Spettacolo – Il legale è figlio dell’ufficiale dei carabinieri di Grotte di Castro che indagò sul rapimento di Fabrizio e della moglie Dori Ghezzi – Dopo la liberazione del cantautore, tra le famiglie nacque una profonda amicizia
di Silvana Cortignani
Sardegna – L’avvocato Mario Rosati con Cristiano De André
Viterbo – Cristiano De André con l’amico di sempre Luigi Bergamasco, e l’avvocato viterbese Mario Rosati, da sempre legato alla famiglia del cantautore e da anni trapiantato in Sardegna, ha visitato per la prima volta il cuore dell’isola, in un vero e proprio viaggio fra Barbagia e Ogliastra, seguendo le orme del padre Fabrizio, con una guida di lusso, Gigi Sanna, il frontman dello storico gruppo degli Istentales, con cui De Andrè lavora al prossimo tour insieme, che partirà a dicembre.
Tra le tappe Orgosolo, dove ha ammirato il murale dedicato al padre e il Supramonte. Non è mancata la tappa a Mamoiada, fra il Museo delle Maschere e la sede della proloco dove ha indossato l’abito da Mamuthone. Immancabile il salto nella sartoria Pinu di Nuoro che confezionerà, appositamente per lui, l’abito in velluto del tour con gli Istentales.
“Cristiano, così come il padre, ha sempre mantenuto un legame forte con la Sardegna – ci tiene a ricordare Mario Rosati – a partire dall’Agnata, la villa costruita in Gallura negli anni Settanta, oggi oasi verde naturale di bellezza e benessere”.
“Abbiamo trascorso le nottate a parlare di musica, spero proprio che Cristiano e gli Istentales continuino a fare cose insieme”, dice Rosati che ha definito l’esperienza “emozionante”.
Sardegna – L’avvocato Mario Rosati con Cristiano De André
Rosati, come si ricorderà, era sul set del biopic “Principe libero” dedicato a Fabrizio De Andrè, in onda su Rai Uno nel 2018, tra i cui personaggi non poteva mancare il padre Vincenzo Rosati (interpretato dall’attore Ciro Esposito), l’ufficiale dei carabinieri viterbese diventato uno dei più grandi amici di De André dopo il rapimento in Sardegna del 1979.
Si tratta dell’allora capitano Vincenzo Rosati, originario di Grotte di Castro, all’epoca comandante della compagnia dei carabinieri di Tempio Pausania. Sul set il figlio dell’ufficiale, anche lui sardo d’adozione.
Vincenzo Rosati, conosciuto nell’isola per aver coordinato e risolto, negli anni ’80, decine di indagini su sequestri di persona, è deceduto a 59 anni nella sua casa di Gradoli, il 21 giugno 1999, stroncato da un male incurabile nell’arco di appena due mesi. Da due anni aveva lasciato la divisa per la politica, indicato dalla coalizione di centrosinistra a sindaco di Grotte di Castro. “Il colonnello nemico numero uno dell’Anonima”, lo definiva l’Unione Sarda, annunciandone la morte.
Dopo la liberazione e l’arresto dei sequestratori, tra Fabrizio De Andrè e Vincenzo Rosati nacque una profonda amicizia. Anche se Rosati non avrebbe condiviso la scelta di Fabrizio di non costituirsi parte civile nel processo a carico dei suoi sequestratori.
Sardegna – L’avvocato Mario Rosati con Cristiano De André
L’amicizia suscitò un certo scalpore in alcuni ambienti. Un giornalista del Manifesto, in un’intervista, chiese a Fabrizio: “Ma come, in ‘Bocca di Rosa’ dici che ‘spesso gli sbirri e i carabinieri al loro dovere vengono meno…’ e poi sei diventato amico di uno di loro?”. “Ho conosciuto Vincenzo Rosati – rispose De Andrè – ed ho scoperto che è una persona eccezionale, piena di umanità. Cosa vuole che le dica? Ci sono anche carabinieri così. E io gli sono amico”.
Nel 1981 Fabrizio regalò a Mario Rosati, adolescente, una sua chitarra spagnola, oggi esposta al bar Museum, sulla piazza principale di Tore Mandaresu. Lo strumento – autenticato il 31 maggio 2003 dal notaio Paola Lanzillo di Ronciglione – vale una fortuna. Un’altra chitarra di Faber è stata venduta all’asta per 168 milioni di lire. Tuttavia Mario Rosati ha preferito lasciarla in Sardegna: “In fondo nel bar di Tore è come se fosse a casa mia ed è giusto che rimanga lì. Dopo il sequestro, tra Fabrizio e papà nacque una profonda amicizia. Al punto che i due venivano presi in giro dagli amici, sempre pronti a rinfacciare i versi di ‘Bocca di rosa’. Quelli che dicono il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri. E Faber a rispondere: ‘Lo sanno tutti che Vincenzo fa eccezione’”.
“La chitarra – ha sempre detto Rosati – è legata indissolubilmente alla vita e alla storia sarda di Fabrizio e di mio padre. Entrambi amavano la Sardegna e in particolare Tempio. Collocarla altrove significherebbe tradire la storia”. Proprio davanti al bar c’è il municipio dove Fabrizio e Dori, dopo tanti anni di convivenza, il 7 dicembre dell’89 decisero di sposarsi.
Sardegna – L’avvocato Mario Rosati
Dopo il rapimento fra le due famiglie nacque una profonda amicizia fatta anche di piccoli gesti e cortesie come quella di Fabrizio che si propose come insegnante di chitarra del giovane rampollo della famiglia Rosati.
Fabrizio De André e Dori Ghezzi avevano 39 e 31 anni quando furono rapiti, il 28 agosto 1979, mentre si trovavano nella loro fattoria “L’Agnata”, in Sardegna, a circa 15 chilometri da Tempio Pausania, dove risiedevano da un paio d’anni. L’allarme venne dato alle 11,30 alla stazione dei carabinieri di Tempio Pausania dalla domestica, che aveva trovato la casa vuota. Dori Ghezzi fu la prima a tornare in libertà, la notte del 21 dicembre 1979, la sera seguente venne rilasciato anche il cantautore.
Sardegna – L’avvocato Mario Rosati con Cristiano De André
Alcuni giorni dopo il rilascio dei due ostaggi, i carabinieri del capitano Vincenzo Rosati arrestarono tre uomini, tutti originari di Orune, in provincia di Nuoro, ma residenti a Tempio Pausania. Un ulteriore colpo di scena è l’arresto a Radicofani, in Toscana, di un veterinario, dopo il versamento in banca di alcuni milioni provenienti dal riscatto. Altre quattro persone furono arrestate a distanza di alcuni mesi, tra i quali un commerciante, un allevatore, un macellaio e un pastore latitante a Radicofani.
Silvana Cortignani
23 ottobre, 2023
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