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La pressione fiscale in Italia, ha raggiunto negli ultimi periodi, dei numeri spaventosi, diventando molto spesso insostenibile dai singoli cittadini. Già in passato però, era stata partorita una legge per aiutare le classi sociali più in difficoltà, e oggi quella legge ritorna sotto una nuova veste. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Cos’è la legge salva suicidi?

Una manovra vecchia 10 anni

Il nome “civile” con cui questa legge è conosciuta, non è sicuramente dei più felici e fa riferimento ai vari imprenditori che, nel corso degli anni, vedendosi sommersi da debiti insanabili, hanno compiuto il gesto estremo di togliersi la vita.

Tali fatti, ripetutisi negli anni, hanno destabilizzato la vita politica e sociale del nostro paese, e i Governi si sono trovati nella condizione di dover necessariamente intervenire, vista la frequenza preoccupante con cui tali situazioni si ripresentavano periodicamente.

Una prima soluzione dunque, arriva nel 2012.
Nel 2008, la Commissione Giustizia del Governo in carica in quel momento, mette in moto un iter che avrebbe portato soltanto quattro anni dopo, sotto il Governo Monti, a convertire un decreto legge del 2011 in legge ordinaria, dando vita alla legge 3/2012. Ma cosa dice la legge?

La legge 3/2012, consente, alle persone fisiche, ai professionisti e agli imprenditori non fallibili che si trovano in stato di sovraindebitamento la possibilità di ridurre debiti. La riduzione del debito va comminata in base a vari parametri, ma la forza di tale legge permetterebbe una riduzione drastica, addirittura del 50% in alcuni casi.

E dettaglio molto importante, la legge 3/2012 permetteva la possibilità di rateizzare il debito in rate decisamente piccole ed esigue. Seppur ciò, si sarebbe tradotto in un canone mensile da corrispondere, avrebbe significato per molti riuscire a respirare (fiscalmente parlando) tra un pagamento e l’altro, senza trovarsi sommersi da debiti insanabili.

La legge salva suicidi permette al debitore di proporre un piano di ristrutturazione dei debiti pagando quello che effettivamente può pagare. La procedura di sovraindebitamento, infatti, tiene conto dei costi per la sopravvivenza che, quindi, devono essere necessariamente garantiti a prescindere dall’entità del debito.

Arriva la riforma

Meloni
Cosa cambia?

Negli ultimi tempi, la legge “salvasuicidi”, è tornata al centro della discussione politica, dopo più di 10 anni dalla sua prima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Un primo dettaglio da chiarire, è a chi sia indirizzata questa legge: a poter beneficiare di questo speciale regime di debito, saranno soltanto coloro i cui debiti sono connessi all’attività lavorativa. Non si parla quindi di debiti contratti in altri modi, come per esempio i debiti di gioco o per attività che esulano l’ordinamento giuridico.

Se si risulta in grosso sbilancio, rispetto alle somme che devono essere restituite, la procedura può avere inizio. Bisognerà rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Questi infatti, sono gli unici enti, autorizzati dalla Camera di Commercio, per avviare la procedura d’assistenza.

Rivolgendosi a un OCC, si verrà assegnati a un gestore della crisi, che sarà incaricato di assisterci e a cui dovremo fornire tutte le informazioni del caso, per aiutarlo a capire quale sia il metodo migliore per evadere il debito e avere degli sconti.

I dati di cui il gestore della crisi avrà bisogno, per riuscire a tracciare un profilo d’aiuto, saranno:

  • Ingerenza dei debiti;
  • i creditori;
  • i beni posseduti;
  • dichiarazioni dei redditi di tre anni precedenti;
  • spese per il bilancio familiare.

Una volta effettuato questo primo passo, sarà necessario fissare un’udienza con un giudice. Il fine è quello di bloccare eventuali pignoramenti, anche già in atto, per almeno i successivi 120 giorni.

Ma non tutti sono ben accetti

Agenzia dell'entrate
Siete virtuosi?

Tuttavia, operazioni del genere sono solite prestarsi ad abusi, che portano anche chi non ne ha bisogno a richiedere gli aiuti. Per questo sono stati messi dei criteri, che non sono semplicemente i debiti accumulati negli anni.

Si parla infatti di criteri di merito, così da destinare la manovra soltanto ai cittadini più “virtuosi”. Il merito in questo caso, nonostante sia un criterio piuttosto mellifluo, è da ricercare in quelle persone che, nonostante si trovino in situazioni di debito soffocanti, non hanno tentato di ottenere finanziamenti in modi controversi o contrari alla legge.

Una categoria che potrebbe essere esclusa è chi ha accumulato debiti in maniera dolosa: ciò significa, che potrebbe essere escluso chi ha accumulato debiti su somme che sapeva già di non poter restituire, perché fuori dalla sua normale liquidità. Tuttavia, in questo caso bisognerà esaminare le dichiarazioni dei redditi e ancora nulla è certo.

A beneficiarne quasi sicuramente invece, potrebbero essere quegli imprenditori che si sono trovati a fronteggiare, in maniera improvvisa e imprevedibile, una crisi nel loro settore produttivo o un incidente che ha portato a una riduzione dei mezzi di lavoro. E cosa importante, anche i familiari stretti del debitore possono usufruire di questa manovra, in caso siano conviventi.

 

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