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Cresce il numero delle case all’asta in Italia. Secondo l’ultimo rapporto semestrale Sogeea si parla di un 21,5% in più in sei mesi. Il parere del direttore Ing. Sandro Simoncini a idealista/news.

Aste immobiliari in Italia, impennata al Centro

Le abitazioni attualmente in vendita forzata, secondo il  Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, presentato in Senato, sono giunte a 21.737 a fronte delle 17.899 rilevate nel gennaio scorso. Si tratta del secondo incremento consecutivo dopo un biennio di costante calo.

Il dato è caratterizzato da marcate differenze a livello di aree: la situazione è nettamente peggiorata al Centro, con il numero di case all’asta passato da 3.441 a 5.482 (un incremento del 59,4%), e al Sud, dove le procedure aperte sono attualmente 4.527 contro le 3.399 di sei mesi fa (+33,2%). Più contenuta l’impennata nelle isole maggiori (+15%), in cui si contano 2.537 abitazioni in vendita rispetto alle 2.207 di gennaio. Sostanzialmente stabile il Nord del Paese: le abitazioni all’asta sono 9.191, il dato più alto in termini assoluti ma di fatto in linea con quello registrato all’inizio dell’anno (erano 8.852).

A livello regionale, poco meno di un quinto del totale delle case in vendita si trova in Lombardia (4.028), la regione che ne conta di più con ampio margine rispetto a Lazio (2.463), Sicilia (2.026), Toscana (1.872) e Veneto (1.728). Le realtà meno colpite dal fenomeno si confermano Friuli-Venezia Giulia (85 gli immobili finiti all’asta), Valle d’Aosta (56) e Umbria (37). A livello di province, invece, spiccano le 1.053 abitazioni in vendita di Catania, valore superato solo da quello di Roma (1.468). A seguire Bergamo (880), Pavia (654), Ancona (627), Brescia (620), Torino (535), Pistoia (530) e Taranto (492).

Perchè aumentano le case vendute all’asta?

“Una casa che finisce all’asta è la conseguenza di un impegno finanziario che non si è riusciti a onorare, – spiega l’Ing. Sandro Simoncini, direttore del Centro Studi Sogeea, – di una difficoltà che risale a diversi anni prima, solitamente almeno cinque. L’aumento del numero degli immobili in vendita forzata ci dice innanzitutto che l’onda lunga delle sofferenze bancarie non si è ancora esaurita. Vero è che molti istituti di credito tendono ad essere meno aggressivi e più propensi a rinegoziare gli accordi con i propri clienti, ma comunque sul mercato continuano ad arrivare tanti immobili e la velocità con cui avvengono le transazioni non è tale da produrre un saldo negativo”.

Quella delle aste immobiliari è una situazione allarmante?

“È vero che siamo ancora lontani in termini di valore assoluto dal picco di oltre 30 mila abitazioni in vendita forzata del gennaio 2017, – risponde Simoncini, – ma due semestri di aumento costituiscono una tendenza da non sottovalutare. I numeri non vanno messi in diretta relazione con le attuali dinamiche macroeconomiche, ma è un dato di fatto che la quota di persone che si trovano in difficoltà e che stanno vivendo il dramma di vedere la propria abitazione finire in mani altrui è bruscamente risalito. Tante abitazioni sul mercato a fronte di un allargamento della platea di potenziali compratori e di una velocizzazione delle procedure di vendita, in particolare grazie a un sempre maggiore ricorso alla digitalizzazione, suggeriscono che il ricambio di immobili a disposizione è continuo e che, di conseguenza, ci sono ampie fette del Paese ormai fiaccate da una crisi ultradecennale. Situazione, come si evince dal dato geografico, che si manifesta con particolare severità in molti dei territori storicamente più fragili sotto il profilo socio-economico”.

Qual è il trend che si evidenza nel mercato delle case all’asta?

La sospensione della tassazione agevolata varata in precedenza, – ipotizza Simoncini, – può aver bloccato alcuni soggetti intenzionati ad acquistare. In generale però il mondo delle aste immobiliari attraversa una fase di evoluzione ed espansione, poiché viene approcciato da un numero di persone in continua crescita: non è più un settore di nicchia come avveniva fino a qualche tempo fa”.

Quale impatto ha il settore delle aste immobiliari sul mercato immobiliare?

“Le compravendite all’asta rappresentano una realtà ancora limitata nel mercato immobiliare rispetto a quelle di stampo classico, – dichiara il direttore del Centro Studi Sogeea, – ma la digitalizzazione sta cambiando in fretta le cose. Grazie ai portali specializzati e agli strumenti informatici, praticamente tutte le fasi si possono gestire a distanza: dalla scelta dell’immobile alla consultazione della documentazione alla presentazione dell’offerta. Innovare, semplificare e rendere più trasparente il mondo delle aste significa automaticamente allargare la platea dei potenziali compratori. La strada maestra è questa”.

I prezzi delle case all’asta

Un dato che si conferma stabile è quello relativo alle fasce di prezzo degli immobili finiti sul mercato. La maggioranza delle abitazioni all’asta ha un prezzo iniziale di vendita assai contenuto: il 66,3% di esse non supera i 100.000 euro, quota che sale addirittura fino all’88,6% se si prendono in esame anche quelle comprese nell’intervallo tra 100.000 e 200.000 euro. Considerato che si tratta nella stragrande maggioranza di abitazioni appartenenti a cittadini che non sono riusciti a fare fronte a un impegno finanziario, di solito il mutuo per l’acquisto della prima casa, si conferma come gli anni della crisi abbiano colpito con particolare severità le fasce di reddito medio-basse, costrette in molti casi a sacrificare il bene-rifugio per eccellenza.

I prezzi bassi delle case in asta possono avere un risvolto positivo per gli acquirenti?

“Il mercato offre buone opportunità d’investimento, magari per una giovane coppia con disponibilità finanziarie limitate, – secondo Simoncini. – Molti istituti bancari mettono a disposizione strumenti ad hoc per procedere all’acquisto e i meccanismi di vendita all’asta sono trasparenti e tutto sommato semplici: chi ha disponibilità di denaro può realizzare dei veri e propri affari e c’è sempre la possibilità di farsi seguire da un tecnico o da un professionista del settore per avere la sicurezza di non commettere passi falsi”.

Come sono gestiti e in cosa sono migliorabili i meccanismi della vendita all’asta?

“Come in tutti i campi devono incontrarsi domanda e offerta, – riflette l’Ingegnere. – Quindi ci saranno sempre immobili assai appetibili e altri difficilmente collocabili: riguardo ai primi è facile che il prezzo di aggiudicazione sia ben superiore alla base d’asta; per i secondi, invece, c’è ovviamente il rischio di una serie di ribassi o magari che rimangano del tutto invenduti. Sicuramente l’informatizzazione delle procedure rende più facile per il potenziale compratore capire di fronte a che tipo di abitazione si trova e quindi regolarsi di conseguenza. Avere accesso a quante più informazioni possibili abbassa i fattori di rischio e, all’occorrenza, ci si può sempre affidare a un tecnico per stare ancora più tranquilli”.

 

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