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La legge di Bilancio 2024 non ha prorogata l’agevolazione sull’acquisto di immobili green. Come gestire la detrazione nel 730/2024 e cosa aspettarsi nel 2025

Il Bonus case green, istituito nel 2015 e reintrodotto dalla Legge di Bilancio del 2023, prevede una consistente agevolazione fiscale per l’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica.

La misura non è stata confermata per gli acquisti di immobili efficienti a partire dal 1° gennaio 2024; il Bonus case Green riguarda pertanto solo gli acquisti effettuati fino al 31 dicembre 2023 e le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024.

Proprio in merito alle dichiarazioni da presentare nel 2004 l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti.

aggiornamento

Bonus Prima Casa under 36 e Bonus case green sono cumulabili?

Un contribuente sotto i 36 anni ha chiesto all’Agenzia delle Entrate se – sull’acquisto effettuato nel 2023 direttamente dal costruttore di un’abitazione in classe energetica A, con l’intenzione di farne la sua abitazione principale e di beneficiare delle agevolazioni per l’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica – può anche usufruire del bonus prima casa under 36 in aggiunta al Bonus case green.

Ricordiamo che l’agevolazione per l’acquisto della prima casa per i giovani sotto i 36 anni prevede l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale e, per i pagamenti soggetti a Iva, il diritto a un credito d’imposta pari all’intera Iva pagata al venditore.

L’Agenzia ha chiarito che non è possibile usufruire contemporaneamente di entrambe le agevolazioni. Di conseguenza, l’acquirente dovrà scegliere l’agevolazione che più si adatta alle sue esigenze e circostanze finanziarie.

Come funziona il Bonus case green?

Il bonus case green è uno sconto fiscale a favore di chi intende acquistare abitazioni ad alta efficienza energetica.

Hanno diritto all’agevolazione le persone fisiche soggette ad IRPEF; non è prevista alcuna agevolazione per gli enti non commerciali e le società di capitali.

Sono previste alcune condizioni specifiche per ottenere il Bonus case green:

  • l’acquisto deve essere effettuato entro il 31 dicembre 2023;
  • l’acquisto deve riguardare un’abitazione di classe energetica A o B;
  • l’acquisto deve essere effettuato direttamente dalla ditta costruttrice (deve essere, pertanto, un immobile di nuova costruzione e adibito a residenza).

Per quali immobili si può avere il Bonus case green?

E’ ammissibile al bonus case green l’acquisto di immobili in:

  • la classe A, da A1 ad A4, cioè le abitazioni che consumano meno di 30 kWh/mq all’anno. Queste abitazioni sono autonome dal punto di vista energetico in quanto dotate di pannelli fotovoltaici o altri impianti “green” che limitano la dispersione di calore e di energia
  • la classe energetica B, cioè gli immobili consumi tra i 31 e i 50 KWh/mq ed elevati standard di isolamento termico, anche se non completamente autonomi

La sussistenza di questi requisiti dovrà essere verificata mediante l’APE (Attestato di Prestazione Energetica).

In cosa consiste il Bonus case green?

L’agevolazione consiste in una detrazione pari al 50% dell’imposta dovuta sul corrispettivo d’acquisto; ciò vuol dire che più cresce il prezzo della casa e dell’IVA, più il valore della detrazione aumenta.

La detrazione è ripartita in 10 quote costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successivi.

La detrazione va indicata nel modello 730, per lavoratori dipendenti, o nel modello Redditi PF per i lavoratori autonomi.

 

Il Bonus case green è ancora valido nel 2024? Ci sono altre agevolazioni? 

Dal 1° gennaio 2024 il bonus case green non è più disponibile. La legge di Bilancio 2024 non ha infatti previsto la proroga della misura né lo stanziamento di ulteriori risorse.

Sono invece disponibili nel 2024 altri bonus per investimenti “green”, come l’Ecobonus, il Superbonus e il Bonus Ristrutturazione.

Per maggiori approfondimenti, leggi anche gli approfondimenti su:

Bonus case green: cosa cambia con la direttiva case green?

Il bonus case green potrebbe essere rivalutato alla luce del piano nazionale di ristrutturazione richiesto dalla nuova direttiva europea “case green”.

È presto per dirlo, ma è sicuramente impensabile raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea senza un sistema di incentivi stabile ed efficiente che possa contribuire alla realizzazione delle opere di efficientamento energetico con una prospettiva di lungo termine.

La Direttiva EPBD, come vedremo, lascia agli Stati membri la scelta di adottare tra un’ampia gamma di strumenti.

In vista del recepimento della Direttiva, tenendo conto dell’attuale panorama normativa sui bonus edilizi, è prevedibile (ed auspicabile) una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali.

Prima di scoprire come cambieranno i bonus edilizi e cosa prevede al riguardo la nuova EPBD, è opportuno sottolineare che non c’è nessuna relazione tra l’agevolazione nota come ‘bonus case green’ e la direttiva europea “case green”.

Case green 2024: obiettivi ambiziosi alla portata di tutti

La nuova direttiva europea “case green” stabilisce che ogni Paese membro dovrà raggiungere nel settore abitativo l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 e predisporre a tale scopo piani nazionali di ristrutturazione degli edifici.

In Italia, risulterà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali può essere costituito da una o più unità immobiliari.

Come raccontato in un nostro approfondimento (Case green: quanto costerà mettere a norma gli edifici) e secondo uno studio condotto dalla Commissione europea (ovviamente relativa all’intera area Ue) entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica nel settore immobiliare.

Parametri basati sul reddito: attenzione alle famiglie vulnerabili

All’art. 17 la direttiva EPBD chiede agli stati di predisporre finanziamenti, misure di sostegno e altri strumenti consoni per affrontare le barriere di mercato al fine di realizzare gli investimenti necessari individuati nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione degli edifici per trasformare il loro parco immobiliare in edifici a emissioni zero entro il 2050.

Gli Stati membri provvedono affinché le procedure di domanda e concessione di finanziamenti pubblici siano agevoli e semplificati al fine di facilitarne, soprattutto per le famiglie, l’accesso.

Nell’elaborare regimi di sostegno finanziario per la ristrutturazione degli edifici, gli Stati membri prendono in considerazione la possibilità di utilizzare parametri basati sul reddito.

La direttiva pone particolare attenzione alla protezione delle famiglie vulnerabili, garantendo che gli incentivi finanziari siano prioritariamente destinati a coloro che ne hanno maggiormente bisogno.

Inoltre, nel fornire incentivi finanziari ai proprietari di edifici o unità immobiliari per la ristrutturazione di edifici o unità immobiliari affittati, gli Stati membri potranno prevedere incentivi finanziari che vadano a beneficio sia dei proprietari che dei locatari.

Gli Stati membri introducono misure di salvaguardia efficaci per:

  • proteggere, in particolare, le famiglie vulnerabili, anche fornendo sostegno locativo o imponendo limiti agli aumenti dei canoni di locazione;
  • incentivare i regimi finanziari per far fronte ai costi iniziali delle ristrutturazioni, come i regimi di compensazione in bolletta, i regimi in funzione del risparmio o i contratti di rendimento energetico.

Eliminazione degli ostacoli di natura non economica alla ristrutturazione degli edifici

Per quanto riguarda gli edifici con più di un’unità immobiliare, le agevolazioni possono includere l’eliminazione dei requisiti dell’unanimità nelle strutture di comproprietà o la possibilità per le strutture di comproprietà di beneficiare direttamente del sostegno finanziario.

Focus sugli interventi di ristrutturazione profonda

Gli Stati membri incentivano con un maggiore sostegno finanziario, fiscale, amministrativo e tecnico la ristrutturazione profonda e la ristrutturazione profonda per fasi.

Qualora non sia tecnicamente o economicamente fattibile trasformare un edificio in un edificio a zero emissioni, una ristrutturazione che si traduca in una riduzione di almeno il 60% del consumo di energia primaria è considerata una ristrutturazione profonda.

Case green: come saranno i nuovi bonus

Per sostenere la mobilitazione degli investimenti, gli Stati membri promuovono lo sviluppo e l’uso efficace di strumenti d’investimento e di finanziamento abilitanti, quali:

  • prestiti per l’efficienza energetica e mutui ipotecari per la ristrutturazione degli edifici,
  • contratti di rendimento energetico,
  • regimi finanziari in funzione del risparmio,
  • incentivi fiscali, ad esempio aliquote fiscali ridotte sui lavori e sui materiali di ristrutturazione,
  • sistemi di detrazioni fiscali,
  • sistemi di detrazioni in fattura,
  • schemi finanziari pay-as-you-save,
  • schemi off-tax, schemi on-bill,
  • fondi di garanzia,
  • fondi destinati a ristrutturazioni profonde,
  • fondi destinati alle ristrutturazioni

che garantiscono una soglia minima significativa di risparmi energetici mirati e norme relative al portafoglio di mutui ipotecari.

In questo contesto, diventa essenziale che l’Italia adotti provvedimenti concreti per garantire che ogni cittadino possa beneficiare di incentivi e agevolazioni al fine di adeguarsi alle nuove normative che verranno definite nei prossimi mesi.

La nuova direttiva europea potrebbe riattivare un progetto di riforma dei bonus edilizi soprattutto per superare l’attuale frammentazione delle varie detrazioni in vigore.

Il panorama delle agevolazioni nei prossimi anni si potrebbe articolare in 2 direzioni distintive:

  • per coloro con un reddito più sostanzioso, è probabile che si implementino bonus fiscali, ispirati al modello ben collaudato del Superbonus. Questi incentivi potrebbero tradursi in una detrazione fiscale, con tetti più bassi di incentivo e una durata più lunga, ma comunque consentirebbero di detrarre una parte delle spese sostenute dalla dichiarazione dei redditi;
  • per i contribuenti e le famiglie con redditi più limitati, è aperta la possibilità di un contributo diretto da parte dello Stato.

 

 

 

 

 

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