caso di case usate come investimento, perché l’investimento sia valido l’immobile deve essere messo a reddito, utilizzato e valorizzato, in modo da creare un’entrata costante per coprirne tutte le spese e averne un guadagno. Ribadiamo: se l’immobile resta vuoto, sarà un costo, un pessimo investimento, e vi consigliamo di vendere per investire i vostri risparmi in un altro tipo di asset.

Hai un immobile a Ravenna, sei indeciso di venderlo, affittarlo o di come gestirlo? Contattami al 333/3797118 per una consulenza gratuita!

 

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