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C’è anche la tendenza a scoprire parti meno “nobili” della città. Tra le lamentele più ricorrenti figura la sporcizia

Quando si parla di turismo si pensa a spostamenti che seguono regole ben precise. Ma oggi, in realtà, non è così! Lo spiega una operatrice del settore come Giusy Belfiore, presidente dell’Associazione delle Guide turistiche di Catania e vice presidente regionale: «Il nostro turismo non proviene dalle destinazioni più importanti, se non per una piccola parte: mi riferisco a un turismo americano che rimane fuori periodo come individuale o giapponese, che alloggia in strutture recettive più qualificate con budget di spesa alti. Vi è, invece, una grossa fascia di turisti che provengono dai Paesi dell’Est, che arrivano con voli a basso costo e che non si preoccupano se l’alloggio sia di qualità o meno e si accontentano di B&B ubicati in qualsiasi parte della città, conosciuti o meno, censiti o meno. Una scelta questa dovuta non solo al budget a disposizione ma anche ad una mancanza di conoscenza del territorio».

Giusy Belfiore sottolinea anche che «vi sono aree della città che per noi sono fuori dall’idea di turismo e che invece i turisti stanno sfruttando. L’idea del centro come punto di allocazione del turismo è sbagliatissima! Quando questi B&B sono pieni significa che non è una tipologia di turismo alto spendente e a noi questa tipologia di turismo, che crea un ritorno economico al territorio non indifferente, manca. Dobbiamo riqualificare il turismo con il ricettivo a cinque stelle, riportando in alto il settore».«Un altro problema è quello della spazzatura – continua -. Se il centro è pulito, al contrario le periferie, dove sono allocati la maggior parte dei B&B, sono sporche! Siamo molto indietro. E bisogna pure incentivare il restauro del centro storico. Gli immobili sono neri e non certo solo per la presenza di pietra lavic.a Questo dà senso di sporco e porta a pensare che sia sporca anche la città».

A ribadire il fatto che i turisti che vengono a Catania non sono “alto spendenti” è Cristina Messina, ristoratrice: «La maggior parte preferisce i B&B o le case vacanze: pochi alloggiano negli alberghi e prima di andare al ristorante si fanno i conti in tasca». «La cosa che riscontro avendo un ristorante nella parte alta della Pescheria – aggiunge – è la sporcizia della zona: l’acqua e i resti del pesce vengono buttati per terra, così si propaga un cattivo odore, e anche dopo che viene pulito il tanfo rimane! Tempo fa avevo proposto agli altri ristoratori di fare una colletta per aiutare gli operatori della pescheria per munirsi di contenitori d’acqua per lavare a terra così da mantenere il posto pulito. L’iniziativa non è decollata».

Per Paolo Ferrara presidente dell’associazione “Svegliati Catania”, il turismo a Catania è un turismo di passaggio: «La nostra città beneficia del fatto che dista poco dall’aeroporto, quindi i turisti trascorrono qualche notte a Catania; poi, però, si spostano nella zona di Taormina o di Siracusa e magari spendono più in queste zone che nella nostra città. Sicuramente il numero di giorni che si trascorrono in una città è rilevante e senza dubbio non c’è un turismo di alto livello. Si dovrebbe cercare di lavorare su questo aspetto aumentando la fruibilità di alcuni musei, aumentando l’offerta turistica, facilitando l’accesso al mare che a Catania – incredibilmente – è tutt’altro che facile. È ovvio che bisogna dare il tempo alla città per riorganizzarsi: occorre che vi sia un’offerta di servizi turistici adeguata così ché il visitatore si possa fermare più tempo e in questo modo possa realmente spendere ed aumentare la ricaduta economica per il territorio».Secondo Graziana Fazi, direttore tecnico di un’agenzia di viaggi di via Plebiscito, «Catania rimane sempre città richiesta, soprattutto da chi viene dal Nord, ma che alloggia nei B&B – e nella mia zona ce ne sono diversi – in casa vacanza o nel piccolo albergo».«Tanti sono i turisti che si fermano in agenzia per chiedermi cosa si può visitare in zona – dice – e spesso hanno con sé i sacchetti della spesa. Dubito che siano turisti alto spendenti, molti sono “fai da te” che si organizzano tramite le piattaforme online».

«Dopo il Covid è evidente che le persone hanno ricominciato a viaggiare – continua – ma non vi è un vero incremento, stiamo in qualche modo riprendendo a spostarci come prima. L’affluenza del cliente nella nostra agenzia è pari a quello del 2018 inizi 2019. Ci sarà gente che andrà negli alberghi a cinque stelle ma come c’è sempre stata». «La mia struttura nasce come affittacamere e ha tutto ciò che serve e tutto a norma di legge per portare avanti un’attività seria – spiega Loredana Vaccino, amministratrice di una società che gestisce un’affittacamere in centro -. Purtroppo a Catania non tutte le strutture che vediamo sono a norma di legge. Hanno fatto bene a predisporre un codice identificativo regionale delle strutture. Sono tornata dall’estero per amore della mia terra e ho deciso di investire in questa attività ma non nascondo che a volte questo amore ha un costo molto elevato». «La mia struttura è registrata su Booking – continua – e alle note positive fanno da contrasto quelle negative. Lamentano che la città è sporca! Mi rode che i miei ospiti dicano che Catania è la città più sporca della Sicilia! A mio avviso il sindaco Trantino sta facendo un ottimo lavoro, perché vedo degli input positivi, ma evidentemente questo lavoro non funziona al cento per cento. Altrimenti non continueremmo a parlare di questi problemi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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