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TRENTO. L’imprenditore Domenico Morello è stato condannato a 2 anni e 8 mesi con il rito abbreviato per bancarotta. Nello specifico per il fallimento della società «Selit scarl», di cui lui era legale rappresentante, accusato dei reati di bancarotta fraudolenta, documentale e appropriazione indebita.

La pena è stata stabilita ieri al tribunale di Trento con la sentenza in primo grado emessa dal giudice dell’udienza preliminare Marco Tamburrino che ha accolto, di fatto, la richiesta della procura. I danni per il fallimento dell’attività, che sulla carta si occupava di facchinaggio, è stato calcolato in un milione e 500mila euro. Ingente il “buco” di bilancio lasciato, pari a circa un milione e 800mila euro.

La difesa del 54enne, al momento agli arresti domiciliari in Calabria per il processo Perfido sulle infiltrazioni di stampo mafioso ‘ndranghetista attorno alle cave di porfido in val di Cembra, ha chiesto di poter accedere a un programma di lavori di pubblica utilità per poter scontare la pena.

Stando alle ricostruzioni dell’accusa, rappresentata dalla pubblico ministero Maria Colpani, il modus operandi era sempre lo stesso. Aprire una società, nel settore dei trasporti, per poi farla fallire. E aprirne una nuova, sempre nello stesso ambito, spostando i dipendenti. Così questa, aperta nel luglio 2015 e lasciata morire nel 2018, era solo una delle tante. Stessa struttura, ma sotto nomi diversi. Attività di breve durata dunque, non più di qualche anno di vita. Selit è risultata essere di proprietà di Interporto srl di Verona e di Mediterranea srl di Padova, entrambe in mano a Morello attraverso dei fedelissimi, fra i quali Giovanni Alampi.

Stando agli atti la «Selit scarl» con sede legale a Trento, in via Zambra, e unità locale a Roma, sarebbe stata alimentata attraverso l’evasione fiscale, cioè non pagando i tributi. Ad essere impiegati, inoltre, alcuni dipendenti. Poi c’era la questione della contabilità assente, conti e patrimonio impossibili da ricostruire. Per questo Morello, secondo l’accusa, avrebbe cagionato il fallimento.

La società era stata quindi dichiarata fallita dal tribunale di Trento nel settembre del 2022. A essere disposta, tempo fa, la confisca dei beni.Fra le altre ditte della «galassia Morello», era stato reso noto anche quello della Quidam Rentalis, che in latino significa “un po’ di noleggio”, anch’essa dichiarata fallita dal tribunale del capoluogo, l’8 luglio 2021. Fallita perché svuotata del suo valore e lasciata con debiti fiscali per oltre un milione di euro. La stessa società era stata sottoposta a sequestro con provvedimento del 7 ottobre 2020 della procura di Trento, che aveva colpito la locale della ‘ndrangheta in Trentino.



 

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