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Per capire in quale spirale può entrare chi ha un piccolo debito che non può restituire basterebbe citare la vicenda di una signora brianzola che si era ritrovata con mille euro da rimborsare. La donna aveva finito per aggrapparsi a una coppia che l’aveva ceduta a due estorsori (poi arrestati dai carabinieri). Nel giro di un anno la malcapitata si era vista pretendere 3.300 euro. Una persona dichiarata da un istituto di credito “non bancabile” per l’entità dei suoi debiti entra in una specie di girone dantesco; non può più avere un conto corrente, una carta di credito, un bancomat, diviene finanziariamente “invisibile”.

E non stiamo parlando di grandi crac alla Ferruzzi, Tanzi o Sindona, bensì di gente normale colpita da una sventura: una malattia, la perdita del posto di lavoro, la stessa pandemia che ha messo in ginocchio centinaia di migliaia di commercianti o ristoratori. O magari di chi entra nella dipendenza della ludopatia. Ogni giorno migliaia di clienti diventano automaticamente “persona non grata” agli occhi degli istituti di credito: finiscono in un “database” nazionale e in banca non ci possono mettere nemmeno piede. Resta solo la spirale dei cravattari, con esiti ancor più devastanti. Proprio per mettere fine a tutto questo Banca Mediolanum ha ideato nel 2009 il “Prestito di soccorso”, con l’aiuto delle parrocchie italiane.

Una “buona pratica” che ha consentito di ottenere notevoli risultati. Funziona così: chi è in difficoltà si reca in un centro di ascolto parrocchiale, che dopo un’istruttoria avverte la Fondazione diocesana antiusura (ce ne sono 12 in tutta Italia, da Milano a Crotone, tutte affiliate alla Consulta nazionale antiusura “Giovanni Paolo II”). Questa a sua volta è in contatto con la Fondazione Mediolanum Onlus, incaricata di erogare un prestito a tasso zero tramite i funzionari della Banca fondata da Ennio Doris. Finora le pratiche hanno riguardato 380 insolventi tornati a respirare, risolvendo i loro guai e tornando a essere clienti di una banca a pieno titolo. Nessuna garanzia viene richiesta al mutuatario, mentre il tasso di interesse è attorno all’1%.

A usufruire del “Prestito di soccorso” sono soprattutto donne (la percentuale è di circa il 65%), poiché ritenute più affidabili e responsabili nella gestione delle risorse finanziarie della famiglia, anche nell’interesse dei loro figli. Le loro professioni, o ex professioni, sono tra le più svariate: può trattarsi di esercenti, lavoratori autonomi o dipendenti, di solito mal pagati o precari. Il plafond stanziato da Mediolanum è di 3 milioni e 400 mila euro, di cui tre già stanziati. Con il caro bollette la condizione di tante famiglie si è aggravata: il progetto “Prestito di soccorso” promette nuove iniziative.


Giovanni Pirovano, 71 anni


Giovanni Pirovano: “Un’esperienza condivisa da tutti i dipendenti”


L’idea del “Prestito di soccorso” di BANCA MEDIOLANUM nasce dopo un incontro con Yunus, il “banchiere dei poveri”, e la sua esperienza di microcredito. «Si trattava di un’iniziativa che ci affascinava ma non ripetibile in Italia per le caratteristiche sociali ed economiche del nostro Paese», ricorda Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum. «Non si tratta di un’esperienza di marketing, ma di qualcosa che ci portiamo nel cuore, di un’attività strategica condivisa e continua», spiega. «Nel mio caso specifico i miei valori di riferimento sono il Vangelo e la famiglia, valori peraltro condivisi da Ennio Doris. Non a caso collaboriamo con la Chiesa, che chiama questi prestiti “prestiti di resurrezione”. A farlo sono gli stessi consulenti finanziari che amministrano i grandi patrimoni. Da queste operazioni non ci guadagnano una lira. Questa iniziativa ha contaminato in senso positivo tutti i nostri dipendenti»



 

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