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Dopo l’interrogatorio, davanti al Gip del Tribunale di Milano, restano in carcere FRANCESCO SCIROCCO, di Gioiosa Marea e GIOVANNI BONTEMPO, originario di Naso e residente a Brolo, i due imprenditori arrestati lo scorso 18 luglio nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla DIA di Milano e con l’accusa di essere contigui al clan mafioso dei “Barcellonesi” nel reperimento di appalti pubblici. Nell’indagine, coordinata dalla DDA di Milano, spuntano delle novità come il presunto allargamento imprenditoriale di Bontempo sul capoluogo lombardo. Il servizio sul link Cronaca…

GIUSEPPE LAZZARO

Dopo l’interrogatorio restano in carcere Francesco Scirocco, di Gioiosa Marea e Giovanni Bontempo, originario di Naso (contrada Fiumara) e residente a Brolo, i due imprenditori arrestati il 18 luglio scorso a Milano dalla DIA con l’accusa di essere contigui, al clan mafioso dei “Barcellonesi”, nel reperimento di appalti pubblici. Davanti al Gip del Tribunale di Milano i due indagati hanno avuto linee contrapposte: Bontempo aveva parlato e si era difeso alla presenza del suo legale di fiducia, avvocato Alessandro Pruiti Ciarello mentre Scirocco si era avvalso della facoltà di non rispondere alla presenza del suo legale, avvocato Nino Favazzo. I due legali adesso ricorreranno al Tribunale del Riesame di Milano.

LE NOVITA’

Puntava ad «espandersi» anche a Milano con un «grosso affare» con al centro una proprietà immobiliare di 2000 metri quadri nel quartiere di Bisceglie e con una importante «operazione» relativa a un edificio in via Tertulliano, non molto distante da viale Umbria, Giovanni Bontempo, accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano di intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato Cosa Nostra.

Gli interessi dell’imprenditoria siciliana «alla forte espansione immobiliare milanese» spuntano in alcune intercettazioni agli atti dell’indagine del pm Silvia Bonardi, sostituto procuratore di Milano, che ha acceso un faro sull’attività di Bontempo e Scirocco e sulla società, la Infrastrutture M&B, con sede nel capoluogo lombardo, e operativa in tutta Italia. I due avrebbero voluto entrare nel maxi- appalto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.

L’affare di Bisceglie, tra quelli che avrebbero potuto modificare il tessuto della città, è citato in alcune conversazioni tra novembre 2023 e gennaio 2024: ne parlano Bontempo e l’imprenditore edile messinese Francesco Arcovito, uscito con un’assoluzione da un processo per bancarotta, e noto alle cronache per la trattativa, poi fallita, per la vendita di Villa Mufarbi, a Taormina, a Silvio Berlusconi. All’operazione in zona Bisceglie, si evince dai dialoghi, avevano preso parte anche un architetto e un commercialista messinesi e un imprenditore romano coinvolto per «reperire i finanziamenti necessari». Ciò viene ritenuto un» segnale incontrovertibile che l’imprenditoria siciliana è direttamente interessata alla forte espansione immobiliare milanese.

I dettagli dell’operazione, poi non andata in porto, vengono a galla dalle telefonate. Bontempo dice al suo interlocutore «che ha concluso un grosso affare immobiliare riferibile all’acquisizione di una vasta proprietà (…) di 2000 metri quadri in una zona nella periferia ovest di Milano, quartiere di Bisceglie, finanziato da “un imprecisato fondo”». Il 22 novembre dell’anno scorso Arcovito chiedeva se “verranno tipo villette o verranno appartamenti?». E Bontempo replicava: «no, tipo villette. (…) e poi su tre lati sei sul parco…”.

Gli interessi di Bontempo, che ha fatto ricorso al Riesame contro la misura cautelare, riguardano anche la zona Est di Milano. In una intercettazione con un commercialista messinese del 2 novembre scorso si parlava anche «di una operazione immobiliare riferibile» in via Tertulliano, «una bella location” vicino a viale Umbria, con «1200 metri quadri da costruire». L’imprenditore domandava: «Che c’è, da demolire, c’è già fabbricato o è terreno?» La risposta del professionista: «No, no, c’è un fabbricato sotto terra di 450 metri quadri e bisogna comprare la perequata (…) praticamente, tutto, è un milione e mezzo, diciamo (…) però, minchia, realizzi 8 milioni di euro».

«Tale conversazione – si legge negli atti dell’indagine del pm Bonardi e condotta dalla DIA e dal Gico della Guardia di Finanza – a prescindere da come siano andate le cose, dimostra come sia la pronta disponibilità di fondi o comunque la facilità di reperimento, nonché delle elevate proiezioni di guadagno».

L’ACCUSA

Un ruolo chiave, secondo gli investigatori, sarebbe stato svolto da Francesco Scirocco (foto sopra) che avrebbe agito, sempre secondo l’accusa, come referente per il clan mafioso localizzato nella provincia tirrenica di Messina ma con rapporti consolidati in tutta Italia. Nel mirino degli imprenditori Scirocco e Bontempo ci sarebbero state le Olimpiadi invernali assegnate a Milano-Cortina d’Ampezzo nel 2026 e appalti in Calabria. E tra questi sono finiti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip del Tribunale di Milano, alcuni legati a opere progettate, appunto, per le Olimpiadi Milano-Cortina. Anche se proprio una di quelle gare, che avevano suscitato l’interesse di Scirocco e Bontempo, riguardante un parcheggio da costruire a Livigno, nell’Alta Valtellina, alla fine è stata vinta da un’altra impresa. In questa fase dell’inchiesta non ci sono stati altri provvedimenti e nessuna misura cautelare per esponenti del clan dei “Barcellonesi” e questa è una delle ragioni per le quali gli avvocati difensori dei due imprenditori ritengono che ci siano sufficienti motivi per dimostrare l’estraneità ai fatti sia per Scirocco che per Bontempo.

Al centro dell’inchiesta, sulla quale ha lavorato il Gico (Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata) della guardia di finanza e che è coordinata dal sostituto procuratore Silvia Bonardi, della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Milano, è finita la società “Infrastrutture M&B srl”, con sede a Milano. Un’azienda, costituita nel 2019, che ha come soci al 24,4% Giovanni Bontempo e, al 76,6%, la moglie. Gli investigatori ritengono che, di fatto, il vero “nume tutelare” dell’impresa era proprio Francesco Scirocco, già condannato in via definitiva per i suoi rapporti con l’organizzazione criminale, abile a gestire la fase esecutiva di numerosi appalti pubblici. La “M&B” aveva svolto lavori di manutenzione delle strade a Catania, si era aggiudicata qualche altra gara a Palermo e in altre regioni.

Poi, ha partecipato all’appalto per l’affidamento dei lavori connessi ai Giochi invernali del 2026, la realizzazione del parcheggio interrato Mottolino, in località Bendi, nel comune di Livigno (provincia di Sondrio) e delle opere ad esso complementari, con opzione per l’affidamento dei lavori di realizzazione della copertura del fiume Spoi e del locale interrato “Sala pompe bacino”, per un importo di oltre 28 milioni di euro. Va ribadito che la gara non è stata aggiudicata all’impresa di Bontempo e della moglie.

Era andata meglio la partecipazione ad un’altra gara, indetta dall’Anas, con la “Infrastrutture M&B” che aveva avuto assegnato un lotto dei lavori pari a un importo di oltre 7 milioni e mezzo di euro. Secondo gli inquirenti era Scirocco «che si occupava, per la mandante, del reperimento dei fornitori, concordando i relativi preventivi, dell’individuazione di figure professionali quali quella del responsabile del servizio di prevenzione e protezione del relativo cantiere». Un’altra gara citata nel provvedimento del Gip è quella riguardante la costruzione di un asilo nido nel comune di Diano Marina, in Liguria.

Le varie intercettazioni, ambientali e telefoniche, confermerebbero l’esistenza di questa rete volta a favorire i clan di Cosa Nostra nella realizzazione delle opere pubbliche e con un riferimento anche al futuro Ponte sullo Stretto.

Edited by, martedì 30 luglio 2024, ore 16,40. 

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