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Le Zone economiche Speciali sono state istituite in Italia dal Dl n.91 del 20 giugno 2017,  con l’obiettivo di attuare misure urgenti per favorire lo sviluppo economico del Sud Italia, in particolare a valere sulle regioni e nelle aree di Abruzzo, Calabria, Campania, Zes Ionica (che comprende Puglia e Basilicata), Zes Adriatica (interregionale Puglia – Molise), Sicilia orientale, Sicilia occidentale e Sardegna. Uno studio presentato da The European House Ambrosetti ha voluto mettere in evidenza l’impatto positivo che una corretta gestione di questi strumenti, in particolare analizzando la situazione di Campania e Calabria, ha avuto negli ultimi due anni sui territori. Con moltiplicatori in termini di valore aggiunto e di crescita occupazionale generati nel resto dell’economia che si attestano quali best practice a livello internazionale.

Le stime dell’effetto complessivo potenziale sull’economia italiana indicano che, se tutte le Zes del Sud Italia performassero come quella Campana, complessivamente sarebbero in grado di attivare – in via diretta, indiretta e indotta – circa 83 miliardi di Euro, pari al 23% del valore aggiunto complessivo del Sud Italia.

È questa la sintesi principale dei risultati che emergono dallo studio realizzato sulle esperienze italiane, nel più ampio contesto delle Zes europee, a cura di The European House – Ambrosetti. Lo studio propone un focus sulle esperienze di Campania e Calabria, che nel 2021 hanno raggiunto il primo posto in termini di distribuzione degli investimenti Pnrr tra le otto Zes italiane.

Un’analisi utile a finalizzare la programmazione del prossimo futuro, alla luce del nuovo provvedimento di Zes Unica che, a partire dal 2024, e nell’ottica della semplificazione, è stata avallata dalla Commissione europea. Un provvedimento che consentirà alle aziende già insediate o che decideranno di operare su questo territorio, di ottenere una serie di agevolazioni che, in relazione al 2024, consisteranno sostanzialmente in agevolazioni amministrative e burocratiche e sgravi fiscali.

L’analisi condotta

Lo studio è stato presentato a Roma nel corso della Tavola Rotonda “La Zona Economica Speciale (ZES). Campania e Calabria, risultati raggiunti e sfide aperte”, che ha visto il contributo del Commissario straordinario della ZES Campania e Calabria, Giosy Romano, del Coordinatore della Segreteria Tecnica, CAIE – Comitato Attrazione Investimenti Esteri, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Amedeo Teti, del Presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele, dell’Head of Corporate Italy di Unicredit, Luisella Altare, dell’Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, Anna Roscio, del Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale e Vice Presidente di Confindustria Vito Grassi, del Componente di Giunta di Presidenza con delega sulle ZES di Confapi, Raffaele Marrone, della Responsabile Affari Istituzionali, Baker Hughes, Barbara del Sala e del CEO & Founder Tea Tek, Felice Granisso.
A partire dal 1° gennaio 2024, per effetto del cosiddetto ‘decreto Sud’, la Zes per il Mezzogiorno – Zes Unica – sostituirà di fatto le attuali otto Zone economiche speciali attive in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. In vista di questa importante novità normativa, la Tavola Rotonda ha consentito di stimolare un confronto di rilievo nazionale sull’efficacia della ZES come strumento di attrattività per gli investimenti in tutto il Sud Italia e di favorire una consapevolezza sugli indirizzi di policy che è opportuno prevedere per il futuro.

I risultati ottenuti

Dallo studio di The European House Ambrosetti emerge come la Zes Campania sia riuscita ad attrarre investimenti per circa 900 mln di euro tramite l’autorizzazione unica e 1,1 mld di euro con lo strumento del credito di imposta. Un risultato prioritario perseguito dal Commissario Zes – in virtù di condizioni favorevoli di partenza di natura industriale e infrastrutturale –  ha beneficiato in particolare i settori dei servizi di logistica e della farmaceutica e ha generato una ricaduta positiva sull’occupazione locale stimata di oltre 8.000 persone. Ancora più rilevanti, gli effetti positivi generati dalle attività delle filiere in totale (sommando effetto diretto, indiretto e indotto). Secondo le stime di The European House – Ambrosetti, gli investimenti attratti dalla ZES Campania attiveranno 23 miliardi di euro in termini di Valore Aggiunto e oltre 20.000 posti di lavoro.
In Calabria, l’attenzione e le azioni del Commissario ZES sono state indirizzate, invece, alla rapida implementazione delle opere infrastrutturali e alla messa in sicurezza delle aree industriali, con l’impiego di fondi e investimenti per 19,9 milioni di euro. In particolare, è stato perseguito l’obiettivo di rafforzare le condizioni di legalità mediante il programma operativo “Legalità” FESR/SE 2014/2020, con interventi di miglioramento del sistema di trasporto delle merci, l’attivazione di sistemi di videosorveglianza e controllo accessi, l’implementazione di sistemi di monitoraggio dei siti industriali, infrastrutture per monitoraggio dei dati e un centro di controllo e sala crisi.
“Abbiamo provato a ricostruire dei dati che supportino l’efficacia della Zona Economica Speciale come strumento di attrazione degli investimenti. Su questo, l’esperienza della Campania non lascia dubbi: nonostante le numerose complessità che caratterizzano il Sud e il poco tempo di effettiva operatività, lo strumento della ZES dimostra la sua validità per sostenere la crescita economica di questa parte importante di Paese, che merita strumenti e risposte dedicate”, ha commentato Cetti Lauteta, Head of Scenario Sud di The European House – Ambrosetti. “Il passaggio alla ZES Unica dovrà essere affrontato garantendo che non ci siano discontinuità nei trend positivi che stiamo registrando, con un perfetto coordinamento tra centro e periferie”.

Le strategie per il futuro

Le buone pratiche che hanno connotato il successo delle Zes di Campania e Calabria potrebbero essere prese a riferimento, come suggerisce lo studio di The European House – Ambrosetti che ha individuato tre scenari possibili da declinare in considerazione nel Dpcm attuativo della Zes Unica.

Una Governance centrale ad operatività locale: La nuova direzione di governance della Zes Unica dovrà mantenere un approccio radicato al territorio, fungendo da cabina di regia per identificare una strategia di sviluppo armonica in tutto il Sud. A questo fine, si suggerisce di mantenere attive le strutture operative regionali, che avranno il compito di relazionarsi con investitori, erogare le autorizzazioni uniche e laddove possibile – garantire l’attuazione degli investimenti del Pnrr, delegando l’azione strategica alla nuova struttura di missione ZES presso la presidenza del Consiglio dei ministri.

La certezza e coesistenza temporale degli incentivi fiscali:  Le diverse revisioni ai meccanismi di incentivazione fiscale generano un elevato livello di incertezza che scoraggia gli investimenti. Per questo motivo, ad oggi una linea di intervento dovrebbe riguardare l’allineamento degli incentivi fiscali al valore massimo ammissibile dalla normativa sugli Aiuti di Stato europea.
Ad oggi, la nuova Zes Unica ha una connotazione ‘generalista’, in quanto ricadente su tutto il territorio meridionale e senza alcun indirizzamento sulle specializzazioni produttive (spesso complementari) che connotano le singole Regioni. Questo – unitamente alle oggettive difficoltà a mappare le aree effettivamente disponibili per gli investimenti – può ridurre l’incisività delle Istituzioni nazionali e regionali nelle attività di promozione
Si popone, dunque, di destinare alcune aree delle regioni meridionali allo sviluppo di filiere a maggior potenziale industriale/manufatturiero, promuovendo la creazione di cluster e l’insediamento di aziende riconducibili ad alcuni settori e ambiti ad altro potenziale di crescita.

Misurazione e accountability: Ad oggi gli investimenti autorizzati, con le relative specifiche, dalle Zes italiane non sono sistematizzati all’interno di un unico database, a causa dell’assenza di un’attività di monitoraggio centralizzato. Questo rende difficile, anche in ottica di creazione della Zes Unica, la condivisione di best practice e l’accountability nella gestione della richiesta degli investimenti e di rilascio delle autorizzazioni.
A tal proposito, si propone di realizzare, in seno alla Cabina di Regia centrale, un team dedicato all’attività di monitoraggio volta a: analizzare le tempistiche di rilascio delle Autorizzazioni Uniche e identificare eventuali colli di bottiglia; mappare progettualità e investimenti di rilievo nella ZES Unica; stimare gli impatti generati dai nuovi investimenti, al fine di indentificare quelli a maggior contributo prospettico e indirizzare la programmazione di attrazione degli investimenti di medio e lungo periodo.

 

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