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Entrare da Christie’s nella sede di Milano è come scartare lentamente un cioccolatino: un piacere da assaporare lentamente. È in questo scrigno che si trovano gli archivi più gettonati a uso degli storici e dei periti, così come sale ricche di opere d’arte o gioielli la cui storia è leggendaria, nonché curata dalla figura di Leo Criaco, specialista. L’esperto, ma prima di tutto appassionato, ci accoglie per raccontare il dietro le quinte del mondo dei grandi lotti e gli ultimi appuntamenti in programma per la casa d’aste più importante al mondo: quello online di Milano La Dolce Vita e il prossimo del 9 novembre a Ginevra, in presenza, dal titolo emblematico Magnificent Jewels, svelando, infine, che il settore è aperto a tutti perché la bellezza non può avere barriere.

Perché la gente dovrebbe partecipare alle aste e come mai hai scelto di lavorare in questo mondo?
Le aste generalmente comprendo varie categorie: macchine, borse, arte e gioielli. Per chi le ama, le aste hanno un ruolo privilegiato e in prima fila per quanto riguarda il top, il meglio, di queste aree. Parliamo dei quadri più importanti, nonché i preziosi più belli e unici nel loro genere e affascinanti. Quindi chiunque ambisca, da appassionato, a tenere in mano questi oggetti, guarda per forza di cose al nostro universo. Per quanto mi riguarda si tratta di un’ambizione, dal punto di vista professionale e di voglia, specialmente, in quanto appassionato dei gioielli.

E come mai conviene rispetto all’andare ad acquistare in un negozio?
Allora, in asta tu hai l’acquisto intelligente, ovvero i gioielli commerciali, i quali in teoria potresti trovare in un negozio ma che qui ti aggiudichi per molto meno. Il motivo risiede nel fatto che l’arrivo di una creazione in uno store passa molte mani e fasi: dall’estrazione della pietra fino all’arrivo in gioielleria. In asta alcuni step si tagliano, perciò conviene. Per il gioiello speciale invece, da investimento o collezione, o lo compri in asta o non lo vedi più.

Le aste dei gioielli sono speciali perché?
Pensa che in 250 di storia (quella di Christie’s infatti nasce nel 1766 grazie a James Christie, ndr) ci sono storie di collezioni e personaggi misteriosi come Chevalier d’Éon, che non si sa se fosse uomo o donna, alcuni ipotizzano addirittura che fosse una spia. Insomma, sono stati rinvenuti i suoi gioielli proprio in coincidenza con i primi anni di vita di Christie’s e attorno a essi si celano storie particolari, enigmatiche. Partecipare a un’asta, in generale, e di monili nello specifico vuol dire entrare in questo mondo arcano, in modo positivo ovviamente.

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Christie’s

Spilla in diamanti e rubini realizzata da François-Régnault Nitot, precursore di Chaumet, per Napoleone Bonaparte nel 1810.

Come ci si sente non poter possedere questi oggetti pur venendo a stretto contatto con loro quotidianamente?
Già, poi se ne vanno. Però mi ritengo molto fortunato anche solo per tenerli in mano, guardarli. Tra l’altro non sempre noi li vendiamo. I privati ci chiedono spesso di fare delle valutazioni e delle perizie. Ho avuto la fortuna di vedere collezioni fantastiche, di gioielli Art Déco di Cartier per esempio. Ecco quelle non sono passate in asta, semplicemente i clienti volevano il nostro punto di vista su queste vere e proprie opere d’arte. Il piacere di averli avuti in mano non ha prezzo. Ancora di più quando s’incontrano gioielli che si pensavano perduti di una bellezza ineguagliabile. E gli anni Trenta del secolo scorso devo dire che sono i più straordinari in questo senso.

Chiunque può partecipare alle aste?
Certamente, nonostante siamo molto rigidi nei controlli, quello sì. Però possono davvero partecipare le persone che lo desiderano dato che abbiamo gioielli che vanno dai mille euro fino, ovviamente, a quelli dal valore inestimabile. Noi di Christie’s siamo innanzitutto amanti di questo mondo e accogliamo chi condivide la nostra visione, anche se non compra. Le nostre esposizioni sono piccoli musei itineranti.

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Christie’s

Il bracciale firmato Cartier in platino, rubini e diamanti che Edoardo VIII regala a Wallis Simpson per il loro primo anniversario, 1938.

A Jean Paul Getty (magnate e noto collezionista d’arte) è capitato di aggiudicarsi un lotto per sbaglio, molti anni fa, per aver alzato il braccio al fine di slacciarsi il colletto della camicia, causa caldo in sala. Capitano ancora questi episodi?
No. In nostri auctioner hanno moltissima esperienza, conoscono la sala e la maggior parte di chi partecipa. Prima di andare in asta si vedono tutte le persone registrate. E poi, a differenze dei tempi di Getty, oggi c’è la paletta. E quando finisce l’asta si ricontrolla il tutto e nel momento in cui il lotto aggiudicato non corrisponde al numero della paletta la persona viene allontanata e si ripete l’asta.

Veniamo all’attuale asta online di Milano La Dolce Vita: ci racconti un po’ i gioielli dei prossimi fortunati i quali se li aggiudicheranno a suon di rialzi?
Il mio pezzo preferito sono un paio di spille in turchesi a forma di colomba, non firmate purtroppo. La famiglia da cui provengono conosceva i Verdura, pare infatti che sia stato Fuoco Verdura ad averle regalate in occasione di un matrimonio, però, ahimè, non possiamo provarlo. Abbiamo un diamante Bulgari con una montatura molto iconica e poi, sempre della stessa maison, un sautoir degli anni Settanta. In generale posso dirti che sono lotti di gusto, molto eleganti.

Il 9 novembre inizierà a Ginevra, in presenza, l’asta Magnificent Jewels, dove sarà esposta la Tiara Bonaparte (Paolina, sorella di Napoleone e moglie di Camillo Borghese, ndr) e altri monili d’eccellenza. Ci dai qualche anticipazione?
Sarà un’asta molto particolare: oltre alla tiara, come dicevi, abbiamo due bracciali appartenenti a Maria Antonietta. Sono del 1776 circa. I diamanti sono vecchio taglio mentre la montatura è in argento e oro giallo. Appartenuti alla stessa famiglia: da Maria Antonietta passarono a sua figlia Madame Royale che a sua volta lasciò in eredità, nel 1851, i suoi gioielli ai tre nipoti, inclusa la Contessa di Parma in Italia. Vi è poi in asta un altro pezzo eccezionale: il bracciale di Cartier che il duca di Windsor (Edoardo VIII) ha regalato alla duchessa (Wallis Simpson)per il loro primo anniversario di matrimonio. È del 1938, in platino, diamanti e rubini. Poi, come se non bastasse, arriva da noi una spilla bellissima, sempre con rubini, la quale non aveva effettivamente la forma di una brooch, piuttosto somigliava a quella di un orecchino, ma a noi è arrivata così. Sfogliando i libri, gli archivi, uno dei più grandi storici del gioiello, Vincent Meylan, l’ha trovata ma come paio di orecchini nella collezione della casa reale francese, venduta in asta dopo la morte di Napoleone III. Purtroppo l’altro non si trova più.

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Christie’s

I bracciali in diamanti appartenuti a Maria Antonietta commissionati nel 1776 circa, ora appartengono a una famiglia reale europea.

Esistono dei brand che dall’inizio della vostra storia hanno sempre mantenuto un successo costante nelle aste?
Sì. In Italia Bvlgari, Bucellati. Faraone, specialmente i pezzi degli anni Sessanta e Settanta che avevano grandissime pietre di qualità. Ravasco, gioielliere di nicchia di inizio Novecento. Pomellato sta crescendo molto come richiesta. All’estero Tiffany &Co., Cartier, il non plus ultra dei gioielli. E poi, quasi dimenticavo, Lalique: un vero e proprio artista.

Perde di valore un gioiello quando viene rivisitato?
Forse il paio di orecchini varrebbe di più, sicuramente.

La pandemia ha cambiato il modus operandi delle aste?
Certamente. Pensa che prima Londra e Parigi erano live, così come Ginevra. Quest’ultima, oggi, è l’unica che si muove ancora in presenza. Abbiamo solo di recente aperto Milano online, ottenendo un ottimo riscontro: pensa che nei primi quattro giorni l’asta La Dolce Vita ha avuto 6 mila click.

Un altro topic importante oggi è l’aspetto legato all’ecosostenibilità. Come si muove Christie’s?
Stiamo investendo moltissimo sul green. Stampiamo e spediamo molto meno. Prima inviavamo via posta i cataloghi, ora è tutto più digitale. Ci muoviamo per sottrazione, enfatizzando i rapporti umani, se possibile e, come ho detto l’online.

Un gioiello battuto all’asta che avresti voluto aggiudicarti?
(Illuminandosi, ndr) Una collezione di René Lalique battuta nel 2017 dal titolo Beyond Boundaries. La più bella in assoluto, almeno per me.

 

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