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L’11 aprile si è tenuta un’importante audizione dell’Ance presso la Commissione Finanze del Senato, focalizzata sul Decreto Legge 39/2024, che introduce nuove normative per la gestione dei Superbonus e altre agevolazioni fiscali in edilizia.

La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, ha sollevato preoccupazioni significative riguardo le modifiche proposte, che potrebbero avere impatti retroattivi e restrittivi per famiglie e imprese.

Queste modifiche rischiano non solo di bloccare numerosi cantieri, ma anche di generare contenziosi e complicazioni amministrative significative.

L’articolo analizzerà nel dettaglio le implicazioni di queste modifiche legislative e le possibili soluzioni proposte per mitigare gli effetti negativi sul settore edile.

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Monitoraggio e valutazione dell’impatto del Superbonus

La presidente Brancaccio ha evidenziato la necessità, emersa già nei primi mesi di applicazione del Superbonus, di un monitoraggio costante sulle agevolazioni fiscali. Questo monitoraggio dovrebbe concentrarsi su vari aspetti quali il numero e il valore delle autorizzazioni presentate, i cantieri avviati, e l’utilizzo dei crediti fiscali.

In risposta a questa necessità, il nuovo decreto propone l’introduzione di un sistema di monitoraggio per i cantieri Superbonus attivi in Italia.

Tuttavia, l’Ance esprime preoccupazione per le modifiche che introducono limitazioni retroattive alle modalità di fruizione dei bonus, come la cessione del credito e lo sconto in fattura, precedentemente permessi in certi casi specifici.

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Critiche alle modifiche retroattive e impatti sui cantieri

L’intervento del Decreto Legge 39/2024 sulle normative del Superbonus ha suscitato numerose perplessità, soprattutto per la natura retroattiva di alcune misure. In particolare, la cancellazione delle opzioni di cessione del credito e dello sconto in fattura nei casi precedentemente consentiti rappresenta un duro colpo per molte situazioni già avviate.

Queste restrizioni non solo influenzano i nuovi interventi ma estendono il loro effetto anche a progetti in corso, i quali si basavano su normative stabilite in precedenza. Ad esempio, per gli enti del terzo settore e gli IACP, tali limitazioni eliminano completamente la possibilità di accedere a queste forme di agevolazione, mentre i condomini affrontano nuovi ostacoli nonostante la presenza di delibere assembleari e di documentazione già approvata come la CILAS.

Queste modifiche, pertanto, non solo rischiano di bloccare i cantieri e di rallentare la riqualificazione edilizia ma potrebbero anche generare un aumento dei contenziosi tra le parti coinvolte, compromettendo l’efficacia stessa delle agevolazioni fiscali.

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Proposte di modifica per mitigare gli effetti negativi

Nel tentativo di risolvere le criticità emerse con l’adozione del DL 39/2024, Ance ha proposto alcune modifiche cruciali per proteggere i progetti già avviati e salvaguardare gli investimenti effettuati.

Tra queste, la possibilità di ammettere le opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura non solo per i lavori già avviati, ma anche per quelli che, pur non avendo iniziato fisicamente, hanno comportato spese documentate da fatture per acquisti di beni e servizi legati ai lavori previsti.

Inoltre, per gli interventi nelle aree colpite da sismi e calamità naturali, Ance suggerisce di estendere le deroghe esistenti, attualmente limitate a specifici eventi, includendo tutte le aree colpite dal 2009 in poi, assicurando così continuità e supporto in tutte le fasi di ricostruzione.

In aggiunta a queste modifiche, Ance si esprime anche contro le nuove limitazioni imposte alle ONLUS e agli Enti del terzo settore, per i quali le nuove regole eliminano praticamente l’uso dei bonus come detrazione. Propone, quindi, di mantenere le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura per questi enti, per non privarli degli incentivi fiscali necessari.

Infine, Ance critica la rimozione della “remissione in bonis” per l’invio tardivo delle comunicazioni di cessione del credito e sconto in fattura, sottolineando la necessità di preservare queste opzioni per consentire correzioni di errori commessi in buona fede e per evitare penalizzazioni eccessive per ritardi o disguidi burocratici. Propone, pertanto, che si possa mantenere la possibilità di una comunicazione tardiva o di correzione di errori entro termini ragionevoli.

Queste proposte di modifica mostrano un chiaro intento da parte di Ance di preservare gli investimenti esistenti e garantire la continuità delle operazioni di ristrutturazione edilizia e di recupero antisismico.

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Conclusione e riflessioni finali

L’audizione Ance del 11 aprile presso la Commissione Finanze del Senato ha messo in luce le preoccupazioni significative legate alle recenti modifiche normative sul Superbonus e altre agevolazioni fiscali in edilizia.

La retroattività delle norme e le nuove restrizioni imposte rappresentano una sfida cruciale per il settore edilizio, influenzando non solo la pianificazione e l’esecuzione dei progetti esistenti, ma anche la fiducia e la stabilità economica di famiglie e imprese.

Le proposte di modifica avanzate da Ance mirano a mitigare questi effetti negativi, preservando gli investimenti e assicurando la continuità delle operazioni di recupero e riqualificazione.

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