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Per il 2022 sono previsti numerosi contributi a fondo perduto per le imprese. Questa tipologia di finanziamenti si contraddistingue per una caratteristica molto vantaggiosa: la quota erogata dall’ente verso l’impresa, non deve essere restituita. Ogni bando prevede poi percentuali diverse per investimenti differenti, ma alla base del fondo perduto c’è il vantaggio di non dover mai restituire il prestito. Quest’anno le PMI italiane possono accedere a varie opportunità a fondo perduto, come ad esempio il Digital Transformation, ON-Nuove imprese a tasso zero, Resto al Sud e Tech Fast Lombardia. Se vuoi scoprire tutti i dettagli, continua a leggere questo articolo.

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Contributo a fondo perduto per imprese: cos’è?

Il fondo perduto è un’agevolazione che viene erogata da enti pubblici nei confronti di imprese che accedono a finanziamenti in cui è prevista questa forma di contributo. In sintesi, il fondo perduto è un contributo in forma percentuale che varia in base alla tipologia del bando. Viene erogato secondo alcuni parametri definiti dal bando e si applica sul valore di un bene o di un’attività d’investimento che l’impresa abbia sostenuto.

La percentuale di fondo perduto per essere riconosciuta, in genere, deve essere rendicontata all’ente erogatore del contributo stesso. Soltanto dopo che l’impresa ha sostenuto l’investimento potrà beneficiare del contributo a fondo perduto. Le forme del contributo a fondo perduto sono molteplici e permettono, per esempio, di acquistare prodotti, servizi e beni, senza pagare interessi su mutui o prestiti.

Come detto in precedenza, il fondo perduto viene riconosciuto in forma percentuale (solitamente varia dal 40% ad un massimo dell’80%) e quindi non permette all’impresa di coprire tutto l’investimento sostenuto. Tuttavia, alcuni finanziamenti per l’agevolazione che offrono, sono i più ambiti rispetto ad altri. 

Digital transformation, il fondo perduto per imprese che mirano a digitalizzarsi

La misura del MISE è volta a favorire la trasformazione digitale e tecnologica di quelli che sono i processi produttivi delle PMI italiane attraverso l’implementazione di tecnologie abilitanti individuate nel Piano nazionale Impresa 4.0 e delle tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera.

Il finanziamento Digital Transformation si rivolge alle PMI regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, con sede operativa in Italia, operanti prevalentemente nel settore manifatturiero, nel settore dei servizi diretti alle imprese manifatturiere, nel settore turistico o nel settore del commercio.

Quali sono gli interventi ammissibili per il contributo previsto da Digital Transformation?

Gli interventi ammissibili sono per i progetti di trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, di importo compreso tra 50.000€ e 500.000€ e da realizzarsi nell’ambito di un’unità produttiva ubicata sul territorio nazionale.

L’avvio dei progetti deve essere necessariamente svolto successivamente alla presentazione della richiesta di agevolazione e da ultimarsi entro 18 mesi dalla data di concessione del beneficio, diretti all’implementazione di:

  • tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale impresa 4.0 (advanced manufacturing solutions, additive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics);
  • tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate:
    1. all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori;
    2. al software;
    3. alle piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio;
    4. ad altre tecnologie, quali sistemi di e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati (electronic data interchange-EDI), geolocalizzazione, tecnologie per l’in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things.

Caratteristiche dei progetti ammissibili: cosa devono prevedere?

Ai fini della loro ammissibilità, i progetti di cui sopra devono prevedere la realizzazione di:

  • attività di innovazione di processo o di innovazione dell’organizzazione, le cui spese devono essere relative a:
    • personale dipendente del soggetto proponente o in rapporto di collaborazione o di somministrazione lavoro. Cioè, relative al titolare di specifico assegno di ricerca, limitatamente a tecnici, ricercatori ed altro personale ausiliario, nella misura in cui sono impiegati nelle attività previste dal progetto (restano escluse le spese del personale con mansioni amministrative, contabili e commerciali);
    • strumenti e le attrezzature di nuova fabbricazione, nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto;
    • servizi di consulenza e gli altri servizi utilizzati per la realizzazione del progetto, inclusa l’acquisizione o l’ottenimento in licenza dei risultati di ricerca, dei brevetti e del know-how tramite una transazione effettuata alle normali condizioni di mercato;
    • spese generali supplementari e altri costi di esercizio, compresi i costi dei materiali, delle forniture e di prodotti analoghi, direttamente imputabili al progetto;

Quali altri investimenti copre l’agevolazione Digital Transformation?

L’agevolazione copre anche gli investimenti relativi a:

  • immobilizzazioni materiali, quali macchinari, impianti e attrezzature tecnologicamente avanzate ovvero tecnico-scientifiche;
  • immobilizzazioni immateriali necessarie alle finalità del progetto agevolato;
  • servizi di consulenza specialistica strettamente funzionali alla realizzazione del progetto (nella misura massima del 10% dei costi complessivi ammissibili);
  • canone per l’utilizzo, mediante soluzioni cloud computing, dei programmi informatici ovvero per la fruizione di servizi di connettività a banda larga o ultra-larga;
  • servizi resi alle PMI beneficiarie dal soggetto promotore capofila per la gestione delle iniziative (nella misura massima del 2% dei costi complessivi ammissibili).

Ciascuna azienda può presentare una sola domanda di accesso alle agevolazioni che può riguardare unicamente un progetto di:

  • innovazione di processo;
  • dell’organizzazione;
  • di investimenti.

Qual è la percentuale dei costi coperta dal contributo?

L’incentivo è concesso in misura pari al 50% dei costi ammissibili, secondo le seguenti modalità:

  • 10% sotto forma di contributo a fondo perduto;
  • 40% sotto forma di finanziamento agevolato.

L’erogazione delle agevolazioni spettanti avverrà in due quote, secondo lo stato di avanzamento dei progetti e il pagamento delle relative spese, nella fattispecie:

  • il soggetto beneficiario potrà richiedere l’erogazione della prima quota, pari al 50% delle agevolazioni concesse, entro 12 mesi dal provvedimento di concessione, successivamente al sostenimento di spese pari ad almeno il 50% dell’importo totale ammesso ad agevolazione ovvero, in alternativa, a titolo di anticipazione, previa presentazione di fideiussione bancaria o polizza assicurativa;
  • l’erogazione del saldo potrà essere richiesta dal soggetto beneficiario entro 60 giorni dalla data di ultimazione del progetto (da comunicarsi ad opera dell’azienda beneficiaria entro 30 giorni dalla stessa), successivamente al pagamento delle relative spese. A tal fine il soggetto beneficiario trasmetterà all’Ente gestore, nell’ambito della suddetta richiesta di erogazione a saldo, una relazione tecnica finale concernente il raggiungimento degli obiettivi connessi alla realizzazione del progetto di trasformazione tecnologica e digitale.

L’Ente gestore, entro 90 giorni dalla presentazione della relativa richiesta di erogazione, procederà, nei casi di esito positivo delle attività di verifica, all’erogazione delle agevolazioni spettanti e adotterà, per le richieste di erogazione a saldo, il provvedimento di concessione definitiva delle agevolazioni.

Contributi a fondo perduto imprese: scopri “ON – Nuove Imprese Tasso Zero”

Un’altra misura proposta da Invitalia è Nuove imprese tasso zero. 

Questa misura si rivolge ad “imprese” e “microimprese” composte da più della metà dei soci da giovani fino a 35 anni, o da figure femminili (senza alcun limite di età).

Si tratta di finanziamento rivolto sia a chi vuole avviare una nuova attività imprenditoriale, sia a chi lo ha già fatto negli ultimi cinque anni e prevede una parte a tasso zero della durata massima di dieci anni e di una parte di contributo a fondo perduto, per un importo complessivamente non superiore al 90% della spesa ammissibile. 

ON – Nuove imprese a Tasso Zero: differenze tra imprese con meno di 3 anni e costituite da massimo 5 anni

Le imprese che sono state costituite da meno di 3 anni possono accedere a un finanziamento fino ad un importo pari a 1.500.000€. Il finanziamento deve essere destinato a nuove iniziative oppure allo sviluppo di attività preesistenti. Nel caso sopra riportato, il fondo perduto non può superare il 20% delle spese. Tuttavia può essere incrementata di un ulteriore 20% attraverso l’acquisto di materie prime o servizi strumentali destinati allo svolgimento dell’attività lavorativa.

Le imprese che hanno dai 3 ai massimo 5 anni di vita, potranno richiedere un finanziamento per coprire gli investimenti già effettuati fino ad un importo massimo di importo pari a 3.000.000€. In questo caso l’importo deve comprendere obbligatoriamente nuove iniziative, ampliamenti o trasformazioni delle attività già esistenti. Per quest’ultima, il contributo a fondo perduto non andrà oltre 15%. Qualora venissero esaurite le risorse destinate al contributo a fondo perduto, sarà riconosciuta solo la parte del finanziamento a tasso agevolato. Tutti gli interventi previsti dovranno essere realizzati obbligatoriamente entro i 24 mesi a decorrere dalla data di stipula del contratto di finanziamento. 

Resto al Sud, tra i contributi a fondo perduto per aziende

Il bando Resto al Sud di Invitalia, supporta la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e liberi professionali in regioni del Sud italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). 

Si tratta di un incentivo destinato a coloro con un’età compresa tra i 18 e i 55 anni. Ad esclusione delle attività agricole e del commercio, il bando finanzia:

  • attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
  • turismo;
  • attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).

La misura Resto al Sud copre una percentuale fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000€ per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000€ nel caso in cui si tratti di una società composta da quattro soci. Per le sole ditte individuali con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000€.

A supporto del fabbisogno di circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:

  • 15.000€ per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
  • fino a un massimo di 40.000€ per le società.

Quali spese sono coperte da Resto al Sud?

Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi. Con Resto al Sud possono essere finanziate le seguenti spese di:

  • ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
  • macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
  • programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
  • spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa.

Va evidenziato che non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente.

Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così composte:

  • 50% di contributo a fondo perduto;
  • 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

A chi è rivolto Resto al Sud?

Il bando Resto al sud è rivolto agli under 56 che:

  • al momento della presentazione della domanda sono residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria)
    oppure
    trasferiscono la residenza nelle suddette aree entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria;
  • non sono già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017;
  • non hanno ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
  • sono privi di lavoro a tempo indeterminato e si impegnano a non averlo per tutta la durata del finanziamento.

Quali imprese possono fare richiesta?

Possono quindi fare richiesta per Resto al Sud:

  • le imprese costituite dopo il 21/06/2017;
  • oppure le costituende (la costituzione deve avvenire entro 60 giorni – o 120 giorni in caso di residenza all’estero – dall’esito positivo dell’istruttoria).

Fermo restando quanto sopra elencato, possono inoltre chiedere i finanziamenti:

  • i liberi professionisti ( in forma societaria o individuale ) che non risultano titolari di partita IVA nei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta (codice Ateco non identico fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche).

Contributi a fondo perduto regionali: scopri “Tech Fast Lombardia”

Si tratta di una misura prevista dalla Regione Lombardia. Si propone di intercettare progetti di sviluppo tecnologico, giunti ad un certo grado di maturità tecnico-scientifica, eventualmente abbinati ad attività di innovazione di processo. Lo scopo è quello di favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle PMI lombarde, agevolandone un riposizionamento competitivo grazie al raggiungimento di un più elevato potenziale in termini di produttività ed attrattività.

La riapertura dello sportello è subordinata al reperimento di nuove risorse derivanti dall’esito negativo delle istruttorie sulle domande presentate ovvero da altre fonti di finanziamento. Questo finanziamento si rivolge a PMI, come definite nell’Allegato I del Regolamento (UE) n. 651/2014, regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle Imprese. L’agevolazione prevede Contributo a fondo perduto, concesso con un’intensità di aiuto pari al 50% della spesa complessiva ammissibile del progetto, fino ad un massimo di 250.000€.

Come viene erogata l’agevolazione regionale Tech Fast Lombardia

L’agevolazione viene erogata in massimo due soluzioni:

  1. prima tranche a titolo di anticipo, fino ad un massimo del 40% dell’agevolazione (subordinatamente al rilascio di idonea garanzia fidejussoria di pari importo), qualora richiesto in fase di accettazione dell’agevolazione medesima;
  2. seconda tranche a saldo, a conclusione del progetto, previa verifica della relazione finale sull’esito del progetto e della rendicontazione finale delle spese ammesse.

Quali sono i progetti ammessi?

L’agevolazione ammette progetti che prevedono:

  1. lo sviluppo sperimentale e l’innovazione di processo (nell’ambito dei quali possono essere ricomprese anche attività di trasformazione digitale riconducibili ad esempio alle tecnologie abilitanti previste nel Piano 9 Nazionale Impresa 4.0 quali le advanced manufacturing solutions, addittive manufacturing, realtà aumentata, simulation, industrial internet of things, cloud computing, cybersecurity, big data2 ); 
  2. solo sviluppo sperimentale. 

Ciascun progetto deve, inoltre, fare riferimento ad una delle Macro-Tematiche delle Aree di specializzazione individuate dalla “Strategia regionale di specializzazione intelligente per la ricerca e l’innovazione (S3)”: 

  • Aerospazio;
  • Agroalimentare;
  • Eco-industria;
  • Industrie creative e culturali;
  • Industria della Salute;
  • Manifatturiero Avanzato;
  • Mobilità sostenibile.

Oppure all’area trasversale di sviluppo dello Smart Cities and Communities (dettagliate nei rispettivi Programmi di Lavoro “Ricerca e Innovazione” di cui alla D.G.R. n. 2695/2019). 

La specificità delle aree di specializzazione dei progetti ammessi

Le Aree di Specializzazione dovranno essere rilette in chiave degli 8 ecosistemi sottoelencati: 

  1. Nutrizione: risponde al soddisfacimento del bisogno di tutti gli individui di avere accesso a cibo sano, sicuro e sufficiente che soddisfi le esigenze dietetiche e consenta una vita attiva e sana;
  2. Salute e life science: risponde al bisogno delle persone di vivere una vita priva di malattie e/o infermità fisiche o psichiche e di godere di uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, così come definito dall’OMS;
  3. Cultura e conoscenza: risponde all’esigenza delle persone di agire nel mondo che lo circonda con consapevolezza del presente e del passato e di acquisire elementi di conoscenza utili a cogliere le opportunità del futuro;
  4. Connettività e informazione: risponde al bisogno della persona di connettersi e di entrare in rete con altre persone;
  5. Smart mobility e architecture: risponde al bisogno dell’individuo di muoversi ed essere accolto negli spazi interni, urbani ed extraurbani, ma anche di assicurare l’accesso a risorse e merci e la connessione tra territori;
  6. Sostenibilità: risponde al bisogno delle persone di vivere in un contesto socioeconomico e ambientale in grado di fornire risorse sufficienti al proprio sostentamento e di assicurare lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione del territorio;
  7. Sviluppo sociale: risponde ai bisogni di sicurezza e benessere della persona nonché alla necessità di interagire con altri individui nel pieno rispetto di alcuni valori quali, ad esempio, la tolleranza, l’inclusione sociale, la multiculturalità;
  8. Manifattura avanzata: risponde al bisogno della persona di lavorare in sicurezza e con dignità in attività gratificanti, non alienanti e che concorrano alla sua autorealizzazione e all’espressione delle proprie potenzialità. 

Rendicontazione e spese totali non inferiori a 80.000€

Ciascun progetto deve anche incrementare il valore aggiunto innovativo della singola impresa attraverso la sperimentazione e l’adozione di soluzioni innovative. È necessario che venga realizzato nella sede operativa localizzata in Lombardia e dichiarata in sede di domanda. Le spese devono essere collegate alla sede e presentate in rendicontazione finale al fine dell’ammissibilità. L’agevolazione prevede spese totali ammissibili per un importo non inferiore a 80.000,00€.

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