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Firenze, 10 luglio 2024 – Archiviato dal governo, il Superbonus 110 continua a far parlare di sé. Soprattutto in negativo. Il Movimento Consumatori Toscana è subissato di segnalazioni da parte di cittadini che si sono resi conto che gli interventi non sono stati fatti nel modo giusto e si trovano ora a fare i conti con cappotti che hanno aumentato la muffa sui muri o pannelli isolanti che si staccano o si incendiano. C’è poi chi non ha ricevuto dalla ditta le certificazioni dei prodotti e degli interventi fatti, per i quali hanno speso cifre esorbitanti. «E’ come comprare un’auto senza libretto di circolazione», afferma Armando Mansueto, presidente del Movimento Consumatori di Arezzo. «Le uniche due pratiche che solitamente risultano corrette per chi ha fatto ricorso al 110 sono quella urbanistica e quella per ottenere il Superbonus. Il resto è un caos».

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Le aziende non hanno rilasciato ai clienti la documentazione completa degli interventi, limitandosi invece a rilasciare soltanto il certificato di efficienza energetica. Un’altra questione gravissima, sottolineano dal Movimento Consumatori, è rappresentata dal fatto che i cittadini non hanno le schede dei materiali impiegati durante i lavori insieme alla mancata consegna delle modulistiche di garanzia dei prodotti installati. Qualcuno, ad esempio, non ha né l’asseverazione iniziale né l’asseverazione del direttore ai lavori. «La cosa più preoccupante – spiega il Movimento Consumatori Toscana, presieduto da Benedetto Tuci – è che i cittadini non hanno ben compreso che con il Superbonus 110 i primi a garantire la corretta effettuazione sono proprio loro e non lo Stato come si è fatto credere sin da subito. Non conoscendo direttamente i costi sostenuti per ogni singolo intervento realizzato nel singolo fabbricato i cittadini si sono esposti a situazioni incerte».

Tutto ciò darà il via a una serie infinita di contenziosi. Alcuni sono già iniziati. Il Movimento Consumatori Toscana ha infatti portato in tribunale un’impresa per lavori mal eseguiti su una villetta unifamiliare situata nel Valdarno aretino. La villetta ha un valore di circa 350mila euro sulla quale sono stati dichiarati lavori per 700mila euro. «Viene da sé – evidenziano dall’associazione dei consumatori – che con tali somme si sarebbe potuto creare ex novo un nuovo appartamento di classe A, mentre la villetta ha oggi hanno una classificazione energetica di classe D. Una spesa spropositata, dunque, tanto che l’avvocato Alberto Polverini, che difende tutti i componenti della famiglia che hanno citato l’impresa a causa dei lavori mal eseguiti con prodotti non certificati, presenterà anche un esposto alla guardia di finanza per danno erariale. Fra le richieste spiccano, inoltre, i danni conseguenti al ridotto godimento dell’immobile di proprietà dei committenti, i danni derivanti dal ritardo nell’adempimento e, appunto, le spese sopportate dai committenti.

«Saranno, e sono purtroppo, molti i casi in cui i cittadini avranno contezza che la loro casa è stato oggetto di grosse speculazioni da parte delle aziende e che queste case nel prossimo futuro saranno deprezzate. Per questo chiediamo – conclude il Movimento Consumatori Toscana – che i Comuni intervengano con controlli da parte dei loro uffici per correre ai ripari. Infatti, il problema gravissimo è che si venga a conoscenza di vere e proprie truffe nei confronti dei cittadini, senza contare l’eventuale problema di inquinamento causato dall’impiego di prodotti non proprio di origine naturale, adoperati nei lavori effettuati».

 

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