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Il Consiglio dei Ministri del 26 febbraio ha finalmente approvato il decreto-legge Pnrr, che introduce il nuovo “Piano Transizione 5.0”, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il programma mira a sostenere gli investimenti in digitalizzazione e nella transizione green delle imprese attraverso un innovativo schema di crediti d’imposta. In attesa della pubblicazione ufficiale del Decreto e dei singoli decreti attuativi (che secondo il ministro Urso sono già pronti), al momento dobbiamo fare riferimento ai documenti  diffusi e a quanto pubblicato sul sito del Mimit, Anche se, come avvenuto nei mesi scorsi (come nel caso delle proroghe) alcune ulteriori modifiche potrebbero essere introdotte nei documenti definitiviTutto questo anche in considerazione del fatto che un primo comunicato, diffuso nella serata del 26 febbraio sul sito del Mimit, conteneva una serie di anticipazioni, anche in merito alla premialità (differenti aliquote del Credito d’Imposta) poi scomparse nella notte ed ora non presenti sulle pagine ufficiali del Ministero.

13 miliardi per la Transizione 5.0 digitale e green

Il Piano prevede risorse pari a 6,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, per un totale di circa 13 miliardi nel biennio 2024-2025 a favore della transizione digitale e green delle imprese italiane.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato: “Il Piano Transizione 5.0 è architrave della nostra politica industriale, per consentire alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy”.

Risparmi minimi del 3% o del 5%

Alle aziende verrà concesso un credito d’imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell’impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione. Saranno agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva pari almeno al 3% (o al 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento).

Inoltre, saranno ammessi anche investimenti in nuovi beni strumentali necessari all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all’acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Le modalità di fruizione prevedono la compensazione del credito spettante presentando il modello F24 in un’unica rata. L’eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 sarà compensabile in 5 rate annuali di pari importo.

Le anticipazioni cancellate nella notte

Sin qui, quanto disponibile, al momento e quindi “ufficiale” sul sito del Mimit. In realtà, la nota diffusa al termine del Consiglio dei Ministri, conteneva una serie di dettagli che, però nella notte sono stati cancellati. La nostra redazione ha recuperato i contenuti del primo comunicato, che riportiamo nelle righe seguenti, in attesa di capire quali saranno le decisioni ufficiali.

Tre aliquote: 35% 40% e 45%

Tre le aliquote base, 35%, 40% e 45%, e un complesso meccanismo per cui con l’incremento dell’investimento l’agevolazione tende a ridursi. Fino a 2,5 milioni di investimenti si applica l’aliquota piena spettante, mentre per importi più alti si inserisce si applicano aliquote più basse sulla quota in eccedenza. Ci sono poi una maggiorazione per l’installazione di pannelli fotovoltaici, e un incentivo  per la formazione. Il tutto senza dimenticare che gli attuali incentivi del Piano Industria 4.0 / Transizione 4.0 rimangono in vigore e verranno applicati a macchine e impianti che non soddisfano i requisiti del Piano Transizione 5.0. I due incentivi, quindi, non saranno cumulabili, anche se i 5+2 requisiti previsti dal Piano Industria 4.0 saranno necessari per accedere al Credito d’Imposta Transizione 5.0

Come già anticipato, il macchinario deve abilitare un risparmio energetico annuo pari almeno al 3% dell’intera struttura produttiva, oppure al 5% del singolo processo a cui si riferisce l’acquisto dei beni. Il software è agevolato se si riferisce a un macchinari con le caratteristiche sopra esposte. Se la riduzione dei consumi è sopra il 6%, sale l’incentivo.

Aliquote: ecco il meccanismo

1) Riduzione dei consumi pari al 3% (è il livello minimo per avere accesso all’incentivo 5.0), oppure del 5% riferito al singolo impianto:

  • investimento fino a 2,5 milioni di euro: credito d’imposta del 35%;
  • investimento fino a 10 milioni di euro: sulla quota eccedente i 2,5 milioni, il credito d’imposta è del 15%;
  • investimenti fino a 50 milioni di euro (tetto massimo dei costi ammissibili): sulla parte eccedente i 10 milioni, l’agevolazione è al 5%.

2) Riduzione dei consumi energetici della fabbrica pari almeno al 6%, oppure al 10% dell’impianto su cui si concentra l’investimento:

  • investimento fino a 2,5 milioni di euro: agevolazione al 40%;
  • investimento fino a 10 milioni di euro: agevolazione al 20% sulla parte eccedente i 2,5 milioni;
  • investimento fino a 50 milioni di euro: agevolazione al 10% sulla quota di spesa che supera i 10 milioni di euro:

3) Riduzione dei consumi sopra il 10%, oppure al 15% del singolo impianto:

  • investimento fino a 2,5 milioni di euro: credito d’imposta al 45%;
  • investimento fino a 10 milioni di euro: credito d’imposta al 25%;
  • investimento fino a 50 milioni di euro: credito d’imposta al 15%.

I beni ammessi all’incentivo sono gli stessi agevolati dal piano Transizione 4.0, contenuti negli allegati A e B legge 232/2016. Vanno acquistati nel 2024 o nel 2025, e bisogna tenerli per almeno cinque anni. Nei massimali sopra esposti vanno comprese anche le spese di formazione, che sono ammissibili fino al 10% dell’investimento totale (quindi, se l’impresa spende in tutto 2 milioni di euro, applicherà l’incentivo fino a 200 milioni delle spese di formazione). I pannelli fotovoltaici, invece, rilevano applicando una maggiorazione del 120 o 140% sul costo sostenuto. Quindi, in pratica, aumentano la base su cui si applica l’aliquota agevolativa.

Per utilizzare il creduto d’imposta sono necessarie precise documentazioni, che verranno elencate nel decreto. Inoltre il Credito Transizione 5.0 non sarà cumulabile con il Credito ZES Unica.

La nostra redazione approfondirà di dettagli del Piano Transizione 5.0 nel corso di un webinar in calendario il 12 marzo

 

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