Effettua una nuova ricerca

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
Agevolazioni
Post dalla rete
Vendita Immobili
Zes agevolazioni
   


L’inchiesta / Viaggio nella metropoli – 2

Poltrone da burocrati, le rendite milionarie
dei potenti senza volto: ecco i nuovi re di Roma

Sono 1.657 i soggetti proprietari ciascuno di oltre 500 unit immobiliari. Il mercato degli affitti passivi a spese dei contribuenti ammonta a qualche centinaio di milioni l’anno

di PAOLO CONTI e SERGIO RIZZO

Un palazzo in costruzione a Roma: i veri affari si fanno affittando immobili agli enti pubblici (foto Jpeg)

ROMA – La grande ricchezza a Roma invisibile. Sterminata e arrogante, ma senza faccia. Un giorno la societ Gemma di Renzo Rubeo che lavorava per il Campidoglio cont 1.657 soggetti proprietari ciascuno di oltre 500 unit immobiliari. Patrimoni straripanti, con nomi e cognomi ignoti ai pi. In qualche caso, fatto grave, anche agli uffici comunali. Angiola Armellini, per esempio aveva la residenza a Montecarlo pur vivendo a Roma, dov’ proprietaria di 1.243 appartamenti sui quali, l’accusa delle Fiamme gialle, non pagava l’Ici n l’Imu. Suo padre Renato era uno dei padroni della citt quando le giunte democristiane nascevano e morivano a ogni starnuto dei palazzinari. E l’Imu pura fantascienza.

Angiola Armellini (Imagoeconomica) Angiola Armellini (Imagoeconomica) Imposta che ha invece pagato Tommaso Addario: due milioni e mezzo nel 2012. Gi alto dirigente dell’Italcasse ai tempi di quel Giuseppe Arcaini travolto nel 1977 dallo scandalo dei finanziamenti a politici e imprenditori e marito della ex proprietaria dell’impresa Vianini che fu acquistata da Francesco Gaetano Caltagirone, da anni con la Tirrena immobiliare gestisce un immenso impero di mattoni. Paragonabile, forse, a quello di Sergio Scarpellini, proprietario degli immobili affittati alla Camera a prezzi da capogiro attraverso la societ Milano 90: la stessa cui fa capo anche una prestigiosa scuderia di 77 cavalli da corsa con annesso allevamento di 94 puledri e 85 fra fattrici e stalloni. E pazienza se le perdite del costoso passatempo corrono al ritmo di un purosangue, tre milioni l’anno.

Un tempo, quando le palazzine a Roma venivano su pi veloci dei grattacieli di Shangai, c’erano pronti i soldi degli enti di previdenza. Con 600 miliardi l’anno da spendere compravano tutto. Anche le schifezze che allagavano intere periferie. Finch quei denari sono finiti e anzich comprare, Inps & soci hanno dovuto vendere. Invece di continuare a tirare su palazzine, allora, c’ chi ha cominciato a fare affari con la pubblica amministrazione, costruendo palazzi per uffici o sedi istituzionali. Mentre altri imboccavano la strada della rendita pura, mettendo a frutto propriet divenute via via pi gigantesche grazie ai canoni versati loro dagli enti pubblici che gli permettevano di comprare immobili senza tirar fuori un euro: pagando le rate dei mutui bancari con gli assegni delle pigioni.

Il palazzo di largo Loria affittato dal Comune di RomaIl palazzo di largo Loria affittato dal Comune di RomaChiunque abbia intrattenuto rapporti non conflittuali con il potere ha avuto la sua occasione, in una citt nella quale il mercato degli affitti passivi a spese dei contribuenti di qualche centinaio di milioni l’anno. Con il solo Comune arrivato nel 2011 a spenderne pi di cento (come sottolineava il Corriere gi nel giugno 2013). Di questi, tredici milioni e mezzo per affittare, pur avendo sterminate propriet immobiliari, gli stabili che ospitano i gruppi consiliari (!) e le commissioni comunali (!). Presi in locazione, ha scritto tempo fa il Giornale , dal solito Scarpellini: uno dei due di propriet dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, che l’ha affittato all’immobiliarista per 2,1 milioni il quale l’ha poi riaffittato per 9,2 (tutti i servizi compresi, beninteso), al Campidoglio.

I carabinieri sequestrano uno dei ristoranti della camorra a Roma (Proto) I carabinieri sequestrano uno dei ristoranti della camorra a Roma (Proto) La Roma della rendita parassitaria ha soppiantato la Roma palazzinara. Le privatizzazioni l’hanno prosciugata dei grandi centri del potere finanziario: Telecom, l’Ina, la Banca di Roma di Cesare Geronzi… E quello che non riuscita a mangiarsi Milano finito agli stranieri. Vedi Bnl. Una desertificazione che non ha impedito, e forse ha perfino favorito, l’avanzata dei capitali mafiosi. Fa venire i brividi adesso sapere che decine di ristoranti nel centro della citt, da Pizza Ciro a Jamm ja, sono controllati dalla camorra. Scoperta gi preceduta dai clamorosi sequestri alla ‘ndrangheta del Caf de Paris di via Veneto e dell’Antico Caff Chigi, di fronte alla sede del governo, che aprono squarci inquietanti sulla facilit di infiltrazione della criminalit organizzata. Per troppo tempo ignorata, sottovalutata, o peggio ancora: tollerata. All’ombra di una burocrazia sempre pi pervasiva quanto disinteressata ai destini della citt.

Per lo scrittore napoletano naturalizzato romano Raffaele La Capria – autore del libro Roma di prossima uscita per Mondadori – la burocrazia il vero potere romano. Una burocrazia parassitaria, che si autocontrolla e si autogoverna, alimentando i propri parassiti, espressione di una certa borghesia che colloca negli uffici i propri esponenti per ottenere un reddito. Si dice che tutte le strade portino a Roma. vero, ma anche vero che tutte le strade muoiono a Roma, cos come muoiono le idee e la fantasia, sempre per colpa della burocrazia che paralizza, blocca, rallenta non solo la vita della capitale ma dell’intero Paese. La burocrazia romana insomma una specie di potentissima dittatura all’interno della democrazia.

L’immobiliarista romano Roberto Carlino (Imagoeco.)L’immobiliarista romano Roberto Carlino (Imagoeco.)Forse anche per questo i quattrini non hanno mai smesso di girare intorno alla cosa pubblica. Capace di tenere insieme nello stesso calderone la politica con gli affari. Cos da far dire a un profondo conoscitore di Roma qual l’archeologo Andrea Carandini: Ignoro dove sia il vero centro di potere di questa citt. Forse ancora i costruttori…. L’odore delle loro tracce, in effetti, si sente dappertutto. Anche alla Pisana, quartier generale del consiglio regionale del Lazio, dove la commissione Ambiente, quella che ha competenze sull’uso del suolo, era presieduta fino all’anno scorso da Roberto Carlino, il titolare della Immobildream: quella che non vende sogni, ma solide realt. Ovvero, l’agente immobiliare dei vari Caltagirone, che occupava anche una poltrona nella commissione Urbanistica. Ti.

E forse la poltrona da sindaco non stata contesa a Ignazio Marino, alle ultime elezioni, da Alfio Marchini? Per i maligni il nipote dei fratelli costruttori Alfio e Alvaro, che per aver donato il Bottegone al Partito comunista si beccarono l’epiteto di calce e martello, sarebbe stato il vero candidato di Francesco Gaetano Caltagirone. Sospetto che Marchini ha sempre sdegnosamente rigettato, senza peraltro smentire gli ottimi rapporti con Caltagirone: dieci anni fa i due progettarono di scalare insieme Metrovacesa, il secondo gruppo immobiliare spagnolo.

Ma sbaglia chi oggi crede di individuare in figure come quella del proprietario del Messaggero l’unico nocciolo duro del potere nella citt. Sulla portata della sua influenza a proposito di certe decisioni politiche e grandi affari che si muovono in citt non ci sono dubbi. Al tempo stesso, per, il baricentro del business di Caltagirone si sta spostando sempre di pi fuori dei confini italiani. E di sicuro non andata in porto un’operazione, della quale si molto parlato, per cui poteva finire nelle mani di Caltagirone il regno della spazzatura dell’ottantasettenne Manlio Cerroni, proprietario di un gruppo imprenditoriale da 800 milioni l’anno che si estende dal Brasile all’Australia, costruito partendo dalla discarica pi grande d’Europa, quella di Malagrotta. Uno degli uomini pi potenti di Roma. In grado, la tesi dei giudici che ora l’hanno messo agli arresti, di fare il bello e il cattivo tempo con le amministrazioni. Al punto da portarsi dietro il soprannome di Supremo.

La capitale degli interessi. La verit che a condizionare la politica romana, incapace di pensare in grande come si converrebbe a una capitale europea, sono tanti interessi diversi. Anche quelli apparentemente pi piccoli. Un caso? Vicepresidente del consiglio comunale un giovanotto di nemmeno trentadue anni, che risponde al nome di Giordano Tredicine, eletto per la seconda volta. un esponente della famiglia che controlla una bella fetta del commercio ambulante in citt. Immigrati a Roma nel 1959 dall’Abruzzo, controllano l’80 per cento della rete dei camion bar collocati nelle aree turisticamente strategiche. Alla Camera di commercio risultano quasi settanta diversi esponenti della famiglia registrati come titolari di licenze. Per non parlare delle pressioni che hanno reso impossibile per vent’anni prendere una decisione che sarebbe stata naturale in qualunque citt del mondo.

Ricorda bene, l’ex assessore Walter Tocci, l’inferno che si scaten quando la prima giunta di Francesco Rutelli, della quale faceva parte, propose di vietare il transito dei veicoli a motore nella zona archeologica pi importante del mondo, quella dei Fori imperiali. Per primi insorsero i tassisti. Quindi gli operatori turistici. E i negozianti. Di conseguenza il povero Colosseo non stato mai affrancato dalla indecente condizione di gigantesco spartitraffico annerito dallo smog.

Nel 2010 Legambiente ha calcolato il passaggio di 2.120 veicoli l’ora, con un rumore perennemente superiore al limite massimo dei 70 decibel. Appena eletto, Marino ha annunciato la chiusura al traffico dei Fori: auguri. Per ora la ex via dell’Impero chiusa appena a met, e unicamente al traffico privato. In quella met continuano a passare bus, taxi, auto blu… Nell’altra tutto esattamente come prima. Un’operazione di semplice facciata, insomma. In linea con le titubanze che stanno segnando questi primi sette mesi di mandato del nuovo sindaco.

Le nomine, per esempio. La legge prevede che entro 45 giorni dall’insediamento i sindaci debbano provvedere alle designazioni di propria competenza. Nonostante ci da sette lunghi mesi il Palaexpo, cio l’azienda speciale che governa le Scuderie del Quirinale e il Palazzo delle Esposizioni, senza vertice. Con ripercussioni potenzialmente gravissime considerando che le Scuderie sono uno dei rari spazi espositivi di altissimo livello in Italia che organizzano mostre di caratura internazionale.

Senza vertice pure il Macro, il museo di arte contemporanea ristrutturato con 40 milioni di euro che rischia di diventare una costosissima scatola vuota perch privo di programmazione. Da sette mesi poi vacante il posto da sovrintende comunale. L’assessore alla Cultura Flavia Barca, sorella dell’ex ministro Fabrizio Barca, punta su persone esterne all’amministrazione. Ma il bando dev’essere ancora pubblicato. Tutto questo mentre a causa delle difficolt economiche il Comune sta progettando un drastico taglio ai finanziamenti della cultura.

Quindi i vigili urbani. Dopo un duro contrasto con il vecchio comandante Carlo Buttarelli, ereditato dal suo predecessore Gianni Alemanno, Marino designa il sostituto nella persona di Oreste Liporace, capo dell’ufficio relazioni con il pubblico del comando generale dei carabinieri. Nemmeno una settimana e si scopre che Liporace non ha i requisiti previsti non solo dal regolamento della polizia municipale ma anche dall’avviso pubblico stilato proprio dal gabinetto del sindaco: il comandante dev’essere stato dirigente almeno per cinque anni. Liporace dunque rinuncia. Pochi giorni dopo arriva al suo posto Raffaele Clemente. Che gi a dicembre, mentre Marino in Turchia, pensa di dimettersi perch lasciato da solo nel confronto con il potentissimo sindacati dei vigili che minacciano di bloccare la citt con gli scioperi.

Poi c’ il caso dell’Ama. Dopo aver esaminato una montagna di curriculum, il 10 gennaio il sindaco mette Ivan Strozzi alla guida di un consiglio di amministrazione ridotto a tre membri. Ma il 16 dello stesso mese deve dimettersi: c’ un’indagine a suo carico, con avviso di garanzia da parte della procura di Patti, per una vicenda di sette anni fa quando era a capo di un’altra municipalizzata.

E che dire dell’Acea? Durante la campagna elettorale Marino subisce la conferma in blocco dei vertici. A cominciare dal presidente Giancarlo Cremonesi, sostenitore della campagna di Gianni Alemanno, e dall’amministratore e direttore Paolo Gallo gradito a Caltagirone. Al loro fianco, due rappresentati del socio francese Gdf, un dirigente del Comune, Francesco Caltagirone junior, l’ex parlamentare del Pdl Maurizio Leo, il consorte dell’ex guardasigilli Paola Severino, Paolo Di Benedetto, nonch il segretario generale della dalemiana fondazione Italianieuropei Andrea Peruzy.

Faraonici gli emolumenti: 408 mila euro al presidente, 1,3 milioni all’amministratore, circa 120 mila euro agli altri. Totale, oltre due milioni l’anno, da pagare comunque fino al 2016 in caso di licenziamento. Il che rende decisamente pi complesso l’avvicendamento. Mentre il tempo passa.
Ma non riesce, Marino, nemmeno a scalzare Cremonesi dalla presidenza della Camera di commercio, snodo cruciale di poteri e interessi sul territorio. In compenso, Stefano Caviglia sostiene sul mondadoriano Panorama che lo staff suo e dei suoi assessori arrivato a 97 collaboratori, di cui 96 ingaggiati, testuale nell’articolo, senza procedure pubbliche e punta a scalare quota 108.

Fatto sta che ora alla pratica Cremonesi ha deciso di provvedere Nicola Zingaretti, proponendo il commissariamento della Camera di commercio. Il sindaco in realt doveva essere lui. Poi, quando la Regione Lazio saltata per aria in seguito agli scandali di Batman & co., ha scelto di correre per il meno prestigioso incarico di governatore del Lazio. Marino ha vinto le primarie e ha ottenuto un successo elettorale pieno, ma diventato primo cittadino della capitale quasi per caso. E il Partito democratico, a Roma, non nelle sue mani: lo tiene saldamente in pugno Zingaretti. Che qualcuno, di fronte alle difficolt e alle indecisioni del Campidoglio, arriva a considerare una specie di sindaco ombra.

Spiegano cos, i soliti dietrologi del Palazzo, le affettuosit che gli dedica ripetutamente il Messaggero di Caltagirone, cui risponde a colpi di querele. Il grande elettore di Marino, quel Goffredo Bettini per anni direttore d’orchestra del Pd romano, non nasconde il proprio pentimento. Rimprovera al sindaco la gestione della cultura e il disinteresse verso il Festival del cinema, che considera una propria creatura. Giudizi forse ingenerosi, almeno quanto la battuta maligna che circola negli ambienti democratici pi critici verso Marino, equiparato al personaggio interpretato da Peter Sellers nel film Oltre il giardino: Chance il giardiniere. il masochismo della sinistra, specializzata nel fuoco amico.

Tanto pi perch il sindaco sta pagando colpe non sue. Non lo aiutano le condizioni economiche disastrose del Comune: un disavanzo strutturale di 1,2 miliardi, con l’impossibilit materiale di contrarre debiti. Un freno micidiale a qualunque progetto di respiro, sempre che ce ne siano. A questo si aggiunga la valanga dei circa 4 mila dipendenti in pi nelle societ comunali graziosamente ereditata dalla precedente gestione.

Sarebbe poi ingiusto non riconoscere a Marino le cose fatte. Per la prima volta quest’anno saltata la cosiddetta manovra d’aula: indecente distribuzione di soldi ai consiglieri comunali. Il sindaco va poi orgoglioso della scelta di chiudere Malagrotta, come pure della decisione di bloccare lo sviluppo urbanistico e lo sconsiderato consumo del suolo.

Governare una macchina come quella del Comune di Roma, inoltre, non certo facile. Non lo stato per i volponi della politica, romani. Figuriamoci per un chirurgo genovese con una lunga esperienza americana. Anche se chi ha voluto la bicicletta poi giusto che pedali. Nonostante la strada in salita.
Le dimensioni, innanzitutto.

Il Campidoglio alimenta 62 mila buste paga, di cui 37 mila delle aziende municipalizzate: un groviglio di un’ottantina di scatole societarie. Quindi la complessit dei problemi. Basta pensare alla faccenda della Metro C, con i vincoli pazzeschi della zona archeologica e i costi mostruosi. Ma anche alle questioni che si presentano giorno per giorno. Le sole tre aziende pi grandi, l’Atac, l’Ama e l’Acea, occupano 31.338 dipendenti, oltre 4 mila pi di tutti i dipendenti degli stabilimenti italiani della Fiat Chrysler. L’Atac ne ha 12.276, il servizio penoso e i conti sono un colabrodo con perdite di 1,6 miliardi negli ultimi dieci anni, vero. Ma in sette mesi non si vista un’idea. Con le sue controllate, l’Ama paga circa 11.805 stipendi e non mai stata un esempio di cristallina efficienza, verissimo. Ma l’igiene urbana quella che e i cittadini di Roma pagano le tasse pi alte d’Italia.

Scendendo di scala, altre situazioni danno seriamente da pensare. Come le farmacie comunali, che hanno 362 dipendenti e 15 milioni di debiti. O Risorse per Roma, una societ letteralmente inventata per fare da consulente al Campidoglio e assumere 565 persone. Societ che a sua volta ha poi gemmato un’agenzia battezzata con un nome rigorosamente inglese: Roma city investment. A che cosa serve? A promuovere la crescita del sistema informativo territoriale romano e l’attrazione degli investimenti necessari per la realizzazione dei progetti di rigenerazione urbana.

In attesa che l’Urbe venga rigenerata, a Risorse per Roma hanno dato da smaltire le 150, forse 200 mila pratiche arretrate del condono edilizio. Uno dei capitoli pi bui nella storia della citt, su cui sarebbe doveroso fare luce. E non soltanto negli uffici comunali. Soprattutto per quei 5.900 abusi che erano stati scoperti grazie alle fotografie aeree e per i quali era stata presentata la domanda relativa all’ultimo condono berlusconiano ancora prima di costruire. Quasi seimila casi per cui sono stati colpevolmente lasciati scadere i termini di prescrizione del giudizio penale. Con il risultato che nessuno dei responsabili dovr risponderne davanti alla giustizia. Roma anche questa.
(L’INCHIESTA/ Viaggio nella metropoli 2 – fine)
RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Conti e Sergio Rizzo



 

***** l'articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell'articolo?

Clicca qui

 

 

 

Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui