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Creare consenso elettorale, favorire gli imprenditori amici, far piovere aiuti pubblici sul territorio di Ostia. Trasformato in merce di scambio per la realizzazione dello stadio di Tor Di Valle — almeno nel patto fra Luca Parnasi e Paolo Ferrara — il litorale romano diventa la quinta ideale per allestire eventi sportivi improbabili ma mediaticamente remunerativi. Ecco allora spuntare dagli approfondimenti dei carabinieri di via In Selci il progetto per realizzare alcune gare di surf. Uno dei referenti di Luca Parnasi, Giampaolo Gola (all’epoca assessore allo Sport del X Municipio), ne parla al telefono con un amico della Federazione sci nautico: «Gola — si legge nelle carte — aggiunge che comunque organizzeranno un piccolo evento di surf in modo da dare agli organizzatori 3-4 mila euro per poi pianificare eventi più importanti». Il solito Gola che ha il pallino di fare il manager per la As Roma, ne accenna perfino alla presidente Giuliana Di Pillo (che 5 giorni fa gli ha revocato la delega), aggiungendo che spera di ottenere finanziamenti pubblici.

Lo sport è anche il mezzo per accedere ad affari immobiliari. Così uno dei maggiori collaboratori di Parnasi, Giulio Mangosi, interessa Paolo Ferrara (capogruppo capitolino M5S indagato che si è autosospeso) della costruzione di un campo da parte del Real Flaminio, risultato vittorioso in un contenzioso al Tar con il Comune. Mangosi punta a trovare una soluzione facendo ottenere al Real Flaminio «la possibilità di costruire un campo da rugby e una pizzeria nella struttura già esistente». Se Mangosi dialoga con pezzi di Consiglio comunale, una pletora di suoi assistenti si attiva con i funzionari capitolini. Così dallo sfogo di un collaboratore deputato a promuovere la lobby Parnasi all’interno del Comune (Stefano Torrani) emerge una circostanza che, se confermata, rischia di imbarazzare l’assessorato all’Urbanistica. Si tratta di una cena che sarebbe stata offerta da Luca Caporilli, braccio destro del costruttore, a Luigi Di Luzio, architetto di Roma Capitale: «Caporilli — riassumono gli investigatori — ha invitato il tecnico del Comune che seguiva la pratica pagando la cena». Torrani, da risorsa di Parnasi, si trasforma in mina vagante per le sue società. Minaccia di presentarsi in Procura, accusa il gruppo di distribuire tangenti, fa capire che, se fosse licenziato per via di una ristrutturazione ventilata, farebbe nomi e cognomi: «Ma tu pensi che Di Luzio — dice al telefono con un collega — non è una mignotta?».

Quanto alla politica, Parnasi preferisce occuparsene di persona. Intercettato con un interlocutore in via di identificazione (Piero), il costruttore, promette di organizzargli un incontro con Massimiliano Smeriglio (vicepresidente della giunta regionale). «Parnasi — è scritto nelle note investigative — gli organizzerà l’incontro con Smeriglio prima del 22 maggio, magari in Acea dove sono andati l’altra volta». La rete relazionale della Eurnova sembra complessa e capillare. Tra i manager del costruttore, uno in particolare, Claudio Santini, ha rapporti anche con un funzionario di polizia del commissariato Prati che lo indirizza quando si tratta di far ottenere permessi di soggiorno a persone amiche e discute con lui la partecipazione ad aste giudiziarie: «I due — recita l’informativa — parlano di un’asta giudiziaria a novembre per un appartamento con base d’asta di 843 mila euro». Santini lo indirizza a sua volta: «Gli dice che è più conveniente partecipare all’asta mentre Condello chiede se convenga intervenire prima».

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