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L’agevolazione “Nuova Sabatini” si inserisce nel novero degli strumenti di finanza agevolata, ossia l’insieme – piuttosto vasto e variegato – degli strumenti utilizzati dal legislatore (sia esso nazionale, regionale, locale o sovranazionale, come nel caso dell’Unione Europea) per favorire con misure di carattere finanziario la competitività e lo sviluppo delle imprese –  consentendo, tipicamente, il reperimento di risorse finanziarie a condizioni più vantaggiose rispetto al mercato, al fine di migliorare il business delle aziende già esistenti o a creare nuove imprese.

Finanza agevolata, incentivi fiscali e Nuova Sabatini

In generale, gli strumenti di finanza agevolata possono essere classificati in due macro-tipologie.

Gli strumenti di carattere extra-fiscale

Gli strumenti di carattere extra-fiscale, che prevedono in sostanza l’erogazione di risorse finanziarie ai beneficiari. Tra i più diffusi possiamo annoverare:

  • i contributi a fondo perduto (o contributi in conto capitale): non è prevista nessuna restituzione di capitale o pagamento di interessi;
  • i contributi in conto interessi (sostanzialmente, i finanziamenti agevolati): riduzione dell’interesse o concessione di finanziamenti a condizione di favore;
  • interventi in conto garanzia: si tratta di concessione di garanzie a valere sui fondi pubblici.

Gli strumenti di carattere fiscale

Gli strumenti di carattere fiscale, che prevedono una diminuzione del debito tributario, ovverosia una riduzione nelle imposte per il beneficiario. Sono sostanzialmente di due tipi:

  • i crediti d’imposta: sono agevolazioni fiscali che permettono di compensare debiti fiscali, diminuendo le imposte dovute, quindi comportando una riduzione delle imposte;
  • gli incentivi e le agevolazioni fiscali che incidono sulla determinazione della base imponibile, quindi esenzioni di componenti positivi o riconoscimento di una maggior deduzione per alcuni costi (o di una deduzione figurativa).

Se guardiamo agli strumenti di carattere fiscale, essi si sono rivelati molto efficaci per stimolare la crescita e l’ammodernamento del capitale produttivo. Un esempio rilevante è costituito dal super- e iper-ammortamento. Secondo le valutazioni di Banca d’Italia, dette misure hanno fornito un impulso all’accumulazione di capitale produttivo complessivamente pari a 3,5 punti percentuali nel triennio 2016-2018, e Banca d’Italia conclude che, sebbene parte dell’impatto possa aver riflesso anche un anticipo dei piani di spesa, la misura ha dato un contributo indubbiamente rilevante alla riattivazione del ciclo economico.

Rispetto ad altri strumenti, gli incentivi fiscali presentano in genere una maggiore semplicità amministrativa: possono essere fruiti automaticamente dal beneficiario al ricorrere dei requisiti previsti dalla legge, senza necessità di richiesta preventiva e di procedimenti amministrativi o valutativi; questo comporta minori oneri di compliance e spesso maggiore rapidità di fruizione, per l’assenza di procedure amministrative – anche se, d’altra parte, proprio per la natura automatica e l’assenza di controlli “a monte”, il minore gettito che deriva dagli incentivi fiscali è però più difficile da controllare, non permettendo quindi un monitoraggio del costo per il bilancio pubblico.

In questo contesto, tuttavia, la Nuova Sabatini si è invece caratterizzata come uno strumento di natura extra-fiscale con un grande e diffuso riscontro da parte delle imprese, come si vedrà meglio in seguito – probabilmente proprio a causa del fatto di combinare una procedura piuttosto semplice con una spiccata certezza e velocità nella monetizzazione del beneficio. Ciò anche in ragione del fatto che tale incentivo consente di intervenire su due aree solitamente “critiche” nel sistema economico delle PMI nazionali, ovverosia da un lato l’accesso al credito, e dall’altro lato il sostenimento degli investimenti e l’ammodernamento delle imprese.

Nondimeno, anche l’incentivo in parola è stato oggetto di alcuni recenti cambiamenti, per cui nel presente contributo si riepilogano le caratteristiche e l’evoluzione normativa che ha interessato tale misura, per poi effettuare alcune valutazioni sull’efficacia della misura.

Profili generali ed evoluzione della Legge Sabatini

La cosiddetta “Legge Sabatini” è sicuramente lo strumento agevolativo più longevo dello Stato italiano, istituito dalla legge n. 1329 del 28 novembre 1965.

La disciplina normativa che regola il funzionamento della legge Sabatini ha subito nel corso del tempo notevoli variazioni che hanno portato ad uno snellimento delle procedure attuative per la richiesta e l’ottenimento del contributo.

Obiettivo primario della legge Sabatini, sin dalla sua nascita, è quello di incentivare l’ammodernamento delle micro, piccole e medie imprese italiane mediante l’acquisto di macchinari ed attrezzature nuove, con finanziamento bancario o leasing, al fine di migliorarne gli standard produttivi ed accrescerne la competitività.

Nella prima “versione” normativa del 1965, l’agevolazione Sabatini si concretizzava in una vendita assistita da riserva di proprietà o da privilegio con pagamento dilazionato mediante il rilascio di cambiali con scadenza compresa fra 12 e 60 mesi, prevedendo dunque un doppio beneficio per il venditore che incassava subito la fornitura e per il compratore che oltre ad ottenere il pagamento dilazionato beneficiava di un contributo in conto interessi. Più complicati invece risultavano gli aspetti legali e burocratici legati alla misura: era infatti previsto che il contratto fosse stipulato per atto pubblico o scrittura privata autenticata con conseguente trascrizione nel Tribunale competente e dovevano essere rispettate formalità precise per la costituzione della garanzia o del privilegio mediante l’apposizione di un contrassegno.

La “Nuova Legge Sabatini”

Il legislatore ha dato una nuova veste alla misura, la “Nuova Legge Sabatini”, con il decreto-legge c.d. Del Fare (decreto-legge n. 69/2013), all’articolo 2. Tale norma rappresenta la norma “spartiacque” che è alla base di tutta l’evoluzione normativa, fino all’emanazione dell’ultima circolare direttoriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy dello scorso 6 dicembre 2022.

La “Nuova Sabatini” rappresenta uno strumento di finanza agevolata continuativo a disposizione delle imprese, fatta eccezione per quelli operanti nei settori delle attività finanziarie e assicurative (sezione K della classificazione ATECO 2007), aventi sede nel territorio dello Stato Italiano, regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese che siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non siano in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria, non abbiano ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea,  non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà.

I principi alla base della Nuova Sabatini

I principi che reggono la disciplina della “Nuova Sabatini” sono piuttosto semplici:

  • i beni devono essere nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni;
  • non sono in ogni caso ammissibili le spese riconducibili a terreni e fabbricati, relative a beni usati o rigenerati o in mera sostituzione di beni già presenti all’interno del ciclo produttivo aventi le stesse caratteristiche;
  • gli investimenti devono soddisfare i seguenti requisiti: autonomia funzionale dei beni, non essendo ammesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari, e correlazione dei beni oggetto dell’agevolazione all’attività produttiva svolta dall’impresa;
  • gli investimenti devono essere avviati in data successiva all’invio della domanda di contributo pena la decadenza dal beneficio stesso.

L’agevolazione “Nuova Sabatini” è strettamente legata alla realizzazione dell’investimento mediante finanziamento bancario o leasing con uno degli istituti convenzionati di cui all’addendum dell’elenco degli aderenti pubblicato nel sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e consiste in un contributo in conto interessi calcolato in misura fissa nella misura di 2,75 punti percentuali in caso di investimenti ordinari e 3,575 punti percentuali in caso di investimenti rispondenti ai paradigmi di industria 4.0 e con decorrenza 01.01.2023 rientranti nell’ambito green.

L’agevolazione concessa è indipendente dal tasso di interesse pagato dalle imprese sull’operazione finanziaria; questo aspetto, unito alla cumulabilità con altre agevolazioni fiscali (credito d’imposta beni strumentali) ha accelerato l’utilizzo delle risorse soprattutto negli anni 2021-2022 consentendo alle imprese italiane un’accelerazione nel processo di transizione digitale del piano nazionale industria 4.0.

Con la legge di bilancio 2023 è stata garantita inoltre continuità alla misura con un ulteriore rifinanziamento ed è stata introdotta un’importante novità che trasforma il plafond a disposizione della singola impresa pari ad euro 4 milioni in plafond “revolving” che si rigenera alla scadenza delle operazioni in essere.

Efficacia e prospettive

Come già accennato in precedenza, la “Nuova Sabatini” è una misura di incentivazione di sicuro appeal per le imprese italiane avendone catturato l’interesse e confermando, nel tempo, l’impegno del governo italiano per dotare il sistema produttivo di uno sportello di accesso alla finanza agevolata stabile, dove appaiono essenziali la continuità finanziaria, temporale e procedurale. Queste caratteristiche appaiono accettabili rispetto all’occasionalità e alla episodicità che contraddistingue in genere molte altre misure di incentivazione che sono state varate negli ultimi anni.

La “Nuova Sabatini”, nella configurazione odierna, ha il suo punto di riferimento normativo nel già citato decreto-legge 69/2013 che all’articolo 2 scandisce subito l’obiettivo del legislatore, come quello di “accrescere la competitività dei crediti al  sistema produttivo, le piccole e medie imprese”.

È opportuno rimarcare che, grazie a tale obiettivo, la misura consente di sostenere finanziamenti per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte delle piccole e medie imprese e, di conseguenza, favorire la competitività del sistema produttivo italiano tramite l’ammodernamento dei mezzi di produzione.

Tradotto in pratica, ciò significa che il legislatore ha voluto puntare, in prima battuta, sull’aumento della redditività, della profittabilità e dell’efficienza produttiva. Solo come effetto di secondo livello ha inteso produrre un effetto di innovazione per l’impresa.

Le imprese interessate e coinvolte, tuttavia, possono beneficiare di un vero volano verso altre attività progettuali e di investimento grazie alla spinta offerta dalla misura, la quale si dimostra anche uno strumento idoneo ad aumentare la propensione agli investimenti delle PMI, ed è peraltro sostanzialmente l’unica agevolazione presente nell’ordinamento con uno sportello continuativo che consente all’imprenditore di programmare i propri investimenti con la certezza di poter usufruire di un’agevolazione.

Grazie, inoltre, all’impostazione procedurale ed agli esiti sempre crescenti dei dati quantitativi di accesso e di domande accolte, la misura si dimostra proporzionale e adeguata rispetto alle aspettative delle imprese. Anche a tal riguardo il legislatore ed il soggetto gestore, ovverosia direttamente il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, hanno dimostrato nel tempo di saper aggiornare la normativa con vari interventi che sono sempre andati verso un accompagnamento dei fabbisogni delle imprese.

Il consolidamento della misura si percepisce anche grazie al significativo intervento per l’economia circolare, attraverso il quale il legislatore italiano, con la legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020), ha predisposto una specifica dotazione finanziaria nell’ambito delle risorse destinate alla misura Nuova Sabatini per investimenti a basso impatto ambientale da parte di micro, piccole e medie imprese.

Nello specifico, si tratta di «investimenti green» correlati all’acquisto, o acquisizione nel caso di operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi. Ben si comprende come questo intervento si inserisca in maniera del tutto organica nell’ambito del più generale obiettivo di politica economica che riguarda il tema della sostenibilità e del green.

Appare significativo, a conferma del successo che la misura ha presso le imprese, l’incremento del numero delle domande e dell’investimento richiesto dalle stesse nel febbraio 2023, secondo le ultime proiezioni del Ministero delle Imprese e del Made In Italy (MIMIT) rispetto ai dati dell’anno precedente.

Mentre nel febbraio ’22 il numero delle domande di accesso al finanziamento erano pari a 184.045 per un tale di investimento previsto pari a 35.678.233.058 di euro, nel febbraio 2023 le domande presentate sono state 236.800 con un finanziamento richiesto dalle imprese pari a 44.372.339.967 di euro.

Anche il contatore sintetico pubblicato dal Ministero nella figura sopra, sintetizza il successo della misura nel corso degli anni, motivo per cui le micro e piccole imprese italiane auspicano che possa si possa dare una continuità anche futura allo sportello secondo i principi sopra indicate.

 

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