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Novità della ZES unica Sud e un focus sugli adempimenti per gli investimenti effettuati nel 2023. I temi sono al centro del documento di approfondimento a cura di FNC e CNDCEC

Con l’operatività della ZES unica per il Mezzogiorno, prevista dal decreto Sud, da quest’anno sono in arrivo novità.

Dal 1° gennaio 2024 è stata prevista la riunificazione delle zone economiche e speciali delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, che a breve sarà operativa.

Per gli investimenti del 2023 sono invece previsti gli adempimenti canonici. Con l’obiettivo di fornire informazioni di base e spunti operativi soprattutto sulle agevolazioni relative allo scorso anno e sugli adempimenti da effettuare, il Consiglio e la Fondazione nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili hanno pubblicato un documento di supporto a professionisti e imprese.

ZES: gli adempimenti per gli investimenti 2023 e le novità

“Le zone economiche speciali, quadro di sintesi degli adempimenti per investimenti 2023 e delle opportunità future” è il titolo del documento pubblicato da CNDCEC e FNC a supporto dell’operato di imprese e professionisti per gli investimenti effettuati in ZES.

FNC e CNDCEC – Documento di ricerca diffuso con il comunicato stampa del 27 febbraio 2024
Le zone economiche speciali – Quadro di sintesi degli adempimenti per investimenti 2023 e delle opportunità future.

L’elaborato, a cura della Commissione di studio “Finanza agevolata” che opera all’interno dell’area di delega “Finanza aziendale” e seguita dal Consigliere nazionale Antonio Repaci, è stato diffuso con il comunicato stampa del 27 febbraio.

Lo strumento, oltre agli adempimenti nel caso di investimenti realizzati nel 2023, affronta anche il tema della nuova ZES unica Sud in vigore a partire dal 1° gennaio scorso.

Il documento è articolato nei seguenti capitoli:

  • le origini delle ZES;
  • modalità operative per l’ottenimento del credito d’imposta ZES per l’anno 2023;
  • ulteriori aspetti fiscali e contabili del credito d’imposta ZES;
  • ZES unica per il Mezzogiorno.

Come messo in evidenza nel comunicato stampa di ieri:

“Gli investimenti nelle Zone economiche speciali seppur in solo due anni di effettiva operatività, hanno comportato un significativo impatto economico. Un’analisi sull’efficacia delle ZES quali strumenti di attrattività per gli investimenti nel Mezzogiorno ha messo in luce che, se tutte le ZES avessero performato come quelle della Campania e della Calabria, si genererebbe un effetto positivo sull’economia nazionale, direttamente e indirettamente, di circa 83 miliardi di euro.

La nuova ZES Unica, per produrre gli effetti auspicati, dovrà fornire certezza soprattutto in merito alle misure fiscali e all’orizzonte temporale. Solo in questo modo le imprese e i commercialisti a loro fianco potranno cogliere le opportunità aperte a chiunque voglia investire nei territori del Mezzogiorno”.

Nel valutare positivamente l’applicazione delle zone economiche e speciali, evidenziandone la ricaduta positiva a livello economico, i commercialisti mettono inoltre in evidenza la necessità di certezza normativa in merito alle misure di tipo fiscale.

ZES: dall’introduzione alla piena operatività

Nella parte iniziale del documento dei commercialisti viene ripercorsa l’istituzione delle ZES e il periodo necessario per la piena operatività.

Le zone economiche speciali sono state introdotte nel 2017 per favorire lo sviluppo delle imprese presenti e l’insediamento di nuove attività nelle regioni del Mezzogiorno.

L’agevolazione ha previsto semplificazioni degli adempimenti amministrativi e burocratici, oltre ad agevolazioni fiscali e doganali.

Il complesso percorso di attuazione ha portato alla piena operatività solo nel 2022, con l’apertura dello “sportello unico digitale” SUD.

Le ZES del Mezzogiorno sono tutt’ora oggetto di novità, dal 1° gennaio 2024 sono state infatti riunificate nella ZES unica Sud, prevista dal decreto Sud, il n. 124/2023.

Per gli interventi infrastrutturali sono stati destinati 630 milioni di euro che rientrano nel PNRR, da utilizzare per il collegamento delle aree ZES alla rete nazionale dei trasporti e alle reti transeuropee.

1,2 miliardi di euro sono invece stati destinati all’ammodernamento e al potenziamento dei porti presenti all’interno delle zone stesse.

Dal 1° gennaio, con la riunificazione delle ZES del Sud, il governo intende puntare su una programmazione integrata e coordinata, con la cabina di regia dell’Esecutivo, nell’obiettivo di conservare comunque le specificità dei territori coinvolti.

 

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