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Pubblicato il 07/10/2022 09:03

Milioni di italiani utilizzano regolarmente, ogni giorno, la propria PostePay card, associata al conto corrrente aperto presso una filiale di Poste Italiane. Senza sapere, nella maggior parte dei casi, che la piccola scheda è in realtà pignorabile pur essendo una prepagata, eventualità che si verifica però soltanto in determinate situazioni. Ecco, allora, tutto quello che c’è da sapere per evitare di dover fare i conti con qualche spiacevolissima sorpresa.

Il pignoramento della carta postale gialla o nera avviene solo in caso di presenza di debiti contratti e non saldati. Ma ci sono dei requisiti particolari perché la PostePay sia soggetta a pignoramento? Ovviamente sì. La possibilità di vedersi bloccata la carta è legata a eventuali debiti finanziari ed è preceduta da un avviso da parte dell’Agenzia delle Entrate. Teoricamente non possono essere attaccate le proprietà del cliente, compresa la liquidità in denaro, ma come spiegato dalla testata Solo Finanza “essere clienti delle Poste Italiane non è una garanzia di intoccabilità”.

Non è sufficiente un ritardo nel pagamento di poche rate per attivare un pignoramento da parte del creditore sul conto corrente del debitore. Prima, devono essere emessi diversi solleciti di pagamento e solo in seguito si procede con il pignoramento. Questo non esclude nessun bene da tale azione, quindi nemmeno la carta prepagata delle Poste Italiane è fuori pericolo come lo stipendio e la pensione.

Le carte prepagate nominative di ogni genere, sono pignorabili compresa la PostePay in ogni sua versione: Junior, Evolution, Standard. Non serve che ci sia il nome stampato, basta che sia intestata a una persona specifica, ovvero colui che per ottenerla ha dovuto presentare documento e codice fiscale. Perciò conto corrente, libretti di risparmio e PostePay subiranno il pignoramento nello stesso modo. Il metodo per salvare i beni è rateizzare il pagamento del debito richiedendo la detrazione del quinto applicato sull’importo dello stipendio o della pensione. Tale cifra viene direttamente detratta dal fisco e non arriva nel conto di chi ha contratto il debito che si salva, così, da eventuale pignoramento forzato della PostePay.

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