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Nell’ultima Manovra del Governo Meloni, tra le tante forme di sostegno al reddito per i lavoratori autonomi, ce n’è una che riguarda il mondo delle partite IVA. Una categoria fortemente penalizzata dagli effetti dovuti alla pandemia, che sebbene stia lentamente vedendo scemare il “peso” che ha avuto nei due anni precedenti riesce ancora a far sentire i propri strali su diverse categorie di lavoratori.

Per questo nella Manovra di Bilancio 2024 l’attuale Governo ha voluto aumentare il novero di coloro che potranno beneficiare di alcune misure, volte a contrastare situazioni di difficoltà emerse nel corso degli ultimi tempi.

Bonus partita Iva 800 euro 2024: cosa cambia

Introdotto originariamente nel 2021 dall’allora Governo Conte, il Bonus per le Partite IVA consiste in un’erogazione di un sussidio che può andare dai 250 euro agli 800 euro mensili per un massimo di 6 mesi consecutivi, rivolto a professionisti o comunque lavoratori autonomi che hanno attiva la propria posizione da almeno tre anni (fino al 2023 era per quei lavoratori attivi da almeno quattro anni).

Questi dovranno dimostrare di aver subita una perdita del proprio fatturato di almeno il 70% rispetto ai due esercizi precedenti (fino al 2023 era del 50%), un paletto in parte più “stringente”, ma dall’altro lato anche più “veritiero” e in grado di andare a soddisfare le richieste di chi ha ricevuto effettive perdite più consistenti rispetto alla media dei lavoratori autonomi.

Inoltre, dovranno dichiarare un fatturato annuo inferiore ai 12.000 euro, forchetta molto più ampia rispetto agli 8.145 euro previsti fino al 2023. Rispettato infine il criterio della portata definitiva del bonus: sarà pari al 25% del fatturato (su base semestrale) dichiarato dal lavoratore che andrà a percepirlo nei due anni precedenti all’anno prima di quello in cui è stata effettuata la domanda (es.: il 25% del biennio 2021-2022 per chi ne ha fatto richiesta a partire dal 2023).

Bonus partita Iva 800 euro: a chi spetta

Possono fare richiesta di adesione al nuovo Bonus Partita IVA 800 euro per l’anno 2024 tutti quei liberi professionisti, compresi partecipanti a studi associati o società semplici, che risultano iscritti alla Gestione Separata INPS. Resta inteso che un requisito minimo riguarda il fatto di essere effettivo titolare di una partita IVA da almeno tre anni, così come quello legato al mancato utilizzo di sistemi di sussidi reddituali legati a NASPI o Dis-Coll.

Inoltre, chiunque voglia fare richiesta del bonus deve dimostrare di essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali, pena l’esclusione da qualsiasi graduatoria. È importante inoltre essere a conoscenza del fatto che, per tutta la durata dell’erogazione del bonus, la partita IVA dovrà restare attiva.

Non saranno permessi casi nei quali il lavoratore autonomo che percepisce il sussidio decida di iscriversi ad altri enti previdenziali (qualora ad esempio dovesse cambiare lavoro). Anche in caso di accesso a un trattamento pensionistico o ad altre forme di sussidio (vedi Reddito di Cittadinanza), automaticamente si perde il diritto a ricevere le cifre inizialmente accordate. La Legge stabilisce come detto un tetto compreso tra i 250 e gli 800 euro mensili, cifre sulle quali i lavoratori dovranno però versare un’ulteriore aliquota dello 0,51% rispetto alla normale contribuzione INPS in Gestione Separata.

Bonus partita Iva 800 euro: come fare richiesta

Per accedere al bonus sono state istituite delle modalità semplificate rispetto agli anni passati. L’erogazione va da sé che non è automatica, in quanto può essere deliberata soltanto dopo un’accurata verifica fatta dagli enti competenti, tale da dover tenere conto di ogni singolo requisito. La richiesta (o domanda) può essere fatta in modo telematico, utilizzando il portale online dell’INPS.

C’è tempo fino al 31 ottobre 2024 per richiedere di essere inseriti all’interno del provvedimento: i lavoratori autonomi potranno semplicemente compilare il form online previsto all’interno del portale, al quale potranno accedere tramite un sistema di autenticazione (SPID, Carta d’Identità Elettronica o CNS) che garantisce requisiti elevati di sicurezza e la protezione dei dati sensibili. Non ci sarà più bisogno di recarsi in un ufficio dell’ente e compilare lunghi e noiosi modelli cartacei, magari costretti ad attendere in fila per ore il proprio turno.

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