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di Mario Torrente

La nota è del 21 febbraio e porta le firme del responsabile dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Trapani Orazio Amenta e del sindaco Giacomo Tranchida. Nel documento, inviato alla Zes Sicilia Nord Occidentale oltre che all’Autorità di Bacino, al Genio Civile di Trapani ed alla Commissione tecnico scientifica del Dipartimento Ambiente dell’assessorato regionale al territorio, si parla della nuova strada che, nell’ambito del progetto che punta al potenziamento dei collegamenti tra il porto e l’area industriale, dovrebbe sorgere tra la via Libica e la via professore Giuseppe Salvo, andando di fatto a tombare parzialmente un canale della ex Salina Collegio, mettendo un tubo di 500 millimetri. Nella nota l’ufficio tecnico chiama in causa lo studio avviato a seguito dell’alluvione del 26 settembre dove “si ritiene che tale canale possa avere in futuro, a seguito di una riqualificazione complessiva del sistema di drenaggio urbano della città, una funzione rilevante e pertanto va salvaguardato, non condividendo il fatto che lo stesso possa essere interrato e sostituito da un tubo di diametro trascurabile”.

Lo studio, di cui si parla nel documento è quello presentato il 3 maggio del 2023 a Palazzo D’Alì dall’ingegnere Simone Venturini, dove tra i possibili interventi prospettati si parla proprio della necessità di preservare e recuperare l’ex Salina Collegio. (ASCOLTA L’INTERVISTA ALL’INSEGNERE VENTURINI NEL MAGGIO 2023).

E lo stesso sindaco Tranchida in quella sede, parlando delle soluzioni da mettere in campo, prospettò diverse ipotesi nell’ottica di tornare a ciò che faceva anticamente il canale Scalabrino per smaltire le acque piovane (ASCOLTA L’INTERVISTA AL SINDACO TRANCHIDA FATTA IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO). E lo stesso primo cittadino ha confermato in questi giorni come si stia ancora lavorando su questo studio e sugli interventi da mettere in campo per la messa in sicurezza del centro urbano con l’obiettivo di ridurre, per quanto possibile, il rischio allagamenti in città.

Quasi un anno dopo, i riflettori sono adesso puntati sulle opere previste per la Zes, e guardando agli effetti della crisi climatica occorre prevenire il rischio allagamenti. E proprio nelle sue funzioni di autorità locale di Protezione Civile, l’amministrazione comunale di Trapani ha chiamato in causa gli aspetti idraulici ed idrogeologici del progetto per la strada nel tratto “E-H”, premettendo come l’esecutivo di Palazzo D’Alì non abbia alcuna competenza sul rilascio dei pareri idraulici.

L’area in questione non è poi interessata da alcun vincolo idraulico/idrogeologico. Ma resta il fatto che il Comune stia provando a mettere in campo delle strategie per evitare futuri allagamenti , come testimonia lo studio redatto dall’ingegnere Venturini e che individua la zona della ex salina Collegio quale potenziale vasca di laminazione per raccogliere ed assorbire le acque piovane. Da qui la richiesta, ufficializzata nella nota a firma dell’ingegnere Amenta e del sindaco Tranchida, di rivedere il progetto nel tratto E-H della strada da realizzare “al fine di preservare la funzionalità del canale dell’ex Salina Collegio, evitandone il tombamento anche parziale, al fine di uno suo utilizzo nell’ottica di un progetto complessivo di adeguamento del sistema di drenaggio urbano ai cogenti cambiamenti climatici”. Questo è quello che c’è scritto nel documento dello scorso 21 febbraio, dove l’ufficio lavori pubblici ricorda anche la “buona prassi di non ricoprire e non intubare più canali esistenti, anche alla luce dei criteri DNSH che riprendono e fanno propri quelli delle Nature Based Solutions”. Il piano di ripresa e resilienza prevede infatti di finanziare misure che possano coniugare la crescita economica nel rispetto dell’ambiente. Si tratta per l’appunto del principio DNSH, specificato tra l’altro dal Ministero dell’ambiente con una nota relativa alla applicazione dei finanziamenti da PNRR.

E nel corso della conferenza stampa tenuta martedì a Palazzo D’Alì dedicata alla presentazione del progetto “Trapani ultimo miglio”, a cui hanno partecipato il commissario straordinario per la Zes Sicilia Occidentale Carlo Amenta ed il project manager della struttura commissariale Franco Messina, il sindaco Tranchida ha espresso una disponibilità ad una revisione del progetto esecutivo della strada a servizio della Zes nell’ottica di apportare delle migliorie, se dovessero emergere, in corso d’opera. degli aspetti rilevanti di modifiche all’assetto idrogeologico o ambientale delle aree interessate. Una disponibilità ribadita anche ai microfoni di Telesud. (ASCOLTA L’INTERVISTA FATTA DURANTE LA CONFERENZA STAMPA DI MARTEDI’).

Ma nella nota del 21 febbraio gli uffici del Comune chiamano in causa anche un’altra questione, quella del canale Reda, dove in base al progetto dovrebbero essere convogliate le acque piovane drenate dalla strada. Ma il Reda non è un canale di drenaggio. Si tratta infatti, di un antico corso d’acqua a servizio delle saline, il cui compito è quello di portare l’acqua del mare nell’entroterra verso le vasche per la coltivazione del sale. Come ricordato tra l’altro dalla direttrice della Riserva delle Saline Silvana Piacentino nelle scorse settimane durante l’incontro organizzato dall’associazione Erytrhos. È dunque un canale di salina, come si evince chiaramente dalla verifica delle quote del corso d’acqua, le cui pendenze vanno dal mare verso l’interno e non viceversa. (ASCOLTA L’INTERVISTA A SILVANA PIACENTINO FATTA DURANTE L’INCONTRO PROMOSSO DA ERYTRHOS)

Entrambi i problemi evidenziati nella nota erano stati segnalati dall’ufficio tecnico del Comune, come ricordato nel documento a firma di Amenta e Tranchida che hanno quindi chiesto “di verificare se lo scarico di acque bianche della strada presso il canale Reda” sia compatibile “con la sua funzione attuale e se non occorra rimodellare invece il canale al fine di garantire il suo deflusso verso il mare e non viceversa”.

Ma c’è di più. Il progetto di potenziamento dei collegamenti previsto nell’ambito della Zes, si inserisce in un’area particolarmente sensibile dal punto di vista naturalistico, considerando la sua vicinanza con la Riserva delle Saline, ed interesserebbe anche siti della rete Natura 2000 con anche sottrazione di superficie come sostenuto dall’Ente gestore della Riserva delle Saline nel suo parere negativo. Ed infatti l’ufficio tecnico del Comune ha proposto di prevedere delle opere di compensazione, ovvero di realizzazione di una fascia di forestazione urbana sulla via Libica nell’area dove verrebbe spostata la pista ciclabile a seguito dell’ampliamento della strada, oltre che il proseguimento del percorso riservato a pedoni e ciclisti fino alla via Virgilio.

L’ultima richiesta avanzata dal responsabile del quinto settore Orazio Amenta e dal sindaco di Trapani Giacomo Tranchida riguarda, infine, il quartiere di Villa Rosina e punta a risolvere il problema del passaggio pedonale in prossimità della rotonda, opere che l’amministrazione di Palazzo D’Alì vorrebbe inserire nell’ambito della “piena funzionalità della strada Zes”, trattandosi di un “nodo stradale molto pericoloso che rallenta la circolazione stradale e che attualmente mettere in pericolo l’incolumità dei passanti”. Una delle soluzioni prospettata a suo tempo dal primo cittadino è la realizzazione di un sovrapasso comunale nei pressi della rotonda in modo da permettere ai cittadini di potere attraversare lo scorrimento veloce in sicurezza andando a piedi o in bicicletta, entrando ed uscendo dal quartiere di villa Rosina senza attraversare direttamente la carreggiata incrociando così il traffico del mezzi.

ASCOLTA L’INTERVISTA ALL’INGEGNERE VENTURINI FATTA LO SCORSO ANNO

ASCOLTA L’INTERVISTA AL SINDACO TRANCHIDA FATTA NEL MAGGIO 2023

ASCOLTA L’INTERVISTA FATTA A SILVANA PIACENTINO NEI GIORNI SCORSI

ASCOLTA L’INTERVISTA FATTA AL SINDACO TRANCHIDA MARTEDI’

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