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Il 2024, rappresenta uno spartiacque importante per le nuove frontiere del lavoro. Come si evolverà il mondo delle industrie e quali saranno i cambiamenti in arrivo sul fronte dell’occupazione in Abruzzo? A questa e ad altre domande risponde il presidente regionale di Confindustria, Silvano Pagliuca, che è anche il presidente della neocostituita Confindustria Chieti-Pescara-Teramo, la “Medio Adriatico”.
Presidente, parliamo del lavoro che verrà?
Per rispondere a questa domanda sul lavoro che verrà, non possiamo non dare uno sguardo a ciò che sta accadendo nel mondo. Secondo Goldman Sachs, l’intelligenza artificiale generativa potrebbe rendere superflui 300 milioni di posti di lavoro nel mondo. La questione però è che a differenza di quanto avvenuto in passato, oggi anche i lavori qualificati e ad alta remunerazione sono a rischio.
In che senso?
L’intelligenza artificiale già oggi ci dice che risponde meglio degli esaminandi di Avvocatura, di Storia, di Macroeconomia, di Biologia, di Medicina, di Chimica, di Psicologia e tutti mediamente con una forbice di successo che va dal 75% al 100%. Naturalmente, l’intelligenza artificiale è strumento utile per l’umanità ma sappiamo anche che questo dipenderà molto dall’utilizzo che se ne farà.
In Abruzzo, per quanto riguarda le prospettive occupazionali quali sono gli scenari?
Su questa premessa in Abruzzo, guardando i numeri dei nuovi investimenti che la Zes ci sta portando, abbiamo una previsione di assunzione da qui ad un triennio a più di mille unità. Ma c’è una necessità impellente di formare giovani per lavori che verranno richiesti già dal 2024, in particolare nel settore della moda e nella produzione di auto elettriche.
Come si risponde a questa esigenza?
Confindustria Abruzzo Medio Adriatico partirà a breve con un progetto dedicato alla filiera della moda. Quello che lanceremo come Sezione Moda intorno a marzo 2024 per la formazione in cicli brevi (6/8 mesi) di figure legate alla produzione. Il lavoro che verrà sarà sempre più creativo e concettuale e sempre meno manuale, con ricadute positive in termini di sicurezza sociale e prevenzione.
Lei ha parlato di intelligenza artificiale e del suo impatto sul mondo del lavoro. Quali sono i rischi concreti?
Industria 4.0 e 5.0 dovranno essere a supporto dei processi produttivi. Non rappresenteranno una minaccia ma una grande opportunità che dobbiamo saper gestire facendo restare sempre al centro la persona ma con la capacità, sempre più importante, di saper dominare le tecnologie sempre più pervasive e che hanno cambiato antropologicamente la società e i modelli di business delle aziende.
Cambiare per continuare ad esserci mi sento che possa essere il leitmotiv a cui tendere.
Sono tutti aspetti positivi?
Rileviamo una maggiore consapevolezza delle aziende sull’importanza della digital transformation per lo sviluppo e anche sui relativi impatti ambientali delle nuove tecnologie per i processi produttivi. Su questi temi Confindustria Abruzzo svolge in continuità ed in sinergia con il sistema della ricerca abruzzese una incessante azione di supporto per il sistema delle imprese mirata ad incentivare la propensione delle Piccole e medie imprese per l’indispensabile innovazione del loro modello organizzativo.
In che misura i fondi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) possono incidere sulle imprese abruzzesi?
Il sistema imprenditoriale abruzzese necessita assolutamente della concretizzazione delle progettualità legate alle risorse del Pnrr, in modo da tendere finalmente ad un territorio evoluto che mira con grande vitalità ad elevarsi nuovamente a modello socio economico trainante per l’intero Mezzogiorno. Alle richieste alle Istituzioni volte a rimuovere la debolezza strutturale della nostra Regione, realizzando una vera rete di infrastrutture idonea alle vocazioni internazionali delle nostre imprese, mettiamo in campo anche azioni per agevolare liquidità per le Piccole e medie imprese, sostenere l’impresa ed il lavoro, dare maggiore competitività al territorio, rendere efficienti le risorse finanziarie spendibili a favore del sistema produttivo, quali quelle destinate all’Economia circolare, al turismo, all’innovazione e alla trasformazione digitale.
Quali sono le previsioni per il 2024?
Un ruolo decisivo lo giocheranno sia l’adeguamento della rete infrastrutturale materiale e immateriale che il sistema formativo. Non dobbiamo dimenticare la nostra posizione geografica che ci pone in modo naturale come cerniera tra la trasversalità est/ovest Barcellona-Ploce e la longitudinale nord/sud del corridoio Baltico Mediterraneo collegando Bologna a Bari e che insieme all’interporto di Manoppello, all’aeroporto e ai porti di Ortona e Vasto concorrerebbero a fare dell’Abruzzo una grande piattaforma logistica del centro Italia connessa alle reti Ten-t.
In Abruzzo il tema delle infrastrutture resta prioritario, non crede?
Le infrastrutture restano essenziali per l’Abruzzo, essenziali per le persone ma soprattutto per accelerare l’ulteriore sviluppo dell’economia di cui abbiamo bisogno. Dove ci sono infrastrutture fisiche e digitali diffuse, si sviluppano economie importanti. Si possono diversificare meglio le provenienze delle materie prime e, a prodotto finito, raggiungere più facilmente i mercati di sbocco.
Qual è la reale vocazione della nostra economia?
La nostra economia regionale mostra una netta vocazione industriale nel settore manifatturiero: gli occupati nell’industria in senso stretto sono il 18,4 per cento (16,9 per cento la media nazionale).
Perciò è fondamentale continuare a sostenere l’occupazione nel settore manifatturiero e parallelamente puntare sulla formazione continua, per facilitare l’accesso a nuove professioni. Penso ai settori strategici della transizione energetica, dell’elettrico, dell’IT, dell’AI.
E le prospettive?
In uno scenario che vede un aumento dello 0,6% il PIL al Sud – stima di crescita dello studio Confindustria Srm sul Mezzogiorno nel 2024 – credo che potremo continuare come Abruzzo ad essere regione di punta del Mezzogiorno, ma serve una politica industriale che sfruttando le risorse ingenti possa creare un ambiente favorevole alla crescita.
Abbiamo delle grandi potenzialità di sviluppo e continueremo a lavorare per individuare, condividere e sostenere tutte le iniziative necessarie per affrontare le sfide imposte dai sempre più variabili scenari socio-economici.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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