Cari lettori,
qualche minuto fa ho ricevuto l’ennesima chiamata dai Carabinieri che mi hanno convocato per notificarmi l’ennesima denuncia. Facile prevedere di cosa si tratti: diffamazione a mezzo web, esattamente come le altre sei cause da me affrontate negli ultimi quattro anni, tutte finite in archiviazione, ritiro di querela o assoluzione.
Ne rimaneva pendente una sola, che confidavo di risolvere in breve e facilmente. Questa nuova però è la goccia che fa traboccare il vaso. Mi pare evidente che ci sia un piano per zittire la voce mia e di tanti che collaborano con me all’interno di questo contenitore. Un piano che si concretizza in denunce a pioggia, che la Procura competente a mio avviso non vaglia come sarebbe suo dovere fare. Che sia così lo dimostrano i procedimenti “lunari” aperti in precedenza a mio carico: denunce prive di corpo del reato, contenenti evidenti forzature o prove fabbricate, come ho raccontato in alcuni articoli nel corso del tempo.
Il fatto è che non posso più permettermi di andare avanti così. Emotivamente e psicologicamente è una tortura e finanziariamente non ho le risorse materiali per reggere così tanti procedimenti in sequenza, a meno di non privare la mia famiglia dell’essenziale, cosa che non farò mai. Proprio a questo puntano: sfibrare l’avversario e colpirlo nei suoi beni. Ho resistito per anni, lavorando gratis, con l’aiuto di persone meravigliose (Fabio Nestola, Santiago Gasco Altaba, Vincenzo Moggia e tanti altri) e con piccoli sostegni economici da parte vostra (grazie!). Già da due anni ormai mi sono ritirato dalla gestione delle pagine social, proprio per evitare problemi. Ora però, mio malgrado, devo cedere, non ho altra scelta. La persecuzione ha raggiunto il suo obiettivo.
HANNO VINTO LORO
Sono stati anni di riflessioni, analisi, tentativi di cambiare nel piccolo qualcosa che evidentemente non torna nel modo con cui vengono inquinati i rapporti tra uomini e donne, ma gli interessi in campo sono troppo forti, anche per un Davide con la sua fionda, in un paese dove palesemente la libertà di pensiero, espressione e critica non è garantita. Non si illudano, però: mentre io mi dichiaro vinto, qualcuno c’è già , pronto a venire dopo di me, come altri ci sono stati prima di me. Io ho fatto il possibile, spero, insieme a tanti altri amici, di aver dato un contributo utile.
“La Fionda” da oggi chiude e non riaprirà più, a meno di particolari stravolgimenti positivi nella situazione o a meno che qualcun altro non voglia prenderne il timone. Ringrazio tutti per la fiducia, la stima e l’affetto dimostratomi in questi anni.
Davide Stasi
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