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ASCOLI – Anche Confindustria è consapevole che senza un piano di agevolazioni fiscali difficilmente l’area del cratere sismico si ripopolerà nonostante la mole di finanziamenti per la ricostruzione. Disco verde quindi all’agevolazione fiscale per gli stranieri che trasferiscono la residenza in comuni sotto i 20mila abitanti, rilanciata dal Corriere Adriatico. Una misura già esistente per il mezzogiorno che è stata estesa alle aree del centro Italia del cratere, davvero poco conosciuta. 

 

La promozione

«Sappiamo che il commissario straordinario Castelli sta lavorando di concerto con il ministero degli esteri per la promozione di questa misura, ovvero di una tassazione per i pensionati stranieri pari al 7%. Questo potrebbe significare davvero ripopolare le nostre zone montane anche con stranieri facolrosi» dice Simone Ferraioli, presidente di Confindustria Ascoli il quale auspica una campagna di marketing. Ma oltre alla defiscalizzazione ci sarebbe anche la zona economica speciale che prevede una serie di agevolazioni alle imprese, delle quali, dal 1° gennaio scorso, ne usufruisce anche la Regione Abruzzo. Una concorrenza che mette in difficoltà le imprese picene non potendo contare sugli aiuti di Stato. Diventa quindi fondamentale, per evitare la fuga delle imprese oltre il fiume Tronto, verificare la possibilità di estendere la zona economica speciale anche alle zone industriali di quelle aree cuscinetto come il Piceno che non possono godere delle medesime agevolazioni. La proposta è attuabile alla luce della nuova collocazione delle Marche come Regione “in transizione” nella classificazione europea basata sul Pil pro-capite.

Le risorse

«In questa maniera – afferma Ferraioli – si potrebbe attivare anche nel Piceno il credito d’imposta Zes per nuovi investimenti visto che gran parte della provincia ricade nella nuova carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 (molti di questi Comuni, peraltro, sono anche localizzati nel cratere sismico). Ciò premesso – aggiunge Ferraioli – è chiaro che occorre fare i conti con la realtà ovvero ciò che sia sostenibile in termini di risorse per lo Stato. Nello specifico, per quanto riguarda il cratere sismico, è indubbio che siano state già riversate risorse importanti sui territori, ed allo stato ciò che ci preme sottolineare all’attenzione del commissario straordinario è il mantenimento del credito d’imposta per le aree del cratere, una misura agevolativa importante e che investe un’ampia platea di soggetti, dalla micro impresa alla grande industria». Per Confindustria è difficile ottenere una Zes applicata ad un’area grande come quella del cratere (comprensiva anche di Umbria e una parte del Lazio» Discorso diverso è il tema di questa sorta di vallo di Adriano che c’è nella provincia di Ascoli Piceno con il confine abruzzese . 

Il confine

«È evidente che nelle Marche un problema di così ampia portata ce l’hanno solo le aziende della nostra provincia che fino alla costa subiscono una concorrenza difficilmente sostenibile, per carità legittima perché riconosciuta dallo Stato, ma difficilmente opponibile in termini di crediti di imposta per investimenti, di tassazione per personale dipendente. Si rischia veramente una fuga di aziende, e quindi di occupazione e di ricchezza per delocalizzazioni di qualche chilometro» teme Ferraioli. «Quindi perché non pensare a una fascia Zes molto limitata che però ci permetta quantomeno di riequlibrarci con un’area contigua. Così facendo si darebbe continuità alla politica nazionale di agevolare le zone picene di confine con il Mezzogiorno, visto che il territorio della “Val Vibrata – Valle del Tronto Piceno” è stato già riconosciuto quale area di crisi industriale complessa con decreto del ministro dello sviluppo economico del 10 febbraio 2016», La palla ora passa alla politica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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