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Prosegue la discesa dei tassi di interesse iniziata a fine 2023. A giugno 2024 i tassi di interesse sui mutui si sono attestati a 3,56%, in diminuzione rispetto al 3,61% di maggio. Lo segnala il Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. Secondo i dati pubblicati nel bollettino, il valore era pari al 4,27% a giugno 2023 e a 2,05% a giugno 2022.

I tassi di interesse sui mutui sono andati progressivamente diminuendo da inizio anno, perdendo lo 0,42%. Erano pari a 3,98% a gennaio e sono passati a 3,89% a febbraio, a 3,79% a marzo, a 3,67% ad aprile, a 3,61% a maggio e a 3,56% a giugno.

Tassi di interesse bancari nel 2024 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi sui mutui (nuove operazioni)

Tasso di riferimento Bce

Euribor a 3 mesi (Area euro)

Irs a 10 anni (Area euro)

Gennaio

3,98%

4,50%

3,93%

2,63%

Febbraio

3,89%

4,50%

3,92%

2,73%

Marzo

3,79%

4,50%

3,92%

2,64%

Aprile

3,67%

4,50%

3,89%

2,76%

Maggio

3,61%

4,50%

3,81%

2,80%

Giugno

3,56%

4,25%

3,73%

2,79%

Fonte: Monthly outlook Abi.

Su SimplyBiz è disponibile anche l’andamento dei tassi nel 2023.

Euribor sceso a 3,7% nei primi 11 giorni di luglio

Secondo i dati diffusi dall’Abi, il tasso Euribor a 3 mesi nella media del mese di giugno 2024 si è attestato a 3,73%, in lieve flessione dal 3,81% di maggio. Era pari al 3,93% a gennaio, a 3,92% a febbraio e marzo, a 3,89% ad aprile, a 3,93% a maggio. Nei primi 11 giorni di giugno si è attestato a 3,70%, in diminuzione di 30 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.

Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni a giugno 2024 è risultato pari a 2,79%, stazionario rispetto al 2,8% di maggio. Da inizio anno si è attestato a 2,63% a gennaio, a 2,73%, a febbraio, a 2,64% a marzo, a 2,76% ad aprile, a 2,8% a maggio. Il tasso Irs a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,82%, in diminuzione di 70 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.

A giugno 2024, il differenziale tra il tasso Swap a 10 anni e il tasso Euribor a 3 mesi è risultato negativo e in media pari a -94 punti base (-101 p.b. il mese precedente e -53 p.b. un anno prima).

I tassi degli altri prestiti 

Secondo la sintesi del bollettino mensile dell’Abi, a giugno 2024:

  • Il tasso medio sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie, quindi sottoscritti negli anni, è risultato pari a 4,77% (4,78% a gennaio; 4,80% a febbraio e marzo; 4,81% ad aprile; 4,8% a maggio);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato pari a 5,25% (5,48% a gennaio; 5,34% a febbraio; 5,26% a marzo; 5,3% ad aprile; 5,38% a maggio).

Prestiti a famiglie e imprese diminuiti dell1,7%

Sulla base di prime stime del Si-Abi, il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pronti contro termine con controparti centrali) a giugno 2024 si è collocato a 1.647,6 miliardi di euro, con una flessione annua del 2,4% (-2,8% nel mese precedente), calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).

I prestiti a residenti in Italia al settore privato sono diminuiti dell’1,9% rispetto ad un anno prima attestandosi a 1.413 miliardi di euro. I prestiti a famiglie e società non finanziarie sono diminuiti dell’1,7% su base annua e pari a 1.280 miliardi di euro.

Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica, che deprime la domanda di prestiti”, si legge nel report.

Compravendite accompagnate da un mutuo pari al 62,5% nel I trimestre 2024

Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a maggio 2024 il tasso di variazione dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultato pari a -3,1% (-3,4% nel mese precedente). Il totale dei prestiti alle famiglie è sceso dell’1,1% (1,2% nel mese precedente).

La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata stabile rispetto al mese precedente per la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (-0,2% rispetto a -0,1% nel mese precedente) e in lieve decelerazione per il credito al consumo (+3,6%, come nel mese precedente).

Nel primo trimestre del 2024 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è salita al 62,5% dal 56,9% nel trimestre precedente. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è pari al 77,2% (77,6% nel terzo trimestre 2023 e 77,3% nel secondo).

L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a maggio 2024 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 58,9% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,3%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,2%, il comparto delle costruzioni l’8,6% mentre quello dell’agricoltura il 5,6%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,7%.

Criteri offerta nel I trimestre 2024

Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey – aprile 2024), nel primo trimestre del 2024 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono rimasti stabili. “I termini e le condizioni generali su tali finanziamenti sono stati lievemente irrigiditi, principalmente attraverso un aumento dei tassi di interesse praticati sui prestiti; i margini sono stati ampliati sui finanziamenti concessi alla clientela percepita come più rischiosa. I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati: il leggero aumento nella percezione del rischio è stato compensato dalla maggior pressione concorrenziale da altre banche. Quest’ultimo fattore ha contribuito a rendere più favorevoli i termini e le condizioni. Le politiche di offerta relative al credito al consumo sono state nel complesso irrigidite. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono un lieve allentamento dei criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie, mentre quelli alle famiglie rimarrebbero invariati”, si legge nel report di Bankitalia.

È proseguito il calo della domanda di credito da parte delle imprese, in atto da 5 trimestri consecutivi, “che continua a riflettere il maggior ricorso all’autofinanziamento, il minore fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e l’elevato livello dei tassi di interesse”. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è ridotta in misura marcata, mentre è cresciuta quella per finalità di consumo. “Nel trimestre in corso la domanda di prestiti delle imprese e delle famiglie per finalità di consumo resterebbe invariata, mentre aumenterebbe lievemente quella per l’acquisto di abitazioni”, prosegue.

Pari a 30,3 mld i crediti deteriorati netti

A maggio 2024 i crediti deteriorati netti, cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche, sono leggermente diminuiti a 30,3 miliardi di euro, da 30,5 miliardi di dicembre 2023 (31,2 miliardi a settembre 2023). “Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 166 miliardi. A maggio 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,43% dei crediti totali. A dicembre 2023, tale rapporto era l’1,41% (1,42% a settembre 2023; 9,8% nel 2015”, conclude l’Abi.

 

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