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53999688 – hand hold tablet electronic tax form 730 pages

Ci sono 5 anni per correggere dati sbagliati o integrare detrazioni dimenticate nella dichiarazione dei redditi. Ma ci saranno interessi e sanzioni da pagare.

Errare è umano. E, nella sua magnifica bontà, il Fisco concede una seconda opportunità al contribuente che ha sbagliato la compilazione del 730. Purché il dichiarante se ne accorga in tempi relativamente stretti di aver inserito una cifra imprecisa o di aver dimenticato lo scontrino o la fattura di una spesa (magari anche elevata) che poteva detrarre. Vediamo, allora, come rimediare agli errori del 730 ed entro quando si possono correggere eventuali «refusi» sulla dichiarazione dei redditi.

Ci sono 5 anni per rimediare agli errori del 730

, più precisamente le eventuali correzioni vanno fatte entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il 730 è stato presentato. Quindi, giusto per fare un esempio, chi ha sbagliato la dichiarazione dei redditi del 2017 avrà tempo fino al 2 gennaio del 2023 per rimediare agli errori (la data sarebbe il 31 dicembre del 2022, ma cade di sabato).

Come si fa? Occorrerà compilare il modello Redditi (ex Unico), barrando la casella «dichiarazione integrativa» che si trova sulla prima pagina.

Se, dopo questa correzione, il contribuente risulta a credito, si può chiedere il rimborso oppure utilizzare quel credito per pagare altre tasse dovute al Fisco. Se, invece, il contribuente risulta a debito, dovrà calcolare anche gli interessi e l’inevitabile sanzione che arriverà dall’Agenzia delle Entrate per il ritardo e per l’errore.

Gli interessi vanno calcolati giornalmente ad un tasso dello 0,1% sull’imposta non versata, mentre la sanzione si calcola in base al momento in cui ci si è accorti dell’errore.

Mettiamo, ad esempio, di presentare una dichiarazione sbagliata nel 2018. La sanzione applicata verrà calcolata in questo modo:

  • entro i 14 giorni successivi al 30 giugno 2018: lo 0,1% dell’imposta non versata per ogni giorno di ritardo;
  • dal 15esimo al 30esimo giorno successivo al 30 giugno: l’1,5%;
  • dal 31esimo al 90esimo giorno successivo al 30 giugno: l’1,67%;
  • dal 2 ottobre 2018 al 1° ottobre 2019: il 3,75%;
  • dal 2 ottobre 2019 al 30 settembre 2020: il 4,29%;
  • dal 1 ottobre 2020 al 2 gennaio 2024: il 5% (il 31 dicembre 2023 è una domenica).

Va da sé che è fondamentale conservare tutta la documentazione relativa al 730 per 5 anni dalla data di presentazione: fatture, scontrini, certificati medici, ecc.

Rimediare agli errori del 730 non significa sospendere quello che è stato fatto in precedenza, quindi il sostituto d’imposta accrediterà o addebiterà comunque quanto previsto sulla busta paga o sulla pensione. Il debito o il credito che risulteranno dalla correzione terranno, infatti, conto del risultato iniziale. Se, per esempio, al momento di presentare la dichiarazione dei crediti sono in debito di 200 euro ma, dopo la correzione, inserendo alcune spese detraibili dimenticate, risulto a credito di 500 euro, avrò diritto a 300 euro di credito d’imposta che potrò chiedere sotto forma di rimborso o utilizzare per pagare altre tasse al Fisco.

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