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Comprare casa è difficile. Se però il gran parlare di metaverso ha acceso la speranza di avere – almeno in una realtà virtuale – l’appartamento dei vostri sogni, vi sbagliate. Anche lì i beni immobili costano caro. Esistono aspiranti proprietari terrieri e perfino società specializzate in quello che gli analisti già chiamano mercato immobiliare virtuale o, in inglese, virtual real estate. Come Metaverse Group, società che lo scorso novembre ha speso l’equivalente di 2,4 milioni di dollari per un pezzo di terra su Decentraland, uno dei mondi simulati che sta destando l’interesse di fondi d’investimento, grandi brand e perfino celebrità. Nell’ambiente di Sandbox, invece, un’altra azienda specializzata (Republic Realm) ha comprato lotti per la somma record di 4,3 milioni e il rapper Snoop Dog sta creando un micro-mondo a propria immagine e somiglianza: Snoopverse. Ci ha costruito la sua casa e qualcuno, pur di avere come vicino il proprio idolo, purché virtualmente, ha sborsato 450 mila dollari.

I mondi virtuali in vendita

Proprio Decentraland, che dichiara 300 mila utenti attivi al mese, e Sandbox, con circa 500 mila iscritti totali, sono al momento le due piattaforme principali, seguite da altre come Cryptovoxels, Somnium Space e Axie Infinity. Al loro interno ogni utente, dopo aver creato il proprio personaggio virtuale, può muoversi in uno spazio tridimensionale per entrare in contatto con altri avatar e seguire ogni sorta di attività: feste, giochi ed eventi sportivi come gli Australian Opens 2022, che potranno essere seguiti anche in Decentraland. L’esperienza non è così diversa da quella che si può fare con Second Life, di cui si è tornato a parlare molto negli ultimi mesi. La differenza è che possibile acquistare appezzamenti di terra virtuale tramite criptovalute. Decentraland e Sandbox ne hanno entrambi una propria: si chiamano Mana e Sand. Al momento valgono rispettivamente circa 2,50 e 3,80 euro.

Come acquistare terra virtuale

Tutto si basa sul meccanismo delle blockchain. Una volta scelto il terreno ed effettuata la transazione servendosi del proprio portafoglio online, il sistema rilascia un gettone digitale: uno dei cosiddetti NFT (Non Fungible Tokens), che certifica la proprietà del terreno e ne garantisce in sostanza l’unicità, a vantaggio dell’acquirente. Tutto questo vale perché i terreni, anche se virtuali, sono un bene scarso, altrimenti non si spiegherebbe l’impennata dei prezzi. Decentraland, per intenderci, ha appena 90 mila lotti di terra. Misurano 2.704 piedi quadrati ciascuno e sono già stati tutti venduti all’asta tra il 2017 e il 2018, ma gli scambi tra utenti continuano.

L’impennata dei prezzi

Siamo soltanto agli inizi: gli utenti sono ancora pochi e Decentraland, per esempio, è al momento utilizzabile soltanto da computer e non da smartphone. DappRadar, un sito che tiene traccia delle vendite di terreni virtuali e NFT, ha però registrato un volume di scambi da 330 milioni di dollari negli ultimi tre mesi del 2021. E da quando Facebook Inc. ha cambiato il suo nome in Meta e il concetto di metaverso è salito agli onori delle cronache, i prezzi sono lievitati. Del resto, se una delle aziende più importanti del mondo decide di trasformarsi e di scommettere su un universo parallelo è lecito pensare che l’opportunità ci sia. «Siamo di fronte al prossimo rinnovamento dei social media — ha datto alla CNBC Andrew Kiguel, ceo di della società di crypto trading Tokens.com — Il costo dei terreni virtuali è aumentato dal 400% al 500% negli ultimi mesi». Per ora Decentraland, Sandbox e gli altri sono come caselle del Monopoli ancora vuote, su cui un domani potrebbero sorgere case e alberghi molto redditizi. Sembra che l’ambizione di diventarne i futuri proprietari stia iniziando a diffondersi. Un recente rapporto del gestore di criptovalute Grayscale stima che presto il metaverso, e con esso il virtual real estate, potrebbe generare un business da mille miliardi di dollari.

Le aziende che scoprono il metaverso

Nonostante gli scetticismi, per azzardo o per gioco le avvisaglie non mancano. A dicembre 2021 Nike ha acquisito lo studio di Los Angeles RTFKT, specializzato in produzioni artistiche NFT e divenuto noto per aver creato delle scarpe da ginnastica virtuali: avrà il compito di realizzare oggetti 3d che portino nel metaverso i prodotti dell’iconico brand. Microsoft ha annunciato che porterà Teams, la sua applicazione per le riunioni da remoto, nella realtà virtuale e ha acquistato uno dei maggiori produttori di videogiochi al mondo, Activision-Blizzard, con dichiarate ambizioni relative al metaverso. Il marchio di alta moda Balenciaga si sta dotando di un’unità dedicata a esplorare nuove opportunità di marketing e di commercio nel mondo virtuale. Perfino il colosso della consulenza Pwc ha acquistato un terreno su Sandbox. E queste sono solo alcune delle realtà che stanno esplorando i nuovi mondi virtuali. La scommessa è che il metaverso sia raggiunto da centinaia di milioni di utenti, grazie a dispositivi e applicazioni per la realtà virtuale o la realtà aumentata sempre più accessibili ed efficienti.

Opportunità o bolla speculativa?

Se gli utenti inizieranno a frequentare massivamente ambienti come Decentraland, sempre più aziende dovranno seguirli con i propri beni e con la pubblicità. Ecco allora che affittare il proprio terreno a un grande marchio della moda che voglia aprirvi un negozio o crearci per affissioni pubblicitarie virtuali diventerebbe un buon affare. Oltre a fondi e vip, questa possibilità sta spingendo anche comuni utenti ad azzardare l’acquisto di un terreno virtuale. Certamente si tratta per ora di operazioni volatili come lo è il valore delle criptovalute, e quindi esposte a numerosi rischi. È probabile che a trarne i maggiori vantaggi – se si concretizzeranno – sarà chi ha capitali da investire senza troppe preoccupazioni, come i grandi investitori o magari Snoop Dog. Potremmo anche essere dinanzi a una bolla speculativa destinata a scoppiare. Impossibile da prevedere al momento. Ma, comunque vada, il metaverso non smetterà di regalarci sorprese.

 

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